Scrittori
ai tempi di internet
di Salvo Zappulla
La letteratura è subordinata alle leggi di mercato, i
libri si producono e si adeguano ai gusti dei lettori. Questa considerazione,
un po' amara per la verità, trova pieno riscontro in un'era contrassegnata
dalla globalizzazione, che molte volte fa rima con omologazione. La crisi
accentua questa tendenza: editori in grosse difficoltà preferiscono rischiare
sempre meno e appiattirsi sui prodotti di consumo, sui libri usa e getta, sulle
storie di sesso a buon mercato; trame cruente da propinare ai lettori, thriller
mozzafiato e commissari dalla mascella dura pronti a sparare al primo fruscio
di tenda. Mode letterarie e spazzatura cartacea. Libri pubblicati
esclusivamente per ragioni di cassetta. Oppure gli editori preferiscono puntare
su nomi consolidati, nomi sicuri a prova di mercato, magari autori cui rimane
poco o nulla da dire. Il cerchio si restringe. Meno spazio per i
libri impegnati, per le opere squisitamente letterarie, portatrici di
“controvalori”. E meno spazio per i piccoli che operano in questo settore. Che
tristezza assistere impotenti all'agonia delle piccole librerie indipendenti,
strozzate dalla concorrenza spesso sleale delle grandi catene di distribuzione.
Le minuscole case editrici assorbite dalle balene che monopolizzano
il sistema, decidono i premi letterari, gli autori da portare alla ribalta,
quelli da tenere ai margini. E di questo passo dove va a finire il pluralismo?
Dove va a finire la libera espressione intellettuale?
Per fortuna ogni democrazia ha i suoi anticorpi che
reagiscono. È arrivato internet a porre un freno al tentativo di soffocamento;
internet è l'invenzione del secolo, ha rivoluzionato il mondo della
comunicazione. Se prima il monopolio dell'informazione apparteneva alle grandi
testate giornalistiche, ora anche gli editori e gli autori
sconosciuti hanno trovato un'alternativa per avere visibilità. Anche se il
mondo del virtuale è un oceano popolato da pesci multiformi che si muovono
sconnessi alla ricerca di luce; un universo parallelo alla carta stampata, cui
si contrappone, cerca la propria via. E anche se spesso genera confusione e i
testi non ricevono una vera selezione. Istituzione democratica per eccellenza,
il web un piccolo spazio non lo nega a nessuno. Il rischio è di immergersi in
un grande calderone dagli ingredienti più disparati; ma il web apre anche alla
speranza, offre un piatto di minestra calda al viandante-scrittore cui altri
hanno sbattuto la porta in faccia. Ed ecco che milioni di persone hanno trovato
come tirare fuori i loro scritti dal cassetto, per proporli in questo
palcoscenico futuristico che permette connessioni all'infinito con lo scambio
di link. Possiamo considerarlo un vero movimento artistico? Un esercito di
pennaioli destinato a rivoluzionare il mondo della letteratura? O
piuttosto un surrogato, un supporto che aiuta a tenere in vita i sogni
velleitari di tante persone prive di talento?
Sicuramente ha i suoi aspetti negativi, è un congegno
mostruoso in grado di trasformare la vita di un individuo e alimentare
illusioni, ma non vi è dubbio che fornisca ossigeno ai più deboli, che sia
entrato nelle nostre esistenze modificando comportamenti e impulsi, che abbia
ridato entusiasmo e linfa a quanti si erano già rassegnati. Molti scrittori che
non avevano visibilità si sono costruiti il loro bel sito per comunicare con i
lettori e annunciare le loro iniziative. Molti preferiscono pubblicare i loro
libri in versione e-Book, o meglio autopubblicarli,
e investire risorse in proprio facendo a meno degli editori. Ma come funziona
questo modo di operare? È efficace? Quante possibilità ci sono di emergere dal
marasma di testi inseriti nei siti specializzati? Si può sperare nel miracolo
di un improvviso successo?
Rivolgo queste domande a Rita Charbonnier, scrittrice di fama mondiale, i cui libri
pubblicati da Piemme sono stati tradotti in molti Paesi stranieri, e hanno
persino attraversato l'Oceano. La signora Charbonnier ha
intrapreso da poco un'altra attività: è la titolare di “Scrittura a tutto tondo”, una società che offre svariati servizi, tra i quali
anche il confezionamento di e-Book da inserire in rete.
“Grazie dell'attenzione, caro Salvo, ma prima di tutto
permettimi di dire che “scrittrice di fama mondiale” è un'esagerazione
clamorosa! È vero che alcuni dei miei scritti sono disponibili anche in altre
lingue, ma fra me e Alice Munro vi è qualche differenza (parafrasando la prima
battuta de “La locandiera” di Goldoni).
Venendo allo specifico, in primo luogo bisognerebbe
chiarire come l'autopubblicazionedi un libro
elettronico (ma anche cartaceo) e l'editoria a pagamento siano cose assai
diverse.
Partiamo dalla cosiddetta editoria
tradizionale (e non dimentichiamo che la tradizione contiene spesso
dei tesori). Tutti coloro che scrivono sognano di essere pubblicati da una casa
editrice nota e riconosciuta, con la quale andranno a stipulare un contratto di
edizione (regolato dalla legge sul diritto d'autore), contratto che prevede la
cessione dei diritti alla casa editrice stessa, in esclusiva e per un periodo
di tempo limitato, a fronte della corresponsione di una percentuale del prezzo
di vendita – della quale viene versato un anticipo alla firma del contratto. E
questo è il primo tipo di pubblicazione, e indubbiamente (non prendiamoci in
giro) il più desiderabile. Non è detto che conduca alla fama o alla ricchezza,
anzi, questo non avviene quasi mai; ma è un fatto che l'autore si trova a
interagire con un'impresa la quale ha deciso di investire del denaro sul suo
lavoro – quindi, l'autore non tira fuori dalle tasche un centesimo, anzi viene
remunerato, come è giusto che sia. Poi, magari, qualche spesa dovrà comunque
affrontarla: dovrà ad esempio farsi fare un sito e un book trailer (sempre che
di queste cose non si occupi l'editore); dovrà in ogni caso impegnarsi in prima
persona nella promozione della sua opera, e oserei dire che questo è da un lato
un dovere nei confronti dell'editore che ha investito non poco sull'opera
stessa, dall'altro una necessità nel mondo dei media per come si presenta al giorno
d'oggi.
Affidarsi a un editore a pagamento, per
contro, equivale in sostanza a farsi stampare le copie del libro da un
tipografo (e forse tanto varrebbe scegliere questa possibilità, forse più
onesta e semplice): non abbiamo a che fare, infatti, con un'impresa che investe
su di noi, ma con un soggetto dal quale noi acquistiamo prodotti e servizi – è
una differenza sostanziale, e occorrerebbe osservarla con distacco, senza
troppo scalmanarsi. D'altra parte, questo soggetto pretende quasi sempre l'esclusiva
(impedendoci così di farci pubblicare da altri, se con lui ci troviamo male) e
stampa il libro cartaceo come vuole lui, non come vogliamo noi: ci mette il suo
marchio, decide lui la copertina, il carattere, il tipo di carta, di rilegatura
e quant'altro. E ancora, quello degli editori a pagamento è spesso un
sottobosco confuso, per cui alcuni di costoro tentano di stipulare dei
contratti di edizione come nel caso di cui sopra, mascherando il fatto che è in
realtà l'autore a finanziare la produzione del libro dietro formule quali
“l'acquisto copie” – ovvero, l'autore è obbligato ad acquistare a prezzo pieno
un migliaio, o giù di lì, di copie del suo libro, copie che poi naturalmente si
darà in fronte. Sì, certo, ne regalerà un po' ad amici e parenti, magari ne
venderà personalmente, o ne farà vendere, qualche decina, ma la cosa finirà lì,
perché il libro non avrà alcuna distribuzione. Dopo che lui ci avrà speso
diverse migliaia di euro (eh, già).
L'autopubblicazione è
una sorta di “terza via”. In primo luogo,
non c'è cessione dei diritti e questo deve essere ben chiaro: i distributori di eBook autopubblicati nei
negozi online (Amazon, iBooks, Google Play solo
per citare quelli internazionali) non sono delle case editrici, quindi i
diritti restano in capo all'autore, che ne è l'unico detentore. Questo, sul
piano pratico, è un vantaggio o uno svantaggio? Probabilmente un vantaggio,
perché la percentuale sul prezzo di vendita che va all'autore è più alta; se,
infatti, uneBook pubblicato da un grande editore
frutta all'autore il 25% del prezzo di copertina, nel caso dell'autopubblicazione può fruttargli anche il 60%. Un
altro vantaggio è che l'autorecontrolla il processo della pubblicazione nella sua interezza:
può decidere ogni dettaglio relativo al suo libro, dalle scelte stilistiche nel
testo alla grafica della copertina al layout interno, dal prezzo alla “quarta
di copertina”, fino al momento in cui l'opera va sul mercato ed eventualmente
ne viene ritirata. In entrambi i casi di cui sopra (editoria tradizionale e a
pagamento), queste scelte spettano ad altri e l'autore può metter bocca fino a
un certo punto.
Per contro, assumersi la totale responsabilità della
pubblicazione significa anche far ricadere su di sé tutte le colpe, nel caso in
cui qualcosa vada storto. E soprattutto, essere completamente e desolatamente
soli. Non avere un editor al quale mandare
le stesure del testo per avere un feedback, non avere un correttore di bozze,
non avere un ufficio stampa che promuova il libro una volta pubblicato…
Le organizzazioni come “Scrittura
a tutto tondo” vanno appunto a inserirsi in questo vuoto, colmandolo. Non è
detto che si debba per forza avvalersi di un editor ma,
se se ne sente il bisogno, eccoci. Non è detto che si debba per forza avvalersi
di un grafico professionista per la progettazione della copertina, ma noi ce
l'abbiamo. Si può creare un libro elettronico (file epub) anche da sé, ma se si
preferisce affidarsi ad altri, e avere un risultato migliore, noi siamo qui. E
per la promozione presso giornalisti e blogger, naturalmente è meglio che se ne
occupi una persona terza e non l'autore direttamente: dà un'impressione di
maggiore professionalità (e noi abbiamo ottenuto buoni risultati con la
promozione degli eBook che abbiamo creato). E così via. Per questo scrittura
“a tutto tondo”: il nostro servizio, volendo, è a 360 gradi, ma si può anche
usufruire di un pezzettino soltanto.
Le risposte a tutte le altre tue
domande, caro Salvo, sono una sola: sì. Il sistema dell'autopubblicazione di un eBook è funzionale (io
stessa l'ho utilizzato per uno dei miei romanzi, allo scopo di testarlo), le
possibilità di emergere dal marasma ci sono e si può persino sperare nel
miracolo di un improvviso successo; se non altro si può sperare, perché è già
accaduto diverse volte, che il buon riscontro ottenuto con l'autopubblicazione faccia
sì che la cosiddetta editoria tradizionale si accorga del talento dell'autore.
E allora, naturalmente, si festeggia!”