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  Editoriali  »  Da bambino ad adulto, senza che sia cambiato sostanzialmente qualcosa in meglio, di Lorenzo Russo 12/12/2019
 
Da bambino ad adulto, senza che sia cambiato sostanzialmente qualcosa in meglio

di Lorenzo Russo





Da piccolo era ancora uso frequentare la parrocchia del rione.

Ce ne erano tante, disparse in tutta la città, così che erano raggiungibili per ogni bambino,

Fu lì che venne insegnata la dottrina della misericordia, della concordanza e ubbidienza agli insegnamenti delle scritture e degli adulti.

Accettai il tutto, perchè mi sentivo protetto e custodito. Inoltre avevo la possibilità di divertirmi, giocando al pallone o altri giochi diffusi in quel tempo.

Il pomeriggio era così il tempo preferito da tutti i bambini. Lo si trascorreva schiamazzando per ore, senza riguardo degli anziani che abitavano negli edifici adiacenti alla parrocchia.

Poveri loro, che pazienza che avevano!

Era il periodo del dopoguerra ed eravamo tutti come resuscitati dalle macerie e dai dolori che causò.

Era il periodo di tolleranza e speranza in un futuro migliore.

Bè, allora ero un bambino, custodito e rifocillato quel tanto per sopravvivere, per cui non mi ponevo domande sul senso dell'ubbidienza impostami dagli adulti.

Ero cosciente che da bambino dovevo ubbidire ai miei genitori, se non altro perchè mi amavano e curavano, tanto da non sentire la cruda realtà della vita.

Solo anni dopo il mio sentire e giudicare mutarono radicalmente.

Non mi sentivo più nello stato di protezione concessa ai piccoli, bensì esposto ai rischi e responsabilità che ogni mia decisione e dichiarazione potevano causare.

Da qui incominciai a ragionare e a mettere in dubbio ogni dichiarazione degli adulti.

Lo feci, perchè ero spinto dalla convinzione che il loro mondo fosse da migliorare per creare un futuro migliore.

Solo anni dopo, mi accorsi che questa convinzione, agente in me come stimolo costrittivo di poter mutare la realtà degli adulti solo volendo, non aveva fondamento pratico, cioè era una idea propria del mio crescere, fino a diventare adulto e cosciente della realtà terrena.

Fu come se la mia mente si fosse annebbiata nel momento di voler mettere in pratica tutti i miei ideali giovanili.

Da qui, il mio mondo da adolescente perse l'energia dinamica iniziale, fino a svuotarsi, fatto che mi rese deluso e depresso.

Se prima desideravo di crescere in fretta per raggiungere l'età degli adulti, quell’ età dove poter prendere le mie decisioni, ora non desideravo altro che rimanere bambino, incosciente e innocente.

Mi accorsi che il mondo reale degli adulti era paragonabile a uno stato di prigionia voluto da una volontà più forte e costrittiva.

Non che, in un certo senso, anche quello dell'infanzia non lo sia, ma è che viene compensato dall'amore e assistenza degli adulti che si curavano di me, così da non volerlo abbandonare.

Mi accorsi anche della necessità di avere rapporti buoni con il prossimo, nel credo che l'unione mi avrebbe reso più forte e idoneo per la vita.

La chiesa cattolica ha formato i giovani, ha dato loro assistenza e consolazione, ma non li ha istruiti a ragionare con la propria testa, nella considerazione che sia compito della madre chiesa a provvedere al tutto, così che al credente non rimane che ubbidire e stare zitto.

Gli insegnamenti ricevuti sono il risultato della sua interpretazione dei vangeli, scritti duemila anni fa, quando i popoli non erano istruiti come oggi ed erano tenuti sottomessi dal clero di turno con la forza e l'intimidazione di perdere l'accesso al paradiso.

Le autorità civile e religiosa hanno quasi sempre cooperato insieme per mantenere il potere sui popoli, per cui non mi meraviglia che ad essi subentrò il comunismo per portare il popolo al potere.

Purtroppo l'avvento del comunismo non fu un atto di conquistata maturità, ma di forza e violenza fratricida.

Di conseguenza, posso aggiungere che Cristianesimo e Comunismo sono due forme di convivenza sociale non realizzabili in questo mondo. Lo affermo per scagionare l'uomo, in quanto egli vive non per sua volontà in questa dimensione priva di energie evolutive.

È così che il comunismo fallisce sempre di nuovo, per corruzione e malgoverno dei suoi poteri istituzionali, come per mancanza di incentivi e riconoscimenti materiali per chi si impegnasse maggiormente nel campo del lavoro, così che adagio adagio l'economia crolla e il popolo impoverisce ancor più.

Questo dimostra che l'uomo non è fatto per dare senza ricevere altrettanto.

Di questo principio si nutre il sistema capitalista liberale, solo che troppo spesso dà di meno di ciò che invece pretende.

Oggi il mondo è in mano al capitale, maneggiato dagli enti finanziari internazionali, a mio parere più per uso personale dei suoi dirigenti o di parte che per aiutare i popoli, che così rimangono sempre sottomessi e sfruttati.

Il potere non accetta l'allargamento verso il basso. Il potere è dominio, al quale i popoli non possono accedere se non con la rivoluzione, cioè con la forza.

Accade poi, che dopo un breve periodo iniziale di miglioramento delle condizioni sociali, i nuovi padroni agiscono come i vecchi, se non peggio, il debito pubblico aumenta a dismisura e il rendimento lavorativo cala, anch'esso a dismisura.

Il ritorno al potere della casta privilegiata, più istruita al suo esercizio perchè più ordinata, coerente e meno litigiosa, ne è la conseguenza.

Cosa porterà il futuro? A mio parere il fallimento delle religioni, degli apparati politici e della finanza, insomma di tutto ciò che l'uomo ha creato finora senza senso ed equità.

Il che porterà a una dittatura mondiale senza precedenti e con essa la fine dell'era umana fondata sulla libertà individuale.

In questo mondo la massa popolare sarà ridotta in schiavitù, condizione che impoverirà la sua mente, fino allo stadio di massa amorfa, ma governabile.


 
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