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  Editoriali  »  Scomunica alla mafia, di Ferdinando Camon 05/07/2014
 

Scomunica alla mafia

di Ferdinando Camon

 

 

Quotidiani locali del Gruppo "Espresso-Repubblica" 23 giugno 2014 
 


Il Papa scomunica i mafiosi: non occorre che uccidano, sequestrino, rubino, per essere scomunicati basta che siano mafiosi, dentro o intorno alla mafia. S'intende: mafia, camorra e ‘ndrangheta. Essere mafioso non è compatibile col Vangelo e nemmeno neutrale: è nemico. Era ora che un capo cattolico lo dicesse in questi termini. Dobbiamo però domandarci: la scomunica contro la mafia del Sud, vale anche per la mafia del Nord? La mafia delle tangenti, delle Grandi Opere, dell'Expo, del Mose, delle ricostruzioni post-terremoto, del finanziamento dei partiti, la Mafia industriale, Edilizia, Fiscale, della Pubblica Amministrazione, la Mafia accademica, eccetera? Sarebbe non soltanto bello ma giusto e necessario che così fosse. Sento il discorso del papa che scomunica la mafia e mi balzano alla mente alcuni ricordi: il boss mafioso che si nascondeva in un covo dentro il quale aveva un altarino privato; un altro boss che dopo aver ucciso un bambino s'inginocchia  e prega davanti a un quadro della Madonna di cui è fedele; un altro che va a messa circondato dalla sua squadra di scagnozzi; un altro accusato di molti delitti che muore con funerale religioso e sontuoso. Ma mi vengono in mente anche i boss industrial-manageriali del Nord, accusati di mega-tangenti, che hanno cappelle private. Papa Francesco scomunica i mafiosi. Grande Papa e grande Uomo. Ma i suoi preti sono tutti insensibili, come dovrebbero essere, ai regali della mafia? Alle donazioni? Ai favori? Sarebbe bello vedere un prete, quando riceve una larga donazione alla vigilia del matrimonio di un boss della mafia, rimandare indietro il denaro con schifo. Abbiamo visto addirittura preti che, quando un boss veniva ricercato dalla polizia, sapevano dov'era il suo nascondiglio, e andavano a trovarlo per, dicevano, “dargli conforto”.
La scomunica di cui parla il Papa è automatica. Uno è scomunicato per il semplice fatto di essere mafioso. Non occorre che qualcuno lo scomunichi, si scomunica da sé. Ma quanto sarebbe bello se, quando sentiano le notizie degli scandali dell'Expo, del Mose, della ricostruzione de L'Aquila, dei farmaci col prezzo truccato al fine di rapinare i malati (e se non hanno soldi sufficienti, che muoiano o diventino ciechi), quanto sarebbe bello sentire nei tg e leggere sui giornali: “I responsabili vengono inquisiti… e s'intendono scomunicati”. Non ditemi che non servirebbe a niente, e che la Chiesa Cattolica conta poco. Non è vero. La Chiesa Cattolica è una grande istituzione morale. I mafiosi di tutte le zone, Nord e Sud, son gente che va in Chiesa. E la notizia della loro scomunica è sulle prime pagine di tutti i giornali. La scomunica abbrutisce non soltanto la loro vita, ma anche quella delle loro famiglie, degli amici, dei clan. Taglia alla radice l'alibi su cui costruiscono una loro dignità morale, per la quale far parte di mafia-camorra-'ndrangheta è un modo per difendere la famiglia, gli amici, la società dentro cui vivono, “l'onorata società”. Per cui “essere uomini d'onore” è un vanto morale, mentre essere amici dei magistrati, o avere una figlia che sposa un carabiniere, vuol dire “essere infami”. Dire ai mafiosi “convertitevi”, come faceva Papa Wojtyla, era molto, ma era ancora era una forma cauta di affrontare il problema. Dire “la mafia è incompatibile con il Vangelo”, come faceva Papa Ratzinger, era una formula impersonale, dalla quale nessun mafioso si sentiva messo in causa. Dire “Andrete all'Inferno”, come ha fatto papa Francesco a marzo, era controbilanciato dal fatto che chi ha un Dio privato, o una cappella privata, o una Madonna personale, o un prete amico che l'assolve, si sente al sicuro anche dall'Inferno, nessuna condanna lo può toccare. Questa sicurezza agisce nella doppia direzione: se loro sono a posto, noi non siamo a posto. Donando soldi alla Chiesa, il boss della Magliana aveva ottenuto di esser sepolto nella basilica di Sant'Apollinare a Roma: i cristiani che entravano lì erano suoi ospiti. Perciò, ripeto, grande gesto quello di papa Francesco, che scomunica le mafie del Sud. Più grande sarebbe se includesse anche le mafie del Nord. Tutte le mafie.

 

 

www.ferdinandocamon.it

 

 
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