Natale
2016
di
Lorenzo Russo
Come
passa il tempo! Me ne accorgo, soprattutto, quando si avvicina la
ricorrenza del Natale.
Mi
chiedo, se mi posso definire ancora „Cristiano“ nel suo
vero significato di svolta definitiva tesa al superamento delle
ristrettezze mentali dell'uomo.
La
mia risposta è perplessa e latitante di fronte alle tragedie
che ancor oggi succedono, uguali a quelle del passato, alle
ingiustizie che sembrano appartenere alla normalità della
vita, fino a farmi impressionare e titubare sul senso d'esserlo.
Preferisco
dichiarare di non esserlo, tanto per tranquillizzare un po' il mio
animo, sempre confuso e timoroso ogni qualvolta mi confronto con gli
avvenimenti politici ed economici in atto.
Ma
poi mi chiedo in quale stato sarebbe il mondo senza l'annunciazione
cristiana, senza le sofferenze subite sulla croce dal povero
uomo“Cristo“, da sentirmi solidale con lui e le sue idee,
straordinarie ma utopiche perchè contro la natura terrena.
Oggi
si sostiene il diritto per ogni individuo di vivere la sua vita
secondo le sue credenze e volontà.
Il
contrario, insomma, di quando si doveva ubbidire a un capo, pena
punizione severa e costrittiva.
Se
allora vigeva il controllo sulla vita di ogni individuo per garantire
l'unità della nazione, al governo della quale risiedeva un
capo, nominato per diritto di nascita invece che per meriti
personali, oggi il capo viene eletto dal popolo per un periodo
limitato.
Il
popolo è diventato così padrone della sua sorte, questo
almeno si legge sul testo della costituzione varata da un gruppo di
savi, cioè esperti della vita, sui quali il popolo ha posto la
speranza di vita migliore.
Il
Cristo morto sulla croce predicò verità ispirategli, a
suo dire, da un Dio misericordioso verso l'Umanità intera, e
testimoniò la sua fede sacrificandosi sulla croce, sebbene
fosse stato proprio l'uomo, che voleva salvare, a condannarlo.
Quale
contraddizione nel suo agire!
Sarebbe
come affermare: uomo sacrificami, perchè io voglio o devo
salvarti per volontà divina.
Eppure
un qualcosa mi lascia perplesso circa l'esistenza di una forza divina
che, dopo millenni di totale assenza, si prende cura dell'uomo,
suggerendogli che è arrivato il tempo di vivere un nuovo stile
di vita per il quale dovrebbe assumersi compiti evolutivi
rivoluzionari.
Da
qui ad oggi non noto un qualche notevole e decisivo miglioramento
delle condizioni di vita dell'uomo.
Pur
considerando che anche un minimo miglioramento richiede un lasso di
tempo non riscontrabile in una generazione, bensì unicamente
nel continuo susseguirsi di generazioni, mi è chiaro quanto
sia difficile giudicare oggi il grado di miglioramento avverato.
Fino
ad arrivare allo stato di vita suggerito dal Cristo morto sulla
croce, cioè allo stato di vita senza punizioni e tragedie,
sofferenze e contraddizioni, dovrà trascorrere moltissimo
tempo a venire, sempre che sia addirittura realizzabile.
Di
fatto l'odierna situazione nel mondo non offre alcuna valida
testimonianza di progresso raggiunto.
Oggi,
come allora, si massacra e uccide un dichiarato nemico per predominio
personale e o di gruppo.
Si
puo', così, pensare che il riferimento a un Dio buono e
paterno sia fallito, che non possa esistere in questa forma, in
quanto non compatibile con la natura umana.
La
celebrazione del Natale non sarebbe allora che una festa onorevole e
compassionevole per „Colui“ che ha avuto il coraggio di
sublimarsi contro la mediocrità della vita.
Eppure
questo „Colui“ non puo' essere venuto per sua volontà,
non puo' essere l'apparizione di un pazzo, di un idealista infatuato,
bensì di un inviato da una energia superiore con compiti
speciali per l'uomo.
Al
contrario gli avi depositari della costituzione popolare hanno ben
poco a che fare con Lui.
Sono
uomini di questo mondo e quindi fallibili e corruttibili.
È
tempo che l'uomo si svegli e dimostri che le verità divine
sono un vero e proprio incarico a superare la sua mediocrità e
ignoranza.
Altrimenti
si avverrà il ritorno della „caccia all'uomo“, per
sopravvivere in un mondo demagogico e violento.
È
ora di riconoscere la differenza tra la volontà del Dio
paterno e generoso verso l'uomo e quella squilibrata e irrazionale di
chi si crede d'essere un suo inviato, da sentirsi legittimato all'uso
di ogni mezzo per realizzare la sua volontà con la forza e il
terrore.
Anche
se mi è chiaro che il vero senso del cristianesimo non sia
ancora realizzabile nella vita dell'uomo, penso che esso possa essere
sostenuto con l'uso della ragione, della quale l'uomo è
provvisto e che più volte lo ha preservato dalla sua
distruzione.
La
ragione, in funzione di guida del suo intelletto e intelligenza,
potrebbe fargli capire, che è meglio rinunciare al superfluo
per provvedere alla sopravvivenza della sua specie, piuttosto che
combattere continuamente guerre che mai migliorano il mondo.
La
ragione potrebbe fargli capire che il tempo della prolificazione
senza controllo dovrebbe essere finito, come anche finito dovrebbe
essere lo sfruttamento del pianeta per soddisfare l'avidità di
pochi a scapito di tutti gli altri.
Potrebbe
anche fargli capire che dovrebbe essere compito di ognuno impegnarsi
con tutte le sue capacità per realizzare un mondo pacifico e
libero.
E
qui intendo, anche, che ogni erogazione d'aiuto effettuato abbisogna
di un riscontro da parte del beneficiario, per cui dovrebbe essere
suo obbligo impegnarsi a migliorare la sua precaria situazione
attivando le proprie energie creative delle quali è provvisto
ogni uomo, di modo che anche lui sia una volta in grado di aiutare
chi fosse colpito dalla sfortuna come egli stesso fu aiutato.
Anche
tutto ciò è cristianesimo ed è realizzabile con
un progetto mondiale di sviluppo educativo ed istruttivo, nel quale
ogni cittadino ricopra un ruolo specifico secondo il grado formativo
raggiunto.
Una
società sviluppata in questo senso avrebbe un futuro certo e
felice e darebbe all'annunciazione cristiana l'impronta dell'origine
divina dell'uomo.
L'idealismo,
quale forza creativa, abbisogna della ragione, affinchè non si
perda nel labirinto della logica limitata di questo mondo.
In
questo senso auguro ai lettori „Buon Natale“.
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