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  Editoriali  »  Lo stato del Paese, di Renzo Montagnoli 10/10/2018
 

Lo stato del Paese

di Renzo Montagnoli



Lungi dalle mie intenzioni imitare con questo scritto il discorso del celebre Stato dell’Unione tenuto ogni anno dal Presidente degli Stati Uniti davanti al congresso a sezioni unite, intendo più semplicemente parlare di un’analisi che ho effettuato sull’attuale condizione dell’Italia. Sarà necessariamente incompleta, per mie manchevolezze, e ovviamente anche opinabile, ma, in tutta sincerità e al di là di quelle che possono essere le aspirazioni politiche personali, è ciò che onestamente avverto e che ritengo di esporre.

Considerato che lo scambio di opinioni non avviene più come un tempo al bar, ma si tiene in quella grande piazza virtuale che è Facebook, vi sono entrato anche con l’intento di provocare, che è una delle condizioni indispensabili per cercare di farsi un’opinione, e ho rilevato che gli italiani ignorano il significato della parola democrazia. Tanto a destra che a sinistra la democrazia è solo quella che vede prevalere la propria opinione, mentre un attentato alla democrazia è un’opinione diversa dalla propria. E’ doloroso dover precisare che questo comportamento è dovuto in buona parte all’incredibile ignoranza dei soggetti, che come tante scimmiette ammaestrate parlano tanto di diritti costituzionali, pur ignorandoli. L’atteggiamento è comune sia nei maschi che nelle femmine, realizzando così, purtroppo, un’ eguale ignoranza. Questo modo comportamentale trova forse origine in una popolazione che dopo oltre centocinquanta anni non è unita, ma che è caratterizzata da atteggiamenti faziosi come si riscontravano diversi secoli fa all’epoca dei Comuni e poi delle Signorie; fra l’altro l’Italia è talmente disunita che accetta nel suo alveo dei movimenti separatisti, come quelli della Lega e dei neo-borbonici, che si fondano entrambi su un passato inesistente, o comunque travisato. Politicamente, poi, sparite tutte le ideologie, i partiti presenti sono solo dei movimenti a tendenza populista, nel senso peggiore del termine. Gli italiani non sono contenti dell’andazzo del proprio paese, imputando dei tanti problemi quasi sempre gli altri, come per esempio l’Unione Europea, senza mai fare preventivamente un’autocritica. In tal modo si prosegue negli errori e la situazione tende a peggiorare. Senza voler indicare come imperativo lo sviluppo economico è evidente che se questo non c’è le possibilità di trovare lavoro diventano esigue. Lo stato latita negli investimenti, ma non sono da meno i privati, preferendo tirare avanti, privi di orgoglio, seduti su corone d’alloro ormai appassite, con il non del tutto nascosto intento di trovare un compratore estero delle proprie attività. L’immagine è quella di un paese che lentamente muore, come anche rilevabile dai sintomi, costituiti dall’elevata corruzione e dall’incapacità di provvedere a una svolta significativa e duratura. Si corre dietro a fenomeni meno importanti di altri, come l’immigrazione, tralasciando quelli che dovrebbero essere i punti di svolta, il rovesciamento di quelle situazioni e condizioni che ci stanno strangolando. Abbiamo un debito colossale, ma quel che è peggio è che questo aumenta, mentre il valore della produzione si incrementa in modo irrisorio; del resto non è strano, perché lo stesso Stato privilegia agli investimenti un’assistenza sociale distorta, con cui si rischia di non raggiungere chi ha effettivamente bisogno, ma di arricchire i soliti furbetti. Occorre dire una cosa: gli italiani non si fidano del loro Stato e questo non si fida degli italiani. Come sia possibile andare avanti così è tutto da verificare, appare quasi un miracolo che lo stato non si sia ancora dissolto, uno stato in cui a non pochi non piacciono diverse leggi e si sentono autorizzati a non rispettarle, senza invece far niente affinché siano modificate, un bell’esempio di democrazia. Previsioni per il futuro? Sembrerebbero piuttosto nere, ma dato che è da decenni che si procede in questo modo si spera che possa durare in eterno, perfino timorosi di un eventuale miglioramento. Quindi, continuiamo a vivere alla giornata, scanniamoci per imporre, non elettoralmente, le nostre idee, insomma impegniamoci a portare avanti il nulla, felici e contenti, e speriamo che la fortuna ci assista.

 
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