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  Editoriali  »  Una storia ignobile, di Renzo Montagnoli 09/11/2014
 

Una storia ignobile

di Renzo Montagnoli

 

 

 

Ogni tanto i loro nomi tornano alla ribalta della cronaca.  Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono i due marò incolpati dall'India di avere ucciso a raffiche di mitra due loro pescatori.  È un fatto che non é accaduto ieri, bensì nel febbraio del 2012 e quindi sono già trascorsi quasi tre anni senza che si sia arrivati a una conclusione. Il governo indiano la tira per le lunghe e anche quello italiano, ma resta il fatto che questa incredibile storia appare ancora ben lungi da arrivare a una soluzione definitiva. Ci sono contatti politici, abboccamenti, ma tutto é ancora in alto mare, proprio come quel 15 febbraio in cui avvenne il fattaccio. A rigor di logica non sarebbe tanto difficile chiudere la pratica, perché o i marò sono colpevoli, e allora si tratta solo di determinare quale è il tribunale competente a giudicarli (italiano, indiano o internazionale). Oppure sono innocenti e allora qualsiasi governo che abbia un po' di spina dorsale direbbe all'India: “Cari miei, i due marò non sono colpevoli e queste sono le prove. Pertanto ritira le accuse, oppure veniamo a prenderli noi, con la nostra flotta.”.

È evidente che da noi non c'è la spina dorsale, e non potrebbe essere altrimenti, stante la scarsa materia grigia, oppure si cerca di uscire nel miglior modo da una situazione incresciosa in cui ci avrebbero messo Girone e Latorre, se supposti colpevoli. In ogni caso tutta la vicenda è stata gestita male, da dilettanti, da atteggiamenti a parole forti, ma a fatti deboli, il che ingenera nell'osservatore attento il sospetto che nelle accuse indiane ci sia qualcosa di vero e che per eccesso di zelo si sia sparato su degli innocui pescatori scambiati frettolosamente per pirati. Gli errori si pagano, prima o poi, e l'errore base di questa scorta alle navi è stato commesso dall'allora ministro della difesa Ignazio La Russa che, per farsi bello, ha imposto sui bastimenti in rotta per quelle acque i nostri militari, anziché i contractors come invece utilizzati dagli altri stati. Sì, perché sarebbe stato diverso se a sparare fossero stati due civili, enormemente diverso, perché non sarebbe stato chiamato in causa lo Stato italiano. Poi da errore nasce errore, con tutti questi tira e molla, che non rendono giustizia, né fanno onore all'Italia che, fra i tanti sbagli, ha commesso anche quello di elargire una grossa somma ai familiari delle vittime, una sorta di risarcimento che in genere pratica il colpevole per avere un po' di clemenza.  

 

 
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