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  Editoriali  »  Considerazioni su religione ed amore, di Piero Colonna Romano 16/06/2014
 

Considerazioni su religione ed amore

di Piero Colonna Romano

 


La domanda essenziale è: Dio ha creato l'uomo o l'uomo ha creato Dio?

Circa tremila anni fa due società, tra loro lontanissime nello spazio ed assolutamente prive di qualsivoglia rapporto e quindi prive di reciproche influenze, adottarono per le loro divinità identiche immagini, identico sentire, identiche attribuzioni funzionali. 
Le civiltà erano quella greca e quella finlandese.

L'ignoranza scientifica di quei tempi rendeva impossibile la comprensione dei fenomeni legati alla natura: perché il sole sorge e tramonta, perché la terra germoglia, perché il mare ora è calmo ora è in burrasca? Da dove venivano il vento, la pioggia, la neve? Perché un cielo sereno, improvvisamente, scatena fulmini e tuoni sulla terra?

Necessariamente doveva esserci qualcosa di sovrannaturale, degli esseri superiori che generavano tutto ciò e l'uomo non poteva intervenire su tali fenomeni. Poteva soltanto subirli e temerli.

Esseri superiori erano qualcosa di sovrannaturale, superiori ed invisibili. Appunto erano dei.

Ed a questi dei gli uomini diedero la loro stessa struttura societaria: un capo, degli aiutanti, mogli, amanti. E gli stessi sentimenti umani furono attribuiti a quegli dei: amore, ingordigia, invidia, lussuria, generosità, voglia di potere ecc.

Ma dove posizionare tale coorte divina?
I greci al vertice del monte Olimpo, i finlandesi al vertice della volta celeste.

I principali dei delle due civiltà avevano nomi diversi ma caratteristiche identiche. Le seguenti: 
 

DIVINITA'

FINNICHE

DIVINITA'

GRECHE

LORO CARATTERISTICHE

ED ATTRIBUZIONI

 

 

 

UKKO YLIJUMALA

ZEUS

capo degli dei e signore del tuono e dei fulmini

RAUNI

ERA

moglie del capo, bellissima e gelosa

SAMPSA PELLERVOINEN

DEMETRA

dei dell'agricoltura

PELTKO PEKKA

DIONISO

dei dell'alcol e delle feste

LEMPO e TURJA

ADE

dei degli inferi

AGRAS

ESTIA

dee della famiglia e della fertilità

AJATTARA

AFRODITE

dee della bellezza

HITTAVAINEN

ARTEMIDE

dee della caccia

AHTI

POSEIDONE

dei del mare


Ma, al di là dell'incomprensibilità dei fenomeni della natura, c'è qualche altra motivazione che spinse gli uomini ad immaginare questi esseri sovrannaturali?
Certamente si: gli uomini, a differenza degli animali, hanno la consapevolezza del loro essere effimeri. Sanno che dovranno morire.
Tale consapevolezza li porta a cercare qualcosa che sia il prolungamento della vita. Qualcosa che sia un aldilà consolatorio e rassicurante. Una vita oltre la vita.

Ed è, appunto, la vita dopo la vita che ha fatto creare dei e le conseguenti religioni.
Le religioni fissano le regole comportamentali delle società. Quelle regole che, se seguite, daranno un premio dopo la morte o che, se disattese, daranno punizioni. Premi e punizioni in cui nessuno, tra coloro che impongono quelle regole, crede.

Ma di tali regole siamo imbevuti fin dalla nascita e queste condizioneranno, per tutta la vita, i nostri comportamenti, le nostre coscienze.

Ci riteniamo liberi ( e ce lo fanno credere, basti pensare al libero arbitrio !) mentre, al contrario, siamo inseriti in schemi di comportamento che altri hanno deciso per noi. E da tali schemi è quasi impossibile uscire perché in noi è raro lo sviluppo di una coscienza critica.

Situazione disperante dunque ma esiste una speranza di libertà, di pulizia. Esiste un sentimento che può renderci liberi ed innalzarci al di sopra di questo mondo che qualcuno, prima di noi e su di noi, ha voluto creare ( troppo spesso a tutela dei propri interessi) ed imporci.

Questo sentimento è l'amore. L'unico che rende liberi, se donato con abnegazione, senza pretese di contropartite. Questo sentimento prevede esclusivamente doveri ed i diritti ne sono esclusi.

I poeti l'hanno inteso così. Da questo atteggiamento nascono le poesie e possono essere pessime letterariamente ma sempre piene di quel sentimento vero ed immutabile. In esse c'è gioia, ammirazione, gelosia, amarezza, senso dell'abbandono, rabbia politica, rabbia per una morale che si sfalda. Ma in esse c'è, soprattutto, il bisogno d'aprire il cuore e di dare protezione a chi pare debole.

E questo è il senso dell'amore.

 

 
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