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  Editoriali  »  Dare per ottenere di più, di Lorenzo Russo 23/05/2015
 

Dare per ottenere di più

di Lorenzo Russo

 

 

Ecce Homo, pronunciò il Creatore, nel momento in cui lo relegò in terra.

Pensava di poter creare un suo degno rappresentante, in grado di amministrare benevolmente il pianeta in suo nome e volontà.

Più volte cercò di rimodellarlo, quando si accorse di aver compiuto alcuni errori, non grandi a sua vista, ma enormi per chi dovette convivere con lui e sopportarlo.

Anche qui esiste la concorrenza, che non tace e vuole dimostrare di essere migliore del Creatore, ispirando alcuni esseri, del tutto simili all'ecce homo ma migliori perchè dotati di un carattere più forte e buono, a contrapporsi allo stimolo violento e distruttore dell'ecce Homo.

In questo stato di contraddizione sta ancora questo mondo, da non poter intravvedere un miglioramento sostanziale ed efficace.

Il Creatore sembra essersi ritirato, perché deluso e sconcertato. Di fatto sembra oggigiorno non esistere nelle menti degli uomini. Lo si nota dal loro modo di vivere, del tutto rivolto all'appagamento fisico personale con tutto ciò che la loro mente, assai prolifica in questo ambito, riesce a inventare.

Visto dall'alto, il pianeta sembra una stella luminosa e splendente, un'oasi nell'Universo, da far credere all'osservatore di aver scoperto il tanto desiderato paradiso.

Visto poi da vicino, cresce il rammarico e la delusione nel riscontrare i forti contrasti riflettenti da un lato una ricchezza materiale esuberante e genialità addirittura divina e dall'altro una povertà deprimente e offensiva per chi riesce ancora a distinguere tra il bene e il male.

Da qui si nota, come questo mondo non abbia imparato nulla all'annunciazione cristiana.

Peggio ancora, si nutre di essa per giustificare il suo operato nell'affermare di fare di tutto per eliminare la povertà.

Fa di tutto, ritiene, quando invece la povertà aumenta e i ricchi si arricchiscono sempre di più!

Quale ipocrisia, mancanza di onestà! E qui sono tutti colpevoli.

Il paradiso è una tutt'altra cosa. In esso non esistono discriminazioni tra gli uomini, se non quelle delle differenti caratteristiche individuali, necessarie per creare il senso di bisogno del prossimo e da qui unità operativa e comportamentale.

In paradiso ogni individuo si sente parte essenziale e indissolubile della società.

Agisce anche conformemente, perchè sa che senza di lei non creerebbe armonia, felicità e non avrebbe futuro.

Individuo e società sono due elementi complementari per creare pace e serenità.

Analizzando la situazione attuale mi sento perplesso sul futuro della società.

Troppe disuguaglianze esistono ancora, troppa ignoranza, ipocrisia e cinismo, presenti in tutte le categorie coinvolte, rendono impossibile il raggiungimento del fine comune, così che rimane tuttora un sogno e non un progetto da realizzare.

Non so fino a quando il Creatore vorrà prolungare la situazione disastrata, e ancor meno non so se esista e non sia che un'invenzione dell'uomo.

In questo caso l'uomo lo creerebbe per disincolparsi della propria permanente ignoranza cognitiva e di coscienza sfocianti in fama di potere, avidità ed egoismo.

Mi chiedo, ora, come si potrebbe creare il paradiso in terra senza far ricorso a una divinità, che, anche se esistesse, non si riuscirebbe mai a definirla.

Fino a qualche secolo fa i potenti la crearono per intimorire i sudditi e costringerli all'ubbidienza assoluta.

Grazie all'illuminismo si è fatto conto di istruire il popolo minuto e con l'istruzione si è creata una coscienza popolare più evoluta.

Le rivoluzioni sono partite da qui e da esse è sorta la democrazia.

Sebbene il processo democratico sia ancora all'inizio del suo evolversi, spero che i popoli riusciranno un giorno a imporre la loro volontà e che essa sia evoluta ed efficace. Lo affermo perché tuttora non è così.

C'è per lo meno da augurarselo, ad eccezione del Creatore che, per timore di essere contraddetto e contrastato, non voglia più assolvere il suo figlio prediletto e decida di riportarlo nell'oscurità dell'Universo inesplorato.

Mi piace sempre fare un paragone tra Creatore e Uomo. Per esempio: due attori con compiti speciali che si contendono il primato, oppure due fratelli, l'uno buono e l'altro cattivo o viceversa, oppure un solo Creatore che riunisce in tutto ciò che è riscontrabile nell'Universo, quindi anche l'uomo.

Di certo è un Creatore capriccioso e intraprendente, che si diverte a mutare i ruoli della commedia della vita, a scapito delle sue figure, dipendenti dalla sua volontà.

Lo si nota anche nell'uomo quando, una volta giunto al potere, muta rapidamente le sue caratteristiche e agisce come un Dio in terra. Si crede d'esserlo e si comporta conseguentemente.

Eppure la natura é padrona della vita e nulla le sfugge, per cui è sempre pronta a intervenire quando il caso lo richiedesse.

Così è sempre stato e sempre sarà. L'uomo farebbe bene a rispettarla e servirla, onde evitare che si riversi su di lui e lo annienti.

Che cosa potrebbe correggere la formazione genetica dell'uomo che non sia una catastrofe umanitaria?

Pur dotato di ragione, non ha imparato a usarla per salvare il mondo in cui vive.

Una volta era il credo in una divinità a indurlo all'ubbidienza a un capo creduto prescelto da lei, mentre oggi vive o meglio vivacchia senza ideali forti e sani, tali da elevarlo a Creatore del suo mondo e di quello che riuscirà a conquistare.

Si discute molto di Dio, ma più per rinnegarlo che lodarlo e ubbidirgli, perchè con la ragione non si può dimostrarlo.

I tragici avvenimenti dell'Umanità hanno giustamente reso l'uomo critico e incredulo.

Non fu mai la volontà di Dio, ciò che i potenti divulgavano. No, era solamente la loro volontà, dettata dalla fama di potere e ricchezze.

Il popolo aveva sempre sofferto la fame, le ingiustizie e oppressioni.

È tempo che i potenti capiscano che la loro ricchezza è un furto al popolo minuto e che ogni individuo della società, a cominciare da loro stessi, debba essere educato a una condotta di vita sana e onesta.

Qui aggiungo che sano e onesto è tutto ciò che salva l'ambiente e la vita.

E poi, l'individuo va prima istruito e formato e solo dopo richiamato alla propria responsabilità, in modo da togliere alla classe dei più evoluti (furbi) le scusanti di essere solo loro degni di dirigere il popolo, in quanto ancora ignorante e incosciente.

Di che cosa ha bisogno questo mondo per migliorare?

Prima di tutto l'uomo dovrebbe liberarsi del fardello dell'economia del profitto.

Profitto per chi e per che cosa, mi chiedo? Un credo cieco che distrugge la qualità della vita, non appagando le necessità primarie dell'umanità.

Che nulla cresca a dismisura in questo mondo lo dimostrano le tante crisi economiche, che quasi periodicamente avvengono perché causate dal sistema economico in atto.

I primi ad essere colpiti sono i lavoratori e ancor più gli affamati.

È tempo, quindi, di liberarsi del concetto vizioso del possesso senza misura e di dedicarsi primariamente alla produzione di mezzi di sussistenza per tutti, senza creare superflui e sprechi.

Un'economia deve elevare l'uomo a essere sociale ed evoluto.

È la natura che lo impone. Essa è l'unica divinità esistente che abbia un vero contatto reale con l'uomo.

È tempo che l'uomo apra gli occhi, affinchè un giorno “Ecce Homo“ muti in “Ecce Creatore divino”.

 

 

 
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