Libertà, libertà ad ogni costo?
di Lorenzo Russo
Purtroppo così non
funziona la vita.
Essa richiede
tenacia, fermezza e profondità d'intenti.
Troppo facile e
credulone è diventato l'uomo, da essere sicuro che la conquistata libertà di
condotta, così tanto proclamata ogni giorno, abbia un buon futuro.
L'essere umano si
sta elevando a divinità in terra e in tale ruolo dimentica di non averne i
requisiti, quali lungimiranza, rispetto della vita stessa, timore precauzionale
delle decisioni prese.
La vita giusta non
è nella felicità che dura solo qualche mesetto o annetto, per poi essere
rinnegata, incolpando gli altri, ma mai se stesso, per non aver curato la
propria formazione caratteriale.
Facile è nulla in
questo mondo e nemmeno nell'Universo, dove gli avvenimenti sono frutto di
scontri di enorme energie, che tutto travolgono e annientano, per creare una
nuova situazione, non sempre migliore della precedente.
Il successo degli
ultimi decenni, in ogni campo delle attività umane, ha fatto credere all'uomo
di poter ammaestrare la sua vita, così che non si è accorto di avere, invece,
tolto ad essa il suo vero senso, rendendola superficiale, conquistabile con
denaro guadagnato senza merito vero.
Chi è sulla scia del
successo, non si accorge di ciò che lascia indietro, cioè del senso della
vulnerabilità causata dall'incapacità di distinguere tra il bene e il male, tra
il giusto e l'ingiusto, il lecito e l'illecito.
Come la medaglia,
anche l'esistenza umana ha due lati, così che dove cresce il bene, cresce anche
il male, e talvolta a dismisura.
Povero uomo! Allontanandoti
dalla scia della veggenza, sei diventato preda del malessere e condanna
definitiva.
Oggi si vive più
per eliminare gli ostacoli che impediscono di realizzare le proprie ambizioni e
vanità, invece di intenderli un monito che non tutto è raggiungibile, quando il
meno è più sano del più.
Libertà non
significa poter fare ciò che si vuole, ma avere la capacità di rinuncia grazie
alla conquistata maturità.
In questo senso è
anche la democrazia un ostacolo al raggiungimento della maturità, quando la si
usa per mantenere posizioni favorevoli e non meritate.
Troppa libertà è
quindi un danno alla formazione dell'individuo e della società, in quanto non è
più controllabile.
Una società che si
trova in questo stadio non può che degenerare e fallire.
È un fatto che
noto oggigiorno quando la classe politica concede favori non meritati al
cittadino, pur di mantenere la propria posizione privilegiata.
Questo modo di
fare politica è un morbo che distrugge la democrazia e con essa il benessere
sociale di un paese.
I cittadini, fino
a poche eccezioni, fanno poco o nulla, perchè, tutti
in fondo, sono uguali a chi concede le grazie.
Essere liberi
significa, quindi, saper distinguere tra il bene e il male, fatto che una mente
offuscata dal successo facile non riesce a distinguere, in quanto troppo presa
dal suo ego.
L'uomo, pur
essendo un elemento della dimensione terrena, non dovrebbe dimenticare d'essere
stato creato per scopi più intelligenti e particolari degli altri esseri
conviventi con lui.
Da qui, la
necessità di riflettere meglio per il bene dell'ambiente, come per le
ripercussioni che le sue azioni possano avere nel contesto universale.
La procreazione
naturale, un tempo non lontano ancora una necessità per sopravvivere , non lo è
più oggi per due motivi: la crescente sovrappopolazione che genera povertà e
subordinazione verso la casta dei malvagi e furbi e l'istruzione popolare,
grazie alla quale si è formata una nuova coscienza tesa a salvaguardare i
diritti e l'ambiente.
È la natura che
l'ha avvertito del pericolo in corso o l'uomo stesso se ne è accorto attraverso
la sua intelligenza e sagacia?
Chissà, se da
questo suo comportamento non sorga un giorno un essere soddisfacente a se
stesso, eliminando così il doppiaggio, ancor oggi necessario alla
prolificazione ma generante troppe e gravi tensioni e incomprensioni per i
pochi momenti di vera felicità, e chissà se i nuovi esseri si combatteranno
ancor più per sopravvivere.
Sarebbe la
dimostrazione che tutto muta senza cambiare nulla.
Mi chiedo anche,
se l'attuale e ancora inconsueto impiego della libertà personale sia una
risposta alle continue persecuzioni, sfruttamenti e obblighi di procrearsi, per
il sopravvivere della classe del potere, avvenuti nei secoli scorsi?
Domande su
domande, senza una risposta definitiva.
Un popolo, povero
e sfruttato, si dà prevalentemente alla procreazione, nella speranza che i suoi
discendenti abbiano la fortuna di una vita migliore.
Risulta, qui,
palese il credo che ogni generazione sia una programmata continuazione della
precedente per portare a termine un piano premeditato.
Forza della
sopravvivenza, alimentata dall'ignoranza ma ancor più dall'impossibilità di
mutare il destino?
Di certo è che il
benessere ha mutato la coscienza dei popoli, per cui l'individuo oggi non vuole
più essere abusato e sfruttato.
L'altra parte
della medaglia mostra un impoverimento delle attitudini a cercare la soluzione
dei problemi dimensionali, che pur rimangono, nella spiritualità rivolta verso
una divinità superiore e assoluta, verso un'energia capace di ravvederlo nei suoi eccessi.
Se già non si
riesce a capire qualcosa, meglio allora rivolgere lo sguardo verso il cielo,
dal quale tutto viene e ritorna.
L'uomo benestante
intende, ebbene, vivere questa vita al meglio possibile e senza curarsi del
dopo.
Che sia un segno
del bene o del male? Qual'è la risposta?
L'attuale
situazione mondiale, con riguardo soprattutto alla crescente sovrappopolazione
e alla non più controllabile situazione climatica ed economica, sembra
confermare il mio timore che i benestanti e i più intelligenti si stiano
impegnando a trovare una nuova dimora altrove.
In questo caso i
diventati superflui saranno lasciati al loro destino in terra.
Mi consolo con il
credo che gli onesti e buoni tra di loro troveranno conforto nella fede
cristiana di ritornare dal loro Padre misericordioso.
Ritengo, inoltre,
che sia più facile conquistare la libertà che conservarla, in quanto se per
conquistarla bisogna impiegare la forza di volontà, per mantenerla bisogna
dimostrare d'essere maturi.
Troppi sono i
contraenti, quelli che non vogliono capire che tenderanno sempre a combatterla.
Attenti, quindi,
all'esibizione invasiva in pubblico dei diritti acquisiti, intendo di quelli
che sanno di abuso della libertà sotto gli occhi di chi è rimasto tradizionale,
attenti soprattutto all'invasione in massa di appartenenti a una cultura troppo
differente, rigida e reazionaria.
Non sarebbe la
prima volta, che un popolo civilizzato e libero perda i diritti conquistati, perchè diventato troppo accondiscendente e debole, cioè non
più propenso alla difesa dei suoi diritti.
La vita è e rimane
sempre una conquista, per cui attenti al falso buonismo, che potrebbe condurre
alla perdita dell'identità, acquisita con anni di lotte e sacrifici di
generazione in generazione.
È sempre la
questione di mantenere l'equilibrio tra il raggiunto e il nuovo incombente, la
cui perdita causerebbe un ritorno all'epoca delle mancanze e repressioni.
Il mondo ha
bisogno di regole che si riferiscano ai valori fondamentali della convivenza
umana, quali morale, etica e responsabilità sociale, per avere un futuro.
Nessuno dovrebbe
avere il diritto di arricchirsi di un qualcosa senza esserselo meritato con
l'impegno, la serietà e la coscienza di saper discernere tra il vizio e il
diritto.
Libertà di
pensiero è una cosa, quella di azione un'altra, perchè
richiede il senso di responsabilità.