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  Editoriali  »  Alcuni fatterelli di un'estate più che torrida, torbida, di Renzo Montagnoli 26/07/2014
 

Alcuni fatterelli di un'estate più che torrida, torbida

di Renzo Montagnoli

 

 

Che l'assoluzione in secondo grado di Berlusconi dalle accuse di prostituzione minorile e di concussione sia un fulmine a ciel sereno mi pare scontato. Chiunque, dico chiunque, dovrebbe chiedersi come mai in primo grado sia stato riconosciuto colpevole di entrambi i reati senza il benché minimo dubbio.

Insomma, la domanda che viene spontanea é questa: Berlusconi, al li là di queste due sentenze, è colpevole o innocente?

A mio parere potrebbe anche essere vero che il cavaliere nulla sapesse della minore età di Ruby, ragazza navigata e piuttosto sviluppata fisicamente. In fondo, all'epoca avrebbe avuto diciassette anni e non tredici,  e da diciassette a diciotto la differenza è pressoché nulla. Non sapeva, quindi, e ci può stare. Ma per la concussione, la famosa telefonata che ha fatto tremare la questura di Milano, si è avuta o non si è avuta?

Dall'altra parte del filo si è temuto per la propria carriera o il proprio posto, oppure si è deciso motu proprio di favorire la richiesta non tanto perché veniva da Berlusconi presidente del consiglio, ma perché la voce che giungeva da Parigi era simpatica, divertente, insomma tale da interessarsi in modo particolare alla questione solo per il piacere avuto nel corso della breve conversazione?

La risposta non è facile, anche se è vero che quando “il capo” chiama si deve correre e farsi in quattro per non indispettirlo.

Sta di fatto che è assai probabile che la sentenza sia un effetto della famosa legge Severino del 2012 che, per oscuri scopi, ha ritenuto di distinguere il reato di concussione per induzione da quello per costrizione, con il primo di prova ancor più difficile del secondo, una bella trovata, tanto più che ha efficacia anche sui processi in corso.

Certo che Berlusconi tiene molto agli amici se si occupa così della loro sorte ed è un suo merito, così come occorre riconoscere che, con lui ricco sfondato  come il re Mida,  chi lo frequenta prima o poi diventa altrettanto, come testimonierebbe la vita sfarzosa di Ruby.

Comunque, con questa sentenza si rimedia a un errore, ma non vorrei – è solo un sospetto – che se ne commettesse un altro, ben più grave e irreparabile. Infatti se i giudizi dei tribunali finiscono per diventare un terno al lotto, magari fatto non tanto di argomentazioni giuridiche, ma di opinioni esclusivamente personali, si rischia di essere processati o meno, assolti o meno, solo sulla base di simpatie o di tornaconti temporanei. Certo la giustizia non é una macchina matematica, ma resterà sempre l'impressione in questi due iter giudiziari che Berlusconi sia stato condannato in primo grado per motivi politici e sia stato assolto in appello per gli stessi motivi. 

L'assoluzione, per quanto ovvio, ha provocato numerose reazioni e c'è anche ci addirittura ha colto l'occasione per scrivere una poesia satirica, che potete leggere di seguito:

 

Per l'assoluzione di Silvio Berlusconi

 

Quando Adamo zappava ed Eva filava,

tutti erano eguali e nobili pari.

                                                      Binder

 

E' acclarato che Rubi – Rubacuori

dormì più notti a Villa San Martino;

questo le procurò soldi e onori,

per via di un munifico padrino.

 

Visti il soggetto e i bollenti ardori

del vispo mandrillo, neanche un bambino

può escludere tra i due dolci languori

nel letto di Putin, fino al mattino.

 

Il tempo passa e crescono gli orrori,

nel paese che fu di Arlecchino:

se un galantuomo sbaglia, son dolori,

 

mentre i forti si godono l'inchino

di tribunali e corti, operatori

spesso di impunità, vecchio padrino.

 

 

Umberto Cacciola

 

Santa Teresa di Riva, 19 luglio 2014

 

 

Passo a cose ben più serie, per quanto la vicenda dell'assoluzione possa essere considerata più che seria.

 

Mi riferisco all'abbattimento nell'est dell'Ucraina dell'aereo civile della Malaysia.

E' un fatto gravissimo, e su questo non ci piove, e l'unica speranza è che si sia trattato di un errore, anche se ai morti e ai loro familiari questo interessa ben poco. Il problema è che là c'è un conflitto assai grave come non c'era mai stato anche in epoca di guerra fredda. In quelle zone non ci si limita a sbraitare con toni alterati, ci si ammazza ogni giorno, nella nostra più completa indifferenza. E invece siamo più che interessati, poiché il tutto è nato dal legittimo desiderio dell'Ucraina di uscire dalla sfera d'influenza russa, che relegava il paese quasi a una colonia, per entrare nell'Unione Europea, questo organismo dalle belle speranze che se va avanti così non si concretizzeranno mai. E' appena il caso di ricordare che chi comanda in Russia è un certo Putin, grande amico di Silvio Berlusconi, un individuo il primo opportunista come il secondo e come il secondo imbevuto di sete di potere e di grandezza. Insomma ce n'è abbastanza per sentire un brivido freddo che corre lungo la schiena.

 

E' in corso l'ennesima massiccia offensiva di Israele contro la Palestina. E' da un bel po' che mi interesso di questo eterno conflitto e più vado avanti meno riesco a comprendere come non sia possibile arrivare a una pace onorevole e duratura. Questa sarebbe l'ideale sia per gli israeliani che per i palestinesi, e al di là delle cause degli odi che li contrappongono, rappresenterebbe un avvenire radioso per questi due popoli.

C'è una domanda che mi viene spontanea: a chi giova e chi alimenta questa guerra infinita? Trovata la risposta ed eliminato questo fattore decisivo, la pace è dietro l'angolo. 

 

infine ritorniamo in Italia, perché ci sono notizie che non si vorrebbero leggere e che fanno male come una stilettata, e questa forse anche di più. Secondo l'Istat, l'Istituto Italiano di Statistica, quindi un organo ufficiale, le persone in povertà relativa sono oltre 10 milioni, pari a circa il 16,6% della popolazione. Fra queste, ben 6.020,000 si trovano in condizioni di povertà assoluta, cioè a loro è preclusa la possibilità di condurre non solo una vita dignitosa, ma di soddisfare i bisogni più elementari. Siamo in Italia e non in uno staterello africano, e questo dovrebbe essere un motivo in più per cui i nostri politici dovrebbero vergognarsi. C'è fra loro gente che ha ottenuto rimborsi spese per cene galanti a caviale e Champagne, mentre ci sono altri italiani che con difficoltà riescono appena a sostentarsi, in una miseria per lo più dignitosa di cui forse loro sì si vergognano.

Il nostro non è un paese civile, per tanti motivi, di cui quello insopportabile della estrema povertà di una parte non trascurabile dei suoi abitanti è indubbiamente lacerante. Noi che stiamo comodi nelle nostre case, che ci scaldiamo bene d'inverno e non patiamo il caldo d'estate, noi che possiamo permetterci di non aver fame, oppure di essere indecisi sul piatto da fare, noi dovremmo pure vergognarci, ma non per il fatto che siamo più fortunati di altri italiani in miseria, bensì perché tolleriamo una classe politica talmente lontana dalle realtà del paese da non poter essere considerata italiana.

Chi vede il suo popolo soffrire, fosse anche solo una parte, ed è nelle condizioni per porvi rimedio, e non lo fa, anzi contribuisce con il suo comportamento ad affamare tanta povera gente, può essere definito solo con una parola: traditore.

E come è noto per i traditori non devono esistere riguardi: le porte del carcere, duro, si devono aprire per farli entrare e poi chiudere per sempre alle loro spalle. Lo scandalo del Mose, quello dell'Expo, tutte le miriadi di scandali giornalieri, dal passato fino a oggi, e purtroppo anche per domani, non devono restare impuniti e questo indipendentemente da un ideale politico, ma per un concetto ben più universale, per quello cristiano di giustizia.

Non vorrei però apparire come un sobillatore, come uno che reclama a gran voce un “fai da te”, perché qualsiasi rivoluzione porta a periodi di incredibile violenza, che finisce con lo spegnere il fuoco stesso che l'ha alimentata, e dopo c'è l'inevitabile restaurazione, così che tutto torna come prima.

Invece, se c'è ancora qualche politico serio e onesto dovrebbe farsi carico di questa crociata, condotta per il bene di tutti, perché in questo modo francamente credo si potrà andare avanti ancora per poco e non voglio nemmeno immaginare quel che potrà accadere quando questa platea di poveri si amplierà in modo devastante. 

Temo, però, che in un paese in cui la malavita organizzata continua a prosperare, in cui l'evasione fiscale é da record e dove, a distanza di anni, nulla si sa ancora sui mandanti di orrende stragi, non ci possa essere un futuro, se non quello attuale di sofferta rassegnazione.

Ormai ci hanno abituato a tutto, anche a lamentarci sterilmente.

 

 

 

 

 

 

 

 
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