Pasqua
2019
di
Lorenzo Russo
Che
cosa mi spinge a scrivere ancora sulla Pasqua?
L'ammirazione
per il crocifisso, nella quale si immischia anche commiserazione, per
il fatto che abbia sofferto e patito le stesse sofferenze fisiche che
ogni essere umano avrebbe sofferto al suo posto!
Nessuno
sconto, quindi, neanche quando supplicò il suo padre in cielo
di perdonare i suoi assassini, in quanto non erano coscienti della
portata del loro agire.
In
questa supplica si riscontra quanto la via della maturità,
quella proclamata dal crocifisso, sia lunga e ardua.
Duemila
anni sono già trascorsi e pochi, anzi pochissimi, hanno
sostenuto una tale prova di fiducia nel credo che solo con l'amore si
possa guadagnare la possibilità di sedere a fianco del padre
celeste.
E
qui sta il nocciolo della problematica nella quale sosta l'uomo che,
pur vivendo una esistenza di sofferenze, incertezze, solo
ridimensionate da brevi momenti di gioia, non trova il coraggio di
viverla immergendosi in una realtà trascendentale nella quale
potersi sentire prescelto dal padre celeste.
La
forma trascendentale invita a uno stile di vita che genera molte
energie positive, perché conducono il credente in uno stato
permanente di serenità e certezza che è proprio di chi
è sicuro di seguire la volontà del suo creatore, ma che
difetta della complessa sostanza materiale, quella propria della
dimensione in cui l'uomo è relegato.
Da
qui non posso che affermare che il cristianesimo, pur essendo una
ideologia irrealizzabile in terra, è un credo indispensabile
per l'uomo per non arretrare nell'era primordiale della sua vita.
Essere
cristiani significa impegnarsi con fiducia e coraggio per migliorare
questo mondo.
Ed
è qui che la ricorrenza della Pasqua assume il suo vero
significato, che è quello di vivere la vita nella coscienza
che al male non c'è altra alternativa che darsi al bene, costi
quel che costi.
La
violenza non ha mai risolto i problemi di questo mondo, violenza
genera violenza e alla fine non ci sono vincitori, mentre la
disposizione, fino al sacrificio ultimo, a testimoniare le idee
progressiste emancipatrici è atto coraggioso di
insubordinazione contro le costrizioni dimensionali del male, inteso
come ignoranza formativa fisio-biologica e conseguentemente cognitiva
ed emotiva.
Ma
che cosa è con la ragione che ci aiuta ad amministrare la vita
tra il male e il bene senza creare danni maggiori quando fosse
impiegata adeguatamente?
È
giusto sacrificarsi, cioè rinunciare totalmente alle richieste
della vita terrena per un ideale non proprio terreno?
Un
mondo migliore si otterrebbe con un'adeguata istruzione ed educazione
globale dei popoli, affinché reagiscano contro la violenza di
chi voglia ottenere troppo potere, e meno con preghiere e suppliche
verso un “Alto“ non ancora identificabile.
Si
prendano in seria considerazione i precetti cristiani, ma non si
dimentichi che la natura ha donato all'uomo il senso della ragione,
quale stimolo evolutivo anche per comprendere e realizzare ancor
meglio le annunciazioni del Cristo morto sulla croce senza sconfinare
in una pur possibile, ma non certa, vita nel dopo.
Nessuna
volontà superiore dovrebbe pretenderlo dall'uomo.
Gli
ideali e la ragione sono il fondamento della vita, perché
agiscono in essa come bussola in un mare in tempesta.
Gesù
Cristo ha comunicato al mondo verità così profonde da
risultare ai più non accessibili.
Solo
chi è puro nell'animo riesce a comprenderle e farne il senso
della sua vita, ma chi può affermare di esserlo?
In
questo senso la Pasqua assume un significato determinante: quello che
attraverso il sacrificio sul Golgata porta assoluzione e liberazione
per i veri credenti.
Ma
cosa spinge l'uomo al credo in un Dio, ad eccezione del bisogno di
aiuto e e consolazione?
Per
me il riferimento a Dio rappresenta il tentativo di ricongiungimento
con l'Unità originaria, dopo millenni di separazione.
Dio
è simbolo proprio dell'origine della vita e la separazione
segna l'inizio di un ancora perdurante processo volto al
ricongiungimento con l'origine nell'unione.
E
qui noto un certo parallelismo coi superstiti delle tragedie umane,
con il loro affannarsi a rintracciare i loro cari, dispersi in tutto
il mondo o sterminati, da diventare il senso assoluto della loro
vita.
Ritrovare
quell'unione affettiva che viene tramandata di generazione in
generazione.
Non
sono d’accordo con il concetto di punizione, e non lo sarò
fino alla dimostrazione concreta per quale reato fu imposta.
Il
percorso di ricongiungimento è ricco di insidie, in quanto
deve essere guadagnato ed è qui che Gesù ci ha indicato
la via migliore da seguire.
Il
concetto idealizzato dell'esistenza di un Dio trova il suo fondamento
nello stimolo, innato nell'uomo, di voler superare le costrizioni
dimensionali, cioè di volere accedere a dimensioni migliori,
dove ritrovarlo e convivere.
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