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  Editoriali  »  Il passato insegna, il presente cerca una soluzione migliore, ma il futuro rimane sempre incerto, di Lorenzo Russo 26/03/2016
 

Il passato insegna, il presente cerca una soluzione migliore, ma il futuro rimane sempre incerto

di Lorenzo Russo

 

 

Il mondo cambia, e oggi a passi più veloci, simile a un marciatore che incomincia troppo veloce senza tener cura della distanza da percorrere ed infine non raggiunge la meta d'arrivo.

Con lo sguardo rivolto verso il passato, dove le mutazioni accadevano gradualmente, quasi senza prenderne nota, mi accorgo come oggi si susseguano senza che si abbia provveduto a un esame vero e profondo sulla loro utilità e necessità.

Il passato non conta, oggi, più niente, con un presente che si vuole forzatamente contrario a tutto ciò che ha determinato la storia dell'uomo.

Con riguardo alle calamità che si sono susseguite fino ad oggi devo dar ragione alla necessità di un cambiamento radicale del modo di vivere dell'uomo, affinchè il passato sia veramente maestro di vita per il presente e poter sperare in un futuro migliore.

Di fatto, ciò a cui si assiste oggi è una mutazione radicale delle norme di vita che hanno regolato finora la vita dell'uomo.

Nuove regole che creano nuove legittimazioni per comportamenti che mi lasciano di stucco sulla loro idoneità a rendere l'uomo creatore intelligente del suo destino.

In questa nuova realtà della vita umana noto come l'uomo e la donna diventano di passo in passo quasi superflui a causa della sempre verificata incapacità di costruire insieme una vita armoniosa e proficua.

È così che la famiglia, una volta fondamento della coesistenza e sopravvivenza umana, ha fallito gli scopi a lei delegati, quelli di prendersi cura della prole, di essere esempio di unione indissolubile tra uomo e donna, riparo per i perdenti e dispersi della vita, uguale quale colpa si siano accollata.

È anche così che fino a pochi decenni fa il peso della famiglia si poggiava sempre sulle spalle della donna, mentre l'uomo era costretto a usurarsi fuori in un mondo disastrato e colpevole di iniquità, sfruttamenti e ingiustizie.

La società del presente non vuole essere più sfruttata, a cominciare dalle donne che pretendono giustamente gli stessi diritti e possibilità di lavoro e remunerazione degli uomini.

 

Da qui la struttura della famiglia è cambiata, facendola diventare obsoleta, irrealizzabile.

I figli l'hanno capito e compensano il vuoto affettivo ed educativo sorto col darsi ai divertimenti vari, alla droga, all'alcool, a ruberie varie fino al definitivo distacco già nei primi stadi del diventare adulto.

In questo costrutto societario fallimentare la ragione propone la necessità di avventurarsi in metodi e sistemi di convivenza del tutto nuovi.

Il motto che il passato insegna, ma che il perseverare nei suoi difetti ed errori sia segno di incapacità rigenerativa e perdurante sottomissione a un credo divino utopistico, è sempre valido.

I rischi derivanti dal nuovo sistema di vita sono certamente elevati, in quanto non si tiene conto del fattore umano, nel caso emergesse ancora una volta la sua incapacità di migliorare, fatto che causerebbe danni ancora più gravi, fino al suo annientamento.

Il tutto mi fa pensare alla leggenda del vaso di Pandora, cioè che il nuovo modello di vita dimostri ancora una volta la mancanza nell'uomo di quelle virtù che nel corso dei secoli lo hanno preservato dalla sua distruzione fino ad oggi.

Ad essa si oppone il coraggio e la volontà tenace di un Prometeo, che sfidò l'ira degli Dei portando all'uomo la luce, quale simbolo del progresso umano in un periodo offuscato dalla loro dittatura.

Ma anche un Prometeo non può essere nato da solo, bensì da una energia forte e decisiva, e quindi divina, capace di creare un mondo leale, giusto e armonioso.

Da qui emerge l'esistenza di un conflitto tra forze divine nel quale l'uomo rimane un loro prodotto senza propria facoltà decisiva.

Un cambiamento di questa portata causa una dura e ostentata opposizione nelle generazioni anziane, che, legate maggiormente allo schema di vita del passato, sono prese da forti e giustificabili timori e disorientamenti.

Per loro è come perdere il terreno sotto i piedi, mentre per le nuove generazioni è la realizzazione dei loro impulsi giovanili biologicamente rivolti verso il rinnovamento.

È univoca la necessità di creare un nuovo modello di vita, e qui aggiungo, preferibilmente uno senza riferimento a un Dio o a più Dei, che non altro hanno generato che superstizione, soggezione, violenza e vendetta, e nel quale ogni individuo possa identificarsi come elemento indispensabile e indissolubile per il funzionamento del sistema, ma anche libero di convivere con chiunque sia a disposizione.

Si verificherebbe il caso della discesa degli Dei in terra, con l'immedesimarsi in ognuno dei mortali rivolti allo sviluppo sociale e l'esclusione di tutti gli altri.

Si verificherebbe una vera dittatura divina in terra rivolta al bene, che mi fa pensare alle annunciazioni cristiane, un realizzarsi di ciò che Cristo ha comunicato, di essere portatore di nuova vita, capace di mutare radicalmente il mondo.

Di fatto i secoli trascorsi non hanno portato alcun fondamentale miglioramento della vita umana.

Ibfatti anche oggi ci sono guerre, calamità, povertà crescente, usurpazioni di ogni sorta, per la soluzione delle quali varrebbe la pena di affrontare il rischio dell'inversione di tutti i principi che sono stati finora i capisaldi della vita societaria umana.

Quando è più che dimostrato che la formula di vita condotta fino ad oggi ha da sempre fallito i suoi scopi, perchè non tentare il ritenuto impossibile, anormale?

Il fallimento di un fallimento non causerebbe più danni dei già esistenti, ma potrebbe dare una nuova linfa al metodo tradizionale dell'unione tra donna e uomo.

Il nuovo uomo eviterebbe di commettere gli errori del passato grazie alle sue nuove qualità tese verso la logica programmata sulla coesistenza con i suoi simili.

Meno effusioni sentimentali quindi, con tutti i conflitti che hanno recato, meno timori di sopravvivenza, da non dover ricorrere alla violenza per garantirla.

Gli Dei hanno deciso di intervenire, per finirla con lo spettacolo deprimente offerto finora dall'uomo, da loro creato nel credo che solo lasciandolo agire in libertà si sarebbe evoluto a loro immagine, o perchè la pena è scontata ed è tempo di farlo rinascere a nuova vita.

Le generazioni sorte in laboratorio saranno sufficienti a se stesse, meno affettuose e calorose, ma proprio per questo più perfette e idonee a convivere nel rispetto reciproco, così che l'umanità si ritroverà unita come se fosse la cosa più semplice del mondo.

Utopia o realtà, lo dimostrerà il futuro. Già oggi si annunciano gli inizi di una nuova era.

Già oggi, sia nell'uomo sia nella donna stanno mutando le loro caratteristiche, mescolandosi e scambiandosi, da offrire l'impressione che la loro convivenza sia solo così possibile.

Che l'apocalisse sia ormai vicina?

Ad ogni modo e nell'occasione della ricorrenza della Pasqua, mi auguro che l'uomo riesca a risolvere i suoi problemi esistenziali senza l'uso della forza, seguendo il Cristo morto sulla croce che, pur subendo lee più atroci sofferenze, esclamò: Padre perdona loro, perchè non sanno che cosa fanno!

L'ignoranza rende l'uomo innocente, ma il perseverare in essa ancor più colpevole.

 

 

 
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