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  Editoriali  »  Streghe e stregoni, di Renzo Montagnoli 20/06/2020
 
Streghe e stregoni

di Renzo Montagnoli



Famoso quanto I promessi sposi, La storia della colonna infame parla del processo promosso a Milano, durante la famosa peste del 1630, contro due presunti untori, considerati responsabili della diffusione del morbo grazie a numerose strane sostanze, il tutto in seguito ad una accusa, del tutto infondata, di una donnetta del popolo. Interrogati e torturati, per porre fine ai loro tormenti, accusarono a loro volta altri inconsapevoli. Il processo si concluse con la condanna a morte dei due iniziali presunti untori, mediante il tormento della ruota. Da allora sono trascorsi 390 anni, sono accadute molti fatti, l’Italia è diventato uno Stato, si è introdotto il suffragio universale, quasi tutti i paesi di questo mondo hanno dei parlamenti con dei rappresentanti eletti dal popolo, è stato debellato il vaiolo, la poliomielite è un lontano ricordo, la gente non si muove più a piedi o a cavallo, ma in auto o in moto, l’uomo ha messo piede sulla Luna. C’è stato quindi un progresso talmente marcato che una qualsiasi persona del secolo XVII, qualora fosse catapultata nel nostro, uscirebbe probabilmente di senno.

Eppure poco ci manca che ritornino gli untori o anche peggio, perché questa pandemia causata dal Covid 19 ha fatto emergere un lato umano che si sarebbe creduto ormai sconosciuto. Basti pensare al fatto che c’è della gente, che è contro i vaccini, che arriva ad affermare che grazie al Covid sarà fatto un vaccino con il quale gli esseri umani verranno asserviti totalmente e, fantasia per fantasia, non pochi pontificano dicendo che il 5G, Bill Gates, il Covid sono le ultime grandi armi con cui si vuole spegnere la civiltà. Ciò che però mi sconcerta di più è che tali affermazioni, oltre a essere proprie di gente dalla grassa ignoranza, sono frutto anche di individui che, almeno sulla carta, dovrebbero essere più che istruiti, fra i quali addirittura anche dei medici. E, poi, non bastassero questi, nel campionario dei folli sono presenti anche i terrapiattisti, quelli che sostengono l’esistenza delle streghe e degli stregoni, quelli che sono certi che tutto quanto accade è colpa degli alieni, insomma per farla breve c’è di che restare basiti. In questo quadro deprimente si inseriscono poi gli scienziati che possiamo definire ufficiali e che di fronte a un virus di cui si conosce ancora poco si lasciano andare ad affermazioni a dir poco sconcertanti, salvo poi in seguito contraddirsi più volte. “Questo virus non arriverà mai in Italia!, “E’ meno di un’influenza” “ E’ una sciocchezza.”. Francamente, alla paura di contrarre il morbo e di morirne, si accompagna tutta una campagna di disinformazione, che spero non voluta, ma che disorienta chi invece attende non dico certezze, perché non sarebbero possibili, ma almeno speranze. Se devo essere sincero, più del virus mi spaventano gli esperti che si atteggiano tali e non lo sono, quelli che credono a streghe e a stregoni. Abbiamo scoperto come produrre l’elettricità, siamo iusciti a scindere l’atomo, siamo in grado di viaggiare nello spazio, ma, purtroppo, siamo ancora in preda ad ataviche paure e a un livello d’ignoranza collettivo che, con il passare degli anni, anziché diminuire, sembra aumentare. Ritorna allora in mente il verso 119 del canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri, quando Ulisse tiene un discorso per incoraggiare i suoi compagni a proseguire il viaggio oltre le Colonne d’Ercole, che era ritenuto l’estremo confine del mondo conosciuto, concludendo con la famosa frase “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.   In pratica chiede ai compagni di viaggio di pensare per un momento alla propria origine, visto che tutti loro non sono stati creati per vivere come animali, ma per seguire la virtù e accrescere la conoscenza.

Temo che oggi Ulisse resterebbe del tutto inascoltato.





 
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