Considerazioni su religione ed amore
di Piero Colonna
Romano
La domanda essenziale è: Dio ha creato l'uomo o l'uomo ha
creato Dio?
Circa tremila anni fa due società, tra loro lontanissime nello spazio ed assolutamente
prive di qualsivoglia rapporto e quindi prive di reciproche influenze,
adottarono per le loro divinità identiche immagini, identico sentire, identiche
attribuzioni funzionali.
Le civiltà erano quella greca e quella finlandese.
L'ignoranza scientifica di quei tempi rendeva impossibile la comprensione dei
fenomeni legati alla natura: perché il sole sorge e tramonta, perché la terra
germoglia, perché il mare ora è calmo ora è in burrasca? Da dove venivano il
vento, la pioggia, la neve? Perché un cielo sereno, improvvisamente, scatena
fulmini e tuoni sulla terra?
Necessariamente doveva esserci qualcosa di sovrannaturale, degli esseri
superiori che generavano tutto ciò e l'uomo non poteva intervenire su tali
fenomeni. Poteva soltanto subirli e temerli.
Esseri superiori erano qualcosa di sovrannaturale, superiori ed invisibili.
Appunto erano dei.
Ed a questi dei gli uomini diedero la loro stessa struttura societaria: un
capo, degli aiutanti, mogli, amanti. E gli stessi sentimenti umani furono attribuiti
a quegli dei: amore, ingordigia, invidia, lussuria, generosità, voglia di
potere ecc.
Ma dove posizionare tale coorte divina?
I greci al vertice del monte Olimpo, i finlandesi al vertice della volta
celeste.
I principali dei delle due civiltà avevano nomi diversi ma caratteristiche
identiche. Le seguenti:
DIVINITA'
FINNICHE
|
DIVINITA'
GRECHE
|
LORO
CARATTERISTICHE
ED
ATTRIBUZIONI
|
|
|
|
UKKO YLIJUMALA
|
ZEUS
|
capo degli dei e signore del
tuono e dei fulmini
|
RAUNI
|
ERA
|
moglie del capo, bellissima e
gelosa
|
SAMPSA PELLERVOINEN
|
DEMETRA
|
dei dell'agricoltura
|
PELTKO PEKKA
|
DIONISO
|
dei dell'alcol e delle feste
|
LEMPO e TURJA
|
ADE
|
dei degli inferi
|
AGRAS
|
ESTIA
|
dee della famiglia e della
fertilità
|
AJATTARA
|
AFRODITE
|
dee della bellezza
|
HITTAVAINEN
|
ARTEMIDE
|
dee della caccia
|
AHTI
|
POSEIDONE
|
dei del mare
|
Ma, al di là dell'incomprensibilità dei fenomeni della natura, c'è qualche altra
motivazione che spinse gli uomini ad immaginare questi esseri sovrannaturali?
Certamente si: gli uomini, a differenza degli animali, hanno la consapevolezza
del loro essere effimeri. Sanno che dovranno morire.
Tale consapevolezza li porta a cercare qualcosa che sia il prolungamento della
vita. Qualcosa che sia un aldilà consolatorio e rassicurante. Una vita oltre la
vita.
Ed è, appunto, la vita dopo la vita che ha fatto creare dei e le conseguenti
religioni.
Le religioni fissano le regole comportamentali delle società. Quelle regole
che, se seguite, daranno un premio dopo la morte o che, se disattese, daranno
punizioni. Premi e punizioni in cui nessuno, tra coloro che impongono quelle
regole, crede.
Ma di tali regole siamo imbevuti fin dalla nascita e queste condizioneranno,
per tutta la vita, i nostri comportamenti, le nostre coscienze.
Ci riteniamo liberi ( e ce lo fanno credere, basti pensare al libero arbitrio
!) mentre, al contrario, siamo inseriti in schemi di comportamento che altri
hanno deciso per noi. E da tali schemi è quasi impossibile uscire perché in noi
è raro lo sviluppo di una coscienza critica.
Situazione disperante dunque ma esiste una speranza di libertà, di pulizia.
Esiste un sentimento che può renderci liberi ed innalzarci al di sopra di
questo mondo che qualcuno, prima di noi e su di noi, ha voluto creare ( troppo
spesso a tutela dei propri interessi) ed imporci.
Questo sentimento è l'amore. L'unico che rende liberi, se donato con
abnegazione, senza pretese di contropartite. Questo sentimento prevede
esclusivamente doveri ed i diritti ne sono esclusi.
I poeti l'hanno inteso così. Da questo atteggiamento nascono le poesie e
possono essere pessime letterariamente ma sempre piene di quel sentimento vero
ed immutabile. In esse c'è gioia, ammirazione, gelosia, amarezza, senso
dell'abbandono, rabbia politica, rabbia per una morale che si sfalda. Ma in
esse c'è, soprattutto, il bisogno d'aprire il cuore e di dare protezione a chi
pare debole.
E questo è il senso dell'amore.