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  Editoriali  »  Un nuovo inizio o la fine dell'uomo, di Lorenzo Russo 10/10/2015
 

Un nuovo inizio o la fine dell'uomo

di Lorenzo Russo

 

 

Non siamo fatti per essere solo felici e fortunati.

Felicità e fortuna abbisognano del loro contrapposto per essere vissuti.

La continua contraddizione che ne sorge determina il nostro stato d'animo e crea energia per la vita quando si voglia superarla.

Il che vuol dire che l'uno stato porta inevitabilmente all'altro stato, essendo essi complementari, fatto che determina lo stato di limitatezza dell'uomo.

La forza della sopravvivenza lo spinge a superarli, cioè a vivere questa vita.

Non illudiamoci, quindi, di poter creare un mondo perfetto, di poter diventare perfetti, perchè se così fosse non vivremmo in questo pianeta.

Chiunque venga offeso, oppresso deve tentare di liberarsi dall'oppressione, drve riconquistare la sua libertà e i suoi diritti lesi.

Lo può fare opponendosi all'usurpatore e alleandosi con altri per riuscire meglio nell'impresa.

Qui viene in gioco il suo stato di coscienza, in quanto è influenzato dalla sua formazione religiosa, intellettuale, sociale ed economica.

Oggi l'uomo è più inclinato a vivere ad ogni costo, anche quando la situazione richiederebbe un'altra decisione, come per esempio quella di impegnarsi con maggiore determinazione e coraggio neò migliorare la situazione sociale nel paese di nascita, invece che emigrare in massa in paesi appartenenti a una cultura differente e, di per , alle prese con crisi sociali ed economiche gravi, quelle causate dal sistema economico vigente che genera egoismo, disonestà e un modo di vivere superficiale, più volto alla giornata che al futuro.

Di questo passo il cittadino rinuncia ai propri diritti sociali e lascia ogni decisione a chi non ha alcun vero interesse per lui, che così rimane sottostante e sfruttato.

Non è così, chi si impegnasse per una causa nobile e giusta morirebbe una morte altrettanto nobile e giusta?

Non è così, che il padre celeste, qualora esistesse, lo accoglierebbe nel suo cielo, essendosi dimostrato maturo per l'ascesa verso la perfezione?

Non è così, che questa vita ha una scadenza, per cui è meglio viverla nella speranza di rivivere altrove?

Tutto viene dall'Alto, si crede, per cui è necessario stabilire una relazione con esso che crei un equilibrio con il nostro mondo in quanto limitato.

Chi non ci crede non vive di certo una vita più facile. Essa varia secondo che sia una persona razionale, idealista, impulsiva, romantica, sentimentale, disabile.

E qui si delinea una Umanità varia in ogni sua affermazione e reazione.

Il raccordare le variatissime correnti d'interessi, che siano di natura umana, pratica, economica, politica, intellettuale o di scarsa formazione, è di certo un'impresa difficilissima, se non impossibile.

Il vero cristiano vuole solo il bene del prossimo, per cui è destinato a rinunciare a tutti i piaceri terreni che lo allontanino da lui.

In cambio crede di ottenere di più anche in questa vita, come pace interiore con il superamento dei tipici vizi terreni, quali egoismo, avidità, presunzione ecc.

Egli crede di poter raggiungere il suo padre celeste dedicandosi al prossimo, ma non sempre si ripete la sorte del Cristo, morto sulla Croce in un periodo di gravi carenze intellettuali, religiose, politiche ed economiche.

Chissà se la forza della sua fede lo sosterrebbe ancora, qualora vivesse più a lungo del sostenibile e avesse moglie, figli e nipotini!

Il caso o destino- intesi come incognita- determinano quindi la sorte dell'individuo e non la sua fede o volontà.

Caso e destino in concomitanza con l'accadere nel vasto Universo che tutto genera e influenza.

I tempi non mutano. Oggi, come sempre, ci sono guerre, calamità e discriminazioni di ogni genere.

Il tutto si svolge come se seguisse un piano voluto da energie superiori.

C'è chi muore in guerra, chi sopravvive ad esse, chi emigra e lascia tutto dietro di : parenti, amici, lingua, insomma tutta la cultura che l'ha formato.

Per tutta la sua vita sentirà nostalgia e porterà il rimpianto nel suo cuore.

C'è chi vuole aiutare e chi lo fa senza tener conto delle conseguenze di un'immigrazione senza limiti.

Un conto ultimo però ci sarà, e spero che non causi attriti sociali ed esplosivi.

In Europa il cittadino gode ancora di una pace duratura, settanta anni dopo la grande guerra.

È la guerra che l'ha portata, e adesso temo che sarà la pace a riportarla, se non si riesce a vivere una vita senza pretese e piaceri senza fine, che annientano tutto ciò che le generazioni superstiti della grande guerra hanno creato.

Pace e guerra, come viverli per il bene dell'Umanità?

Questo è il principale problema che assilla l'Umanità sin dalla sua apparizione in terra.

Dio e Diavolo, che giocano con l'uomo per divertirsi o perchè incapaci di affratellarsi e liberare l'uomo dal suo destino.

Di che cosa ha bisogno l'Umanità per redimersi dall'ignoranza che da sempre l'affligge?

Forse, di un grande pacifista capace di mobilitare tutti i popoli contro chi gioca ancora con la violenza e distruzione, con l'inganno e la cupidigia.

Un pacifista alla Ghandi che, con coraggio e fiducia in se stesso e nelle qualità buone dell'uomo, ha portato la pace e l'indipendenza nel suo paese.

Chi vive la vita in questo senso non può perderla con la morte ma guadagnarsela ancora.

Quest'uomo e tutti coloro che sono vissuti per una buona causa onorano la razza umana, in quanto sono dimostrazione che l'uomo è capace di potere di più di tutto ciò che di malvagio e deludente causa ogni giorno.

Da qui la mia domanda sul come creare una nuova economia che affratelli l'Umanità in uno sforzo sublime di convivenza rispettosa e responsabile, al posto dell'attuale dominata dallo spreco di mezzi e danno all'ambiente, dal guadagno senza limite per pochi che si ritengono indispensabili, dalla concorrenza brutale e sleale, dalla frode e inganni che fanno dell'uomo una bestia alla ricerca delle sue brame.

Come distruggere la vasta rete stesa da pochi per assicurarsi il dominio sulla massa usufruendo della collaborazione di collaboratori e dipendenti opportunisti e servili attirati con prebende lucrative?

Come creare l'equilibrio tra la razionalità e l'idealismo, che sia capace di maturare una nuova volontà di vita e una nuova concezione della morte, una nuova simbiosi che preservi l'Umanità dalla sua decadenza e distruzione.

 

 

 
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