Con riferimento a La
non-banalità del male di Ferdinando Camon
di Renzo Montagnoli
Lo sterminio è
il frutto di un piano lungamente studiato nei minimi particolari che non può
essere opera di soggetti incapaci, ma di individui dotati di un'acuta intelligenza,
benché al servizio del “Male”.
Eichmann era
consapevole, come tutti gli altri preposti alla progettazione e all'attuazione
di questo piano scellerato, ed era pure consapevole, al pari degli altri, del
tremendo crimine che commetteva, tant'è che Himmler e
le sue SS hanno cercato di cancellare ogni traccia delle loro sciagurate
azioni.
La loro forza
derivava unicamente dall'essere volontariamente parti di una macchinazione che
con ogni probabilità, al tempo stesso, li inorgogliva e li spaventava.
Orgogliosi per realizzare ciò che mai mente umana aveva ideato, paurosi delle
conseguenze nel caso che il terzo Reich fosse stato sconfitto. Singolarmente,
prigionieri di chi li ha catturati per far loro espiare le colpe, sembrano
esseri fragili, si appellano a una litania di cui cercano di convincersi:obbedivo
agli ordini. Improvvisamente l'orgoglio spariva, frantumata la
coesione fra i vari ingranaggi, questi si spezzavano, rivelavano la paura per
una dura e giusta condanna. I superuomini, caduti nella polvere, si fingono
tonti, incapaci, vittime di un'ingiustizia perché loro eseguivano gli ordini.
Tutto sommato,
questi diavoli del male appaiono di uno sconcertante squallore; privi della
forza dell'insieme, senza più potere, implorano un'umanità a loro sconosciuta.
Il male non è mai una banalità, ma il frutto di una scelta e se poi il fatto
che esso diventasse il pane di ogni giorno ancora non può essere definito come
una banalità, bensì come un insano desiderio di potere decidere fra la vita e
la morte di altri, un piacere sottile che si autoalimenta, una perversione di
cui si avverte l'esigenza e anche la paura, ma non il rimorso, e infatti
nessuno di questi criminali processati ha mai avuto rimorso, ma solo paura per
la propria sorte.
Non
superuomini, ma untermenschen, piccoli esseri che
hanno creduto di essere Dio.