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  Editoriali  »  Governare il mondo con amore e razionalità, di Lorenzo Russo 25/08/2018
 

Governare il mondo con amore e razionalità

di Lorenzo Russo





Una volta, quando ero ancora bambino, vedevo il mondo con altri occhi.

Già, era proprio così, perchè non ero preso da nessuna preoccupazione di natura esistenziale.

Vivevo sensualmente in un altro mondo, per il semplice motivo che per la mia sussistenza si occupavano in primo luogo i miei genitori, di seguito i miei parenti più vicini e infine le associazioni caritatevoli e statali.

Era il periodo dove la povertà era comune ai più e nel sopportarla provavano il senso di essere uguali per forza del destino.

Era come dire che, non esistendo ricchezza da proteggere, si sentivano uniti, se non altro per trovare nell'unione la consolazione di non essere soli a soffrire i mali di questo mondo e quindi godere almeno la beatitudine dell'unione.

Mi chiedo tuttora, perchè il mondo non possa sostenersi su questo schema di sussistenza generale, le cui radici sono fondate sull'amore dettato dall'appartenenza alla stessa sorte di vita e quindi destino.

No, purtroppo così non è, e non sarà mai senza l'impegno serio dell'uomo.

Entrai, così, più tardi nella fase cognitiva di discernere tra il diritto di avere di più, quando mi fossi impegnato maggiormente, e di meno, quando non avessi fatto nulla per migliorare la mia situazione di vita.

E qui sta il nocciolo del problema che crea invidie inappropriate verso i più laboriosi e ingegnosi.

Ritengo, però, che queste forme di invidie hanno una pur parziale giustificazione, in quanto non è dato a tutti di possedere idoneità creative e imprenditoriali, come di vivere nel periodo e nel luogo più favorevole per svilupparle.

Quando si afferma che per natura si ha gli stessi diritti, si deve aggiungere che ogni diritto comporta un obbligo, la cui osservazione è indispensabile per la coesistenza sociale.

Diritto e obbligo sono espressione di avere raggiunto un certo grado di maturità civile, altrimenti diventa problematico l'appartenenza a una società civilizzata.

La natura ha fatto sì che gli uomini, pur essendo simili, abbiano caratteristiche differenti allo scopo di cercarsi e completarsi, ma anche, come purtroppo spesso accade, contrastanti, da generare scontri violenti e tragici, da diventare difficile trovare il senso comune di unione e sostegno.

Ma sono proprio i contrasti che generano energia di vita, perchè spingono l'uomo al loro superamento nel quale dimostrare la sua capacità di sopravvivenza.

Sono quindi il sale della vita, mentre la perfezione non crea reazione e quindi energia nuova.

Da qui necessita la distinzione tra impegni buoni e cattivi, tra capacità di unire e disunire.

Quando il cristianesimo insegna che bisogna aiutare chiunque si trovi in difficoltà, senza interrogarsi se ne abbia un diritto, rispondo che una tale ideologia è destinata a fallire, come pure la storia insegna.

Di fatto, una tale ideologia necessita di esseri geneticamente più evoluti, per cui la complementerei con il concedere un aiuto a credito, cioè temporaneo e con l'obbligo di impegnarsi per il proprio sostegno materiale.

Sarebbe un accordo che sa di compromesso tra cielo e terra, perchè sazia gli affamati e tranquillizza le coscienze degli uomini di buona volontà.

Non tralascio l'importanza fondamentale delle annunciazioni cristiane per il progredire dell'uomo.

Sono loro che lo spingono alla riflessione su come migliorare la coesistenza umana, superando gli ostacoli sia ambientali sia caratteriali.

Un esempio sarebbe che la pace non sia più un derivato della guerra, ma una conquistata posizione evolutiva e quindi duratura.

Chi conquista la pace con la forza, la perderà di nuovo con la forza, perchè non è una pace maturata ma di potere.

Un'analisi della situazione attuale mi lascia perplesso, già senza speranza per il futuro.

Il mondo del lavoro ha già perso da tempo le note sociali che lo caratterizzavano decenni fa.

Quando conta solo il rendimento, espresso in prestazioni sempre più svelte e complesse con il fine ultimo di arricchire i già benestanti, vedo già una marea di dipendenti senza paga e sussistenza sociale a tentare la rivoluzione.

Non è più vita, quando si deve rendere sempre di più e in sempre meno tempo, quando si deve concorrere con una folta schiera di richiedenti lavoro a basso costo, quando non si cura l'ambiente come si dovrebbe. .

Lavoro è fondamento di vita, perchè è riconoscimento delle proprie qualità, mezzo di integrazione e accettazione sociale.

In questo senso dovrebbero operare i sindacati ,educando i lavoratori al senso morale e sociale delle loro prestazioni, affinchè la loro vita acquisti senso e e dignità.

Dubito che tutto ciò possa avvenire, quando noto che i socialisti delle ultime generazioni tradiscono gli ideali dei loro padri in quanto accecati dal benessere materiale raggiunto.

Da qui il richiamo serio di finirla con gli sprechi sia di materia prima sia di condotta di vita insana, con lo scopo di soddisfare i sostenitori dell'economia del consumo illimitato per proprio scopo di lucro.

È tempo di rimediare, prima che il malgoverno generale, irrazionale e cieco, distrugga ogni forma di vita sana e rispettosa.

Se gli ideali sono l'energia propulsiva a superare i vincoli dimensionali, la razionalità è strumento di orientamento per riuscire a mantenere la rotta migliore attraverso le convulse vicissitudini della nostra esistenza.




 
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