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  Editoriali  »  Sė ai vaccini, di Ferdinando Camon 09/10/2017
 

Sì ai vaccini

di Ferdinando Camon



 

"Messaggero Veneto" 15 settembre 2017  



Per l’articolo pro-vaccini sono stato sommerso da una tale ondata d'insulti, che dovrei essere annegato. Mi han chiamato "venduto", "prezzolato", "al soldo", e molti anche "fascista", uno (una lettrice) "nazista". La lettrice (Katia) contesta una mia espressione, nella quale dicevo che tra la volontà dello Stato e la contro-volontà della famiglia, è bene per la società che prevalga la prima. La lettrice fa un paragone raggelante. Dice: "Ma lei sa che quando i figli venivano separati dai genitori nei campi di sterminio veniva fatto nel bene dello Stato?". Sicché il nostro Stato, che si organizza per vaccinare i bambini, è come lo Stato nazista, che s'organizzava per ammazzarli nel lager. La vaccinazione è uno sterminio. Lo Stato è un aguzzino delle famiglie, assassino di bambini, per un proprio inconfessato interesse. Usano il termine “fascista”. Evidentemente pensano che dalla parte comunista lo Stato conti poco e la famiglia tutto. Non sanno quello che dicono. Per intenderci, leviamo la parola Stato e mettiamo la parola Legge. La contesa è tra rispettare la legge o violarla. È una contesa che si presenta infinite volte nella vita. Voi volete sapere se io sono vaccinato. Certo, ho fatto tutte le vaccinazioni di legge, e le ho fatte fare ai miei figli. A quell'epoca l'invito alla vaccinazione lo portavano i carabinieri, casa per casa, seguendo le date di nascita dei bambini. Era una vaccinazione obbligatoria e capillare. Sono scomparse malattie tremende per quella pratica, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ringraziato l'Italia per aver fatto sparire il vaiolo dal suo territorio: appartengo alla generazione che ha debellato il vaiolo. Me ne vanto. Ho ancora la patacca della vaccinazione sul braccio sinistro, è il mio tatuaggio, lo considero una medaglia. Ho qui davanti agli occhi una lunga intervista del 13 settembre in cui di queste cose parla il fondatore di Microsoft, che finanzia un'organizzazione mondiale che combatte le malattie epidemiche, e perciò segue l’opera di vaccinazione nel Terzo e Quarto Mondo. Lui è parte in causa. E come tale fa delle considerazioni che c'entrano perfettamente con la nostra discussione. Dice che "con le vaccinazioni si ottiene nel mondo un successo enorme". Spiega: "Abbiamo avuto un così grande successo con le vaccinazioni che la gente nei paesi avanzati non vede più da decenni morti per malattie di questo tipo". E così "è facile giungere alla conclusione che il rischio è zero". È quello che mi obietta uno dei miei contestatori: "Vaccinare i nostri bambini? E perché mai? Dove sono le epidemie?". Il patron dell'organizzazione umanitaria mondiale dice che questo atteggiamento è "sbagliato e pericoloso". Perché il rischio non è mai zero. Forse è anche lui fascista e nazista? O forse ha su queste cose un'opinione diversa dalla vostra, perché ne ha un'esperienza quotidiana e diretta? "Sono venuto qui con i miei bambini perché nel mio paese ci sono tante malattie che da voi sono sparite perché vi vaccinate, e ora scopro che non volete più vaccinarvi", si lamenta un immigrato. Ma l’accusa più frequente che mi fanno i miei obiettori è sul contrasto tra famiglia e Stato. Dicono che è forsennato affermare che c’è un amore dello Stato per i figli. Mi chiedono su questo punto di fare retromarcia, perché l’unico amore che conta è quello della famiglia. Ribadisco: famiglia e Stato amano i figli, ma di amori diversi. Oggi c’è sui giornali, in prima pagina, il ragazzo di 17 anni che ha ammazzato la fidanzatina di 16. Cosa vuole lo Stato? Metterlo in galera. Cosa vuole il padre? Nasconderlo. Chi sbaglia? L’amore paterno. I genitori tendono sempre a proteggere i figli. Fin dalle elementari, quando vanno a sentire come fanno i figli, se i figli vanno male se la prendono con gl’insegnanti. Alle scuole superiori, vanno a protestare dal preside. Ai concorsi è giusto che uno ottenga quel che merita, ma le famiglie che possono brigano per avere raccomandazioni. Nelle assunzioni di lavoro, la legge vorrebbe che prevalesse il migliore, ma provatevi a scalzare un figlio di ricchi e potenti. Morale della famiglia e morale dello Stato contrastano. Questo io dico. E questo non va bene. Troppe volte vince la prima. È per questo che siamo malmessi. Non credo che la Sanità sia in mano a ladri, che impongono i vaccini per intascare tangenti. È un’ipotesi enorme, giustificherebbe la rivoluzione con sparatorie per le strade. Ma che ci siano governanti incompetenti è più che un sospetto. Un ministro dell’Istruzione meno incompetente non avrebbe fatto arrivare la questione dei vaccini fino a questo punto. Invece del “No ai vaccini” sono per il “No al ministro”.


www.ferdinandocamon.it









 
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