Alcuni
fatterelli di un'estate più che torrida, torbida
di Renzo Montagnoli
Che l'assoluzione
in secondo grado di Berlusconi dalle accuse di prostituzione minorile e di
concussione sia un fulmine a ciel sereno mi pare scontato. Chiunque, dico
chiunque, dovrebbe chiedersi come mai in primo grado sia stato riconosciuto
colpevole di entrambi i reati senza il benché minimo dubbio.
Insomma, la domanda che viene spontanea é questa:
Berlusconi, al li là di queste due sentenze, è colpevole o innocente?
A mio parere potrebbe anche essere vero che il
cavaliere nulla sapesse della minore età di Ruby, ragazza navigata e piuttosto
sviluppata fisicamente. In fondo, all'epoca avrebbe avuto diciassette anni e
non tredici, e da diciassette a diciotto la differenza è pressoché
nulla. Non sapeva, quindi, e ci può stare. Ma per la concussione, la famosa telefonata
che ha fatto tremare la questura di Milano, si è avuta o non si è avuta?
Dall'altra parte del filo si è temuto per la propria
carriera o il proprio posto, oppure si è deciso motu proprio di
favorire la richiesta non tanto perché veniva da Berlusconi presidente del
consiglio, ma perché la voce che giungeva da Parigi era simpatica, divertente,
insomma tale da interessarsi in modo particolare alla questione solo per il
piacere avuto nel corso della breve conversazione?
La risposta non è facile, anche se è vero che quando
“il capo” chiama si deve correre e farsi in quattro per non indispettirlo.
Sta di fatto che è assai probabile che la sentenza sia
un effetto della famosa legge Severino del 2012 che, per oscuri scopi, ha
ritenuto di distinguere il reato di concussione per induzione da quello per
costrizione, con il primo di prova ancor più difficile del secondo, una bella
trovata, tanto più che ha efficacia anche sui processi in corso.
Certo che Berlusconi tiene molto agli amici se si
occupa così della loro sorte ed è un suo merito, così come occorre riconoscere
che, con lui ricco sfondato come il re Mida, chi lo
frequenta prima o poi diventa altrettanto, come testimonierebbe la vita
sfarzosa di Ruby.
Comunque, con questa sentenza si rimedia a un errore,
ma non vorrei – è solo un sospetto – che se ne commettesse un altro, ben più
grave e irreparabile. Infatti se i giudizi dei tribunali finiscono per
diventare un terno al lotto, magari fatto non tanto di argomentazioni
giuridiche, ma di opinioni esclusivamente personali, si rischia di essere
processati o meno, assolti o meno, solo sulla base di simpatie o di tornaconti
temporanei. Certo la giustizia non é una macchina matematica, ma resterà sempre
l'impressione in questi due iter giudiziari che Berlusconi sia stato condannato
in primo grado per motivi politici e sia stato assolto in appello per gli
stessi motivi.
L'assoluzione, per quanto ovvio, ha provocato numerose
reazioni e c'è anche ci addirittura ha colto l'occasione per scrivere una
poesia satirica, che potete leggere di seguito:
Per l'assoluzione di Silvio
Berlusconi
Quando Adamo zappava ed Eva
filava,
tutti erano eguali e nobili pari.
Binder
E' acclarato che Rubi – Rubacuori
dormì più notti a Villa San
Martino;
questo le procurò soldi e onori,
per via di un munifico padrino.
Visti il soggetto e i bollenti
ardori
del vispo mandrillo, neanche un
bambino
può escludere tra i due dolci
languori
nel letto di Putin, fino al
mattino.
Il tempo passa e crescono gli
orrori,
nel paese che fu di Arlecchino:
se un galantuomo sbaglia, son
dolori,
mentre i forti si godono
l'inchino
di tribunali e corti, operatori
spesso di impunità, vecchio
padrino.
Umberto Cacciola
Santa Teresa di Riva, 19 luglio
2014
Passo a
cose ben più serie, per quanto la vicenda dell'assoluzione possa essere
considerata più che seria.
Mi riferisco
all'abbattimento nell'est dell'Ucraina dell'aereo civile della Malaysia.
E' un fatto gravissimo, e su questo non ci piove, e
l'unica speranza è che si sia trattato di un errore, anche se ai morti e ai
loro familiari questo interessa ben poco. Il problema è che là c'è un conflitto
assai grave come non c'era mai stato anche in epoca di guerra fredda. In quelle
zone non ci si limita a sbraitare con toni alterati, ci si ammazza ogni giorno,
nella nostra più completa indifferenza. E invece siamo più che interessati,
poiché il tutto è nato dal legittimo desiderio dell'Ucraina di uscire dalla
sfera d'influenza russa, che relegava il paese quasi a una colonia, per entrare
nell'Unione Europea, questo organismo dalle belle speranze che se va avanti
così non si concretizzeranno mai. E' appena il caso di ricordare che chi
comanda in Russia è un certo Putin, grande amico di Silvio Berlusconi, un
individuo il primo opportunista come il secondo e come il secondo imbevuto di
sete di potere e di grandezza. Insomma ce n'è abbastanza per sentire un brivido
freddo che corre lungo la schiena.
E' in
corso l'ennesima massiccia offensiva di Israele contro la Palestina. E' da un
bel po' che mi interesso di questo eterno conflitto e più vado avanti meno
riesco a comprendere come non sia possibile arrivare a una pace onorevole e
duratura. Questa sarebbe l'ideale sia per gli israeliani che per i palestinesi,
e al di là delle cause degli odi che li contrappongono, rappresenterebbe un
avvenire radioso per questi due popoli.
C'è una domanda che mi viene spontanea: a chi giova e
chi alimenta questa guerra infinita? Trovata la risposta ed eliminato questo
fattore decisivo, la pace è dietro l'angolo.
E infine
ritorniamo in Italia, perché ci sono notizie che non si vorrebbero leggere e
che fanno male come una stilettata, e questa forse anche di più. Secondo
l'Istat, l'Istituto Italiano di Statistica, quindi un organo ufficiale, le
persone in povertà relativa sono oltre 10 milioni, pari a circa il 16,6% della
popolazione. Fra queste, ben 6.020,000 si trovano in condizioni di povertà
assoluta, cioè a loro è preclusa la possibilità di condurre non solo una vita
dignitosa, ma di soddisfare i bisogni più elementari. Siamo in Italia e non in
uno staterello africano, e questo dovrebbe essere un motivo in
più per cui i nostri politici dovrebbero vergognarsi. C'è fra loro gente che ha
ottenuto rimborsi spese per cene galanti a caviale e Champagne, mentre ci sono
altri italiani che con difficoltà riescono appena a sostentarsi, in una miseria
per lo più dignitosa di cui forse loro sì si vergognano.
Il nostro non è un paese civile, per tanti motivi, di
cui quello insopportabile della estrema povertà di una parte non trascurabile
dei suoi abitanti è indubbiamente lacerante. Noi che stiamo comodi nelle nostre
case, che ci scaldiamo bene d'inverno e non patiamo il caldo d'estate, noi che
possiamo permetterci di non aver fame, oppure di essere indecisi sul piatto da
fare, noi dovremmo pure vergognarci, ma non per il fatto che siamo più
fortunati di altri italiani in miseria, bensì perché tolleriamo una classe
politica talmente lontana dalle realtà del paese da non poter essere
considerata italiana.
Chi vede il suo popolo soffrire, fosse anche solo una
parte, ed è nelle condizioni per porvi rimedio, e non lo fa, anzi contribuisce
con il suo comportamento ad affamare tanta povera gente, può essere definito
solo con una parola: traditore.
E come è noto per i traditori non devono esistere
riguardi: le porte del carcere, duro, si devono aprire per farli entrare e poi
chiudere per sempre alle loro spalle. Lo scandalo del Mose, quello dell'Expo,
tutte le miriadi di scandali giornalieri, dal passato fino a oggi, e purtroppo
anche per domani, non devono restare impuniti e questo indipendentemente da un
ideale politico, ma per un concetto ben più universale, per quello cristiano di
giustizia.
Non vorrei però apparire come un sobillatore, come uno
che reclama a gran voce un “fai da te”, perché
qualsiasi rivoluzione porta a periodi di incredibile violenza, che
finisce con lo spegnere il fuoco stesso che l'ha alimentata, e dopo c'è l'inevitabile
restaurazione, così che tutto torna come prima.
Invece, se c'è ancora qualche politico serio e onesto
dovrebbe farsi carico di questa crociata, condotta per il bene di tutti, perché
in questo modo francamente credo si potrà andare avanti ancora per poco e non
voglio nemmeno immaginare quel che potrà accadere quando questa platea di
poveri si amplierà in modo devastante.
Temo, però, che in un paese in cui la malavita
organizzata continua a prosperare, in cui l'evasione fiscale é da record e
dove, a distanza di anni, nulla si sa ancora sui mandanti di orrende stragi,
non ci possa essere un futuro, se non quello attuale di sofferta rassegnazione.
Ormai ci hanno abituato a tutto, anche a lamentarci
sterilmente.