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  Editoriali  »  Libertà, libertà ad ogni costo, di Lorenzo Russo 02/06/2015
 

Libertà, libertà ad ogni costo?

di Lorenzo Russo

 

 

Purtroppo così non funziona la vita.

Essa richiede tenacia, fermezza e profondità d'intenti.

Troppo facile e credulone è diventato l'uomo, da essere sicuro che la conquistata libertà di condotta, così tanto proclamata ogni giorno, abbia un buon futuro.

L'essere umano si sta elevando a divinità in terra e in tale ruolo dimentica di non averne i requisiti, quali lungimiranza, rispetto della vita stessa, timore precauzionale delle decisioni prese.

La vita giusta non è nella felicità che dura solo qualche mesetto o annetto, per poi essere rinnegata, incolpando gli altri, ma mai se stesso, per non aver curato la propria formazione caratteriale.

Facile è nulla in questo mondo e nemmeno nell'Universo, dove gli avvenimenti sono frutto di scontri di enorme energie, che tutto travolgono e annientano, per creare una nuova situazione, non sempre migliore della precedente.

Il successo degli ultimi decenni, in ogni campo delle attività umane, ha fatto credere all'uomo di poter ammaestrare la sua vita, così che non si è accorto di avere, invece, tolto ad essa il suo vero senso, rendendola superficiale, conquistabile con denaro guadagnato senza merito vero.

Chi è sulla scia del successo, non si accorge di ciò che lascia indietro, cioè del senso della vulnerabilità causata dall'incapacità di distinguere tra il bene e il male, tra il giusto e l'ingiusto, il lecito e l'illecito.

Come la medaglia, anche l'esistenza umana ha due lati, così che dove cresce il bene, cresce anche il male, e talvolta a dismisura.

Povero uomo! Allontanandoti dalla scia della veggenza, sei diventato preda del malessere e condanna definitiva.

 

Oggi si vive più per eliminare gli ostacoli che impediscono di realizzare le proprie ambizioni e vanità, invece di intenderli un monito che non tutto è raggiungibile, quando il meno è più sano del più.

Libertà non significa poter fare ciò che si vuole, ma avere la capacità di rinuncia grazie alla conquistata maturità.

In questo senso è anche la democrazia un ostacolo al raggiungimento della maturità, quando la si usa per mantenere posizioni favorevoli e non meritate.

Troppa libertà è quindi un danno alla formazione dell'individuo e della società, in quanto non è più controllabile.

Una società che si trova in questo stadio non può che degenerare e fallire.

È un fatto che noto oggigiorno quando la classe politica concede favori non meritati al cittadino, pur di mantenere la propria posizione privilegiata.

Questo modo di fare politica è un morbo che distrugge la democrazia e con essa il benessere sociale di un paese.

I cittadini, fino a poche eccezioni, fanno poco o nulla, perchè, tutti in fondo, sono uguali a chi concede le grazie.

Essere liberi significa, quindi, saper distinguere tra il bene e il male, fatto che una mente offuscata dal successo facile non riesce a distinguere, in quanto troppo presa dal suo ego.

L'uomo, pur essendo un elemento della dimensione terrena, non dovrebbe dimenticare d'essere stato creato per scopi più intelligenti e particolari degli altri esseri conviventi con lui.

Da qui, la necessità di riflettere meglio per il bene dell'ambiente, come per le ripercussioni che le sue azioni possano avere nel contesto universale.

La procreazione naturale, un tempo non lontano ancora una necessità per sopravvivere , non lo è più oggi per due motivi: la crescente sovrappopolazione che genera povertà e subordinazione verso la casta dei malvagi e furbi e l'istruzione popolare, grazie alla quale si è formata una nuova coscienza tesa a salvaguardare i diritti e l'ambiente.

È la natura che l'ha avvertito del pericolo in corso o l'uomo stesso se ne è accorto attraverso la sua intelligenza e sagacia?

Chissà, se da questo suo comportamento non sorga un giorno un essere soddisfacente a se stesso, eliminando così il doppiaggio, ancor oggi necessario alla prolificazione ma generante troppe e gravi tensioni e incomprensioni per i pochi momenti di vera felicità, e chissà se i nuovi esseri si combatteranno ancor più per sopravvivere.

Sarebbe la dimostrazione che tutto muta senza cambiare nulla.

Mi chiedo anche, se l'attuale e ancora inconsueto impiego della libertà personale sia una risposta alle continue persecuzioni, sfruttamenti e obblighi di procrearsi, per il sopravvivere della classe del potere, avvenuti nei secoli scorsi?

Domande su domande, senza una risposta definitiva.

Un popolo, povero e sfruttato, si dà prevalentemente alla procreazione, nella speranza che i suoi discendenti abbiano la fortuna di una vita migliore.

Risulta, qui, palese il credo che ogni generazione sia una programmata continuazione della precedente per portare a termine un piano premeditato.

Forza della sopravvivenza, alimentata dall'ignoranza ma ancor più dall'impossibilità di mutare il destino?

Di certo è che il benessere ha mutato la coscienza dei popoli, per cui l'individuo oggi non vuole più essere abusato e sfruttato.

L'altra parte della medaglia mostra un impoverimento delle attitudini a cercare la soluzione dei problemi dimensionali, che pur rimangono, nella spiritualità rivolta verso una divinità superiore e assoluta, verso un'energia capace di ravvederlo nei suoi eccessi.

Se già non si riesce a capire qualcosa, meglio allora rivolgere lo sguardo verso il cielo, dal quale tutto viene e ritorna.

L'uomo benestante intende, ebbene, vivere questa vita al meglio possibile e senza curarsi del dopo.

Che sia un segno del bene o del male? Qual'è la risposta?

L'attuale situazione mondiale, con riguardo soprattutto alla crescente sovrappopolazione e alla non più controllabile situazione climatica ed economica, sembra confermare il mio timore che i benestanti e i più intelligenti si stiano impegnando a trovare una nuova dimora altrove.

In questo caso i diventati superflui saranno lasciati al loro destino in terra.

Mi consolo con il credo che gli onesti e buoni tra di loro troveranno conforto nella fede cristiana di ritornare dal loro Padre misericordioso.

Ritengo, inoltre, che sia più facile conquistare la libertà che conservarla, in quanto se per conquistarla bisogna impiegare la forza di volontà, per mantenerla bisogna dimostrare d'essere maturi.

Troppi sono i contraenti, quelli che non vogliono capire che tenderanno sempre a combatterla.

Attenti, quindi, all'esibizione invasiva in pubblico dei diritti acquisiti, intendo di quelli che sanno di abuso della libertà sotto gli occhi di chi è rimasto tradizionale, attenti soprattutto all'invasione in massa di appartenenti a una cultura troppo differente, rigida e reazionaria.

Non sarebbe la prima volta, che un popolo civilizzato e libero perda i diritti conquistati, perchè diventato troppo accondiscendente e debole, cioè non più propenso alla difesa dei suoi diritti.

La vita è e rimane sempre una conquista, per cui attenti al falso buonismo, che potrebbe condurre alla perdita dell'identità, acquisita con anni di lotte e sacrifici di generazione in generazione.

È sempre la questione di mantenere l'equilibrio tra il raggiunto e il nuovo incombente, la cui perdita causerebbe un ritorno all'epoca delle mancanze e repressioni.

Il mondo ha bisogno di regole che si riferiscano ai valori fondamentali della convivenza umana, quali morale, etica e responsabilità sociale, per avere un futuro.

Nessuno dovrebbe avere il diritto di arricchirsi di un qualcosa senza esserselo meritato con l'impegno, la serietà e la coscienza di saper discernere tra il vizio e il diritto.

Libertà di pensiero è una cosa, quella di azione un'altra, perchè richiede il senso di responsabilità.

 

 

 
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