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  Editoriali  »  L'Europa delle due velocità, di Lorenzo Russo 24/07/2015
 

L'Europa delle due velocità

di Lorenzo Russo

 

 

Germania e Grecia: due stati che si contrastano nel modo di concepire la vita dei loro abitanti.

Il tedesco, diligente, affidabile, razionale nel suo modo di organizzarsi, preciso nel portare a termine i suoi compiti, tanto da essere riconosciuto in tutto il mondo.

Per queste sue qualità la Germania è diventata uno dei più grandi paesi esportatori del mondo.

Il greco, invece, arcaico e passionale, due caratteristiche che lo spingono a preferire una vita nell'ambito della famiglia e degli amici, a costo dell'affidabilità contrattuale e della responsabilità civile.

Non si è curato del rendiconto che il suo modo di vivere ha creato, in un mondo dettato dalla logica del profitto ed efficienza.

Era da prevedere il crollo della sua economia, dopo decenni di noncuranza del saldo ultimo che ogni economia nazionale deve fare per poter pareggiare le entrate e le uscite di bilancio.

No, il greco ha preferito vivere come se si trovasse in un mondo senza vincoli e obblighi da rispettare, in un paradiso generato dalla sua psiche infantile e quindi irreale.

Purtroppo il mondo non funziona così, sebbene, a mio parere, dovrebbe essere possibile, anche considerando che la corsa al profitto ha sempre bloccato ogni tentativo di creare un mondo migliore.

Per principio ritengo giusto che l'uomo aspiri al diritto di vivere nel mondo sopra elencato.

Il problema sta nel non possedere i requisiti indispensabili per realizzarlo.

Di fatto i greci si sono comportati da adolescenti, in un mondo retto da regole economiche rigide e intransigenti, dove i premi vanno guadagnati solo  con maggiori impegni.

Da qui la dimostrazione di quanto il popolo greco sia ancora lontano dal diventare un operatore attivo e produttivo per la comunità europea e mondiale.

La realtà economica in atto, che richiede lungimiranza e creatività razionale, ha risvegliato il popolo greco dal suo stato d'incoscienza, facendolo ricadere momentaneamente in uno stato psichico di disperazione generante. odio e ,ottusità contro il mondo freddo e razionale del resto dell'Euro, ma soprattutto della Germania, che da madre si è mutata in matrigna nelle loro menti.

Addio alla fantasia di vita paradisiaca, addio al sogno che un mondo migliore sia realizzabile.

L'incubo, nel quale soggiace ora il popolo greco, è dimostrazione di non curata coscienza civile, che nulla ha a che fare con le pretese popolari gridate in piazza, di vivere in una democrazia nella quale le decisioni vengono scelte unicamente dal popolo sovrano.

Umanamente parlando devo dar ragione al popolo greco, ma come potrebbe sopravvivere quando i rapporti con il resto del mondo si basano su ben altri principi?

Democrazia è segno di raggiunta maturità e veggenza, per cui non ha alcun senso relegare le decisioni sul futuro del paese a un popolo che ha dimostrato di non essere maturo.

Dalla storia s'impara che ogni conquista ha una durata limitata, oltre la quale è necessario ricominciare a impegnarsi ed istruirsi, assimilando le nuove cognizioni raggiunte nel tempo.

Di fatto, la Grecia, una volta celebrata come madre della democrazia, è oggi un paese caduto nella mediocrità.

Dove sono i grandi pensatori che hanno caratterizzato questo popolo millenni fa?

L'attuale classe del potere ha tradito il passato glorioso del paese e il suo popolo ha ignorato ogni sua misfatto perchè bisognoso di godere un po' di benessere materiale, dopo decenni di privazioni e sfruttamento.

Del suo stato di madre della democrazia e culla di sapienti pensatori non è rimasto che un ricordo lontano e confuso.

Questo ad eccezione dei continui richiami pubblicitari e dei costosi restauri dei monumenti rispecchianti l'era gloriosa del paese per attirare i turisti.

Da questa situazione, le decisioni prese dalla EU possono essere considerate simili a quelle che genitori, adulti ed esperti della vita, mettono in atto con i propri figli, quando li considerassero fuori dalla scia che ritengono sia l'unica da seguire.

Ammonizione ed educazione, quindi, per riportare il popolo greco sulla via della sua salvezza.

Fin qui sarei d'accordo, se non fosse che mi manca una presa di posizione decisiva e perentoria da parte della EU contro la classe politica del paese che, per rimanere al potere, ha sempre omesso di svolgere una politica di salvaguardia dell'economia.

Questi signori andrebbero accusati, puniti, il loro patrimonio confiscato e la pensione - qualora ne godessero - ridotta al minimo, per diminuire il debito che inconsciamente hanno creato.

Considerando che essi sono stati eletti per eseguire la volontà del popolo, dovrebbero curarsi in primo luogo del sistema istruttivo ed educativo e amministrare il paese in conformità con le vigenti regole economiche che ogni paese deve osservare.

Che i ricconi abbiano trasferito i loro soldi in paesi più sicuri dimostra quanto sia poco a cuore la sorte del loro paese.

L'ammissione che siano stati informati in tempo da chi era già a conoscenza dell'intervento della EU è una ulteriore forma di congiura contro il popolo ingenuo e incosciente.

Già da tempo si sta delineando in Europa la formazione di una EU con due velocità: una EU del Nord ed una del Sud.

Mentre la prima procede con dati economici migliori, la seconda arranca sotto il peso di un debito pubblico insostenibile e di una disonestà irrompente in ogni ceto della popolazione.

Anche se le cause sono conosciute è impossibile porne rimedio, in quanto chi dovrebbe farlo dovrebbe rinunciare a tutti i privilegi e benefici che nel corso della sua attività si è attribuito sfacciatamente.

La Germania, in virtù della sua forza economica raggiunta, si è già assunta il ruolo di condottiera privilegiata in una EU senza unione politica ed economica e quindi in forma democraticamente illecita.

Una tale costellazione di stati nazionali non può che fallire.

I popoli, che avevano appoggiato con entusiasmo la costruzione di una EU sociale ed equa, sono stati traditi, per cui le prospettive per il futuro sono allarmanti.

Con riguardo al quadro politico mondiale, che si sta delineando con una Cina sempre più forte, una Russia ricca di materie prime e decisa a difendere il suo influsso sui paesi limitrofi, unì India tecnicamente all'avanguardia, un Brasile che pretende di essere considerato una superpotenza, gli USA che fanno fatica a mantenere il primato di superpotenza, l'attuale EU rischia di venire soppressa ed annullata.

Sembra che non ci sia posto in questo mondo per una potenza dalla quale si pretende che sostenga maggiormente una politica sociale e vigilante i diritti umani.

Il fallimento del processo di globalizzazione in atto creerebbe una tensione difficilissima da controllare tra le potenze sopra accennate, capace di sfociare in un confronto bellico senza precedenti e in grado di rendere il pianeta disabitabile.

Ritornando alla situazione greca, è allora meglio per lei accettare i rimproveri e le costrizioni di chi è in grado di aiutarla, anche se gli aiuti sono dettati maggiormente da ragioni di natura geopolitica.

Ma è tempo che i veri responsabili della catastrofe economica greca vengano colpiti, senza scuse e limitazioni.

Qui aggiungo che anche la EU è colpevole, per aver opportunamente taciuto sull'irregolarità dei dati economici presentati dal governo greco durante la procedura della sua adesione.

Una tale azione punitiva aiuterebbe il popolo ad accettare le nuove restrizioni economiche e migliorerebbe il suo stato di coscienza civile.

È tempo che la casta dimostri di avere il coraggio di punire chi nelle sue file si sia incolpato di azioni spregevoli e irresponsabili.

Germania e Grecia, due nazioni antagoniste che riflettono le diversità caratteriali dei suoi abitanti.

Tenuti separati, si priverebbero di un qualcosa del quale a volta entrambi desidererebbero possedere, mentre uniti, offrirebbero l'occasione di creare una unione societaria cosciente degli obblighi senza rinunciare alla forma di vita affettiva, in famiglia e tra amici, così tipica dei popoli mediterranei.

In fin dei conti si tratta sempre del solito conflitto tra la casta del potere, troppo razionale e intransigente con i sottoposti, per non dire sfruttatrice, e il popolo, lasciato appositamente ai suoi piccoli piaceri e nell'insipienza dei veri problemi da risolvere.

Quando noto che il corso della vita dell'uomo è determinata da un continuo susseguirsi di sconfitte e successi, come se il loro susseguirsi fosse dovuto dal processo di rinnovamento delle energie destinate inesorabilmente a consumarsi, sono certo che anche la Grecia un giorno ritornerà ai suoi grandi successi del passato.

Da qui la necessità di sostenerla, in cambio di vincoli comportanti un'analisi seria ed equa delle cause del disastro, dalla quale trarne l'impegno di volerle superare, sia culturalmente sia economicamente.

 

 

 
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