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  Editoriali  »  Non si può vivere solo di promesse, di Renzo Montagnoli 16/09/2014
 

Non si può vivere solo di promesse

di Renzo Montagnoli

 

 

 

 

Se solo il 50% delle promesse di Renzi si fosse verificato non ci troveremmo ora in una situazione di tragica recessione. Non è stagnazione quando la produzione e i consumi diminuiscono, ma solo vera e propria crisi, crisi soprattutto di idee in chi dovrebbe governare il paese.

Purtroppo è da tanti anni che chi regge le sorti dello Stato è privo di qualsiasi ideologia. Preciso che per primo riconosco che l'ancorarsi rigidamente a un'ideologia finisce con il legare, senza prospettive, una società, ma è fuor di dubbio che senza una visione di come dovrebbe andare il mondo si finisce solo con il vivere alla giornata, con una sequela di continue promesse che vengono regolarmente disattese.

Comprendo pure che attuare delle indispensabili riforme nel nostro paese è un compito per niente facile e che, in ogni caso, si va incontro a tempi non certo brevi. Pur tuttavia, se non si comincia, non si finirà mai, ma per far questo occorre una visione di come si vorrebbe che fosse l'Italia che oggi come oggi nessun partito purtroppo ha. Anzi, il termine partito mi sembra fuori luogo, presupponendo per la sua esistenza un'idea di base, che non c'è. In realtà si tratta di raggruppamenti per comuni interessi non tanto del popolo italiano, ma dei suoi indegni rappresentanti.

E' inutile dare colpa all'Europa se non ci vengono consentiti sforamenti di bilancio, perché l'Unione Europea ce li permetterebbe solo a fronte di concrete e irrinunciabili riforme, promesse da Renzi a parole, ma mai avviate.

Una classe politica priva di ideologie non può che vivere alla giornata, mentre uno stato moderno ha bisogno di programmi per rimettersi in marcia in modo più efficace, per essere competitivo sui mercati internazionali e per ridare fiducia ai tanti che l'hanno persa.

Le parole vanno bene in campagna elettorale, ma è ormai da tempo che occorre passare ai fatti, perché se qualcuno, sbagliando, ha detto che di cultura non si mangia, con vuote promesse non ci si riempie di certo lo stomaco.

Certo, è necessario e propedeutico che i nostri politici abbiano anche preparazioni e competenze specifiche, ma tranne rari casi non è così; inoltre a loro manca soprattutto la voglia di arrivare a un cambiamento radicale, ben pasciuti sui loro troni e lontani, ormai troppo lontani dalle voci di una nazione che reclama, giustamente, di essere governata nell'esclusivo interesse del paese.

Ma forse si chiede troppo a chi non può dare, perché arrivato lì nelle stanze del potere solo per il perverso piacere del potere.

 

 
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