Diseducare
Mi lamento spesso che i programmi
televisivi sono di pessima qualità, anzi che spesso sono diseducativi, oltre a
essere ben poco interessanti. Ci sono, ovviamente, rare eccezioni, ma finiscono
per confermare la regola.
Assistiamo così a spettacoli di
intrattenimento per lo più noiosi e di qualità decisamente scadente.
Lunedì 5 marzo mi ero segnato, nel
taccuino della memoria, di vedere il film TV “Pompei”, una miniserie in due
puntate sulla tragica eruzione del Vesuvio avvenuta il 24 agosto del 79 dC.
Premetto che ero ben predisposto,
anche a escursioni di fantasia da parte degli autori, e poi era stato
sbandierato come una grossa produzione cinematografica, con intenti culturali e
grandi effetti speciali.
Ebbene, sapete come è andata a
finire?
Dopo un'ora di spettacolo ho spento
il televisore.
Perché?
Perchè a parte le inesattezze
storiche, la vicenda principale d'amore di poca sostanza, quasi improvvisata,
la realizzazione mi è sembrata di uno squallore tale che i cosiddetti film “storici”
italiani degli anni 60 al confronto sono delle opere d'arte.
L'aspetto prevalente era l'inverosimiglianza
dei fatti: basti pensare alla battaglia, con le truppe romane che vanno all'attacco non compatte, come se stessero passeggiando.
Insomma, da un lato una regia pressoché
assente, dall'altro un aggancio storico pretestuoso per una trama assai
modesta, ed ecco spiegati i motivi del mio disappunto.
Quello che continuo però a chiedermi
è ben altro: c'è una politica volta a una diseducazione degli spettatori,
oppure è inadeguato, per non dire spesso assente, il livello culturale di chi ci
propina i programmi televisivi?
Temo, purtroppo, che ci siano l'uno e
l'altro, un connubio di devastante effetto e di danni ben superiori a quelli
provocati dall'eruzione del Vesuvio.
In tutta la questione quello che mi
rode dentro è che debba pagare un canone per niente, o meglio per non avere in
cambio nulla.