La dignità
Tranne rari casi patologici nel
nostro paese non si muore più di fame, ma l'indigenza, anche se considerata con
parametri diversi rispetto al passato, esiste e non è per nulla un fenomeno
sporadico, anzi va aumentando in modo impressionante.
Colpisce, soprattutto, i percettori
di reddito fisso, non adeguatamente tutelati dai danni dell'inflazione che,
chissà per quali motivi, risulta sempre, come indice Istat,
di gran lunga inferiore alla realtà. Mi si dice che dipenda dai beni del
cosiddetto “paniere” e senz'altro è così, ma quando si va a fare la spesa ben poco interessa sapere che il costo della vita
in Italia è aumentato solo del 2% quando, conti alla mano, comprando sempre le
stesse cose si può verificare incrementi di prezzo da gennaio a dicembre
largamente superiori al dato ufficiale.
Ma li avete mai visti dei vecchietti,
marito e moglie, che si aggirano negli ipermercati controllando e
ricontrollando i prezzi dei prodotti? Non è tirchieria, ma è proprio il
conteggiare di chi con fatica arriva a fine mese. Non
hanno vestiti all'ultima moda, ma abiti che, benché in
ordine, portano il segno del tempo, non tubano con cellulari dell'ultima
generazione, ma parlano sottovoce fra di loro. Proprio oggi, mentre ero al
banco della frutta, una coppia di anziani guardava la merce
esposta e, mio malgrado, ho colto qualche frase del loro discorrere a
bassa voce.
Lei gli diceva di prendere un po' di
mele, un paio di chili, ma lui ribadiva che voleva prendere delle banane,
perché lei ne aveva bisogno come aveva detto il medico. E ogni tanto si
lamentavano dei prezzi di questi due frutti, fino a quando
sono arrivati a un forzato accordo: 10 banane per lei e 5 mele per lui.
Hanno messo gli acquisti nel
carrello, dove c'erano soprattutto confezioni di latte, nessuna bistecca
(d'istinto, impulsivamente, ho gettato un'occhiata) e poi sono andati alla
cassa, in silenzio, quasi mortificati.
Forse questo è un caso limite, ma
purtroppo conosco tante situazioni di gente che effettivamente fa quasi i salti
mortali per arrivare alla fine del mese. Però, nessuno di questi si lamenta con
gli altri, nessuno impreca, tutti indossano il vestito della loro indigenza con
una dignità che è propria degli umili, oppressi dall'indifferenza dei più e
dall'ingordigia di quelli che non dovrebbe dimenticarli, ma che invece li
considerano cittadini di serie B, di nessuna utilità per il loro vorace
tornaconto.
A volte mi chiedo come possa vivere
sereno un politico, un parlamentare qualsiasi, che percepisce un reddito di
misura quasi sconvolgente, tanto è elevato rispetto all'impegno che profonde
nella sua attività.
Quando caritatevolmente si ricorda di questi reietti, concede loro un
aumento irrisorio della retribuzione, e solo dopo che la sua è stata
incrementata di cifre assolutamente ingiustificabili.
Mi sembra che per questi satrapi non
si possa parlare di dignità, parola di cui non conoscono nemmeno il
significato; gli altri, i vinti in questo gioco della prevaricazione, restano
muti, ma in un silenzio che urla più forte di
qualsiasi grido.