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  Editoriali  »  A una poetessa che ci ha lasciato, di Renzo Montagnoli 16/09/2020
 
A una poetessa che ci ha lasciato

di Renzo Montagnoli



La mia conoscenza di Graziella Cappelli come poetessa è abbastanza recente e risale alla fine dell’anno 2017, ma da subito ho potuto apprezzare la freschezza dei suoi versi, quasi sempre ispirati dalla natura che entrava in felice simbiosi con il suo animo, con il suo tratto gentile e sommesso nel proporsi. Ho potuto apprezzarla anche come narratrice, con quel suo racconto lungo Rossella tra sogno e realtà in cui ci ha parlato di se stessa, della sua infanzia in un modo tanto semplice quanto efficace, con quel garbo che era una sua caratteristica.

Rammento che, recensendo positivamente il libro, avevo tuttavia lamentato che la narrazione si era interrotta troppo presto e che avrebbe dovuto e potuto proseguire perché sicuramente c’era ancora molto altro da scrivere. La mia osservazione era del gennaio del corrente anno e lei mi disse che sperava di poterlo fare; purtroppo non era una sua mancanza di volontà, era quel più che giustificabile timore per quella malattia che l’ha portata via alcuni giorni fa. Non ho avuto modo di conoscerla di persona, ma negli scambi epistolari, dai contenuti delle sue poesie ho ritratto l’impressione di una persona solare e che ha cercato di essere positiva fino in ultimo. Nella sua gentilezza alcuni giorni fa mi ha inviato un messaggio il cui esatto significato è ora chiaramente comprensibile, mi ha scritto dicendomi che era in ospedale per una polmonite e ringraziandomi per il tutto. Ho avvertito un brivido, perché ho intuito parole di commiato, ma poi ho cercato di cacciare questa idea tragica, ho sperato di sbagliarmi, ma la realtà ha si è rivelata poi in tutta la sua tragicità.

E’ stato un anno crudele, Covid 19 a parte, con la dipartita di un caro amico e grande poeta come Vincenzo D’Alessio, con la scomparsa di Bruna Cicala, di cui avevo appena iniziato ad apprezzare la poesia e ora con questo nuovo lutto. Tre esseri umani, tre belle anime che hanno saputo aprire con i loro versi agli altri, questo erano e vorrei tanto immaginarli su una nuvoletta intenti a scrivere nuove poesie di una bellezza celestiale, gettando ogni tanto un’occhiata quaggiù, contenti di sapere quanto li abbiamo apprezzati e quanto ancora li stimiamo, perché quando si passa sull’ultimo ponte lasciamo certamente affetti, ma gli artisti, e fra questi i poeti, lasciano il bello, parole magicamente composte in armonia di suoni e in intensità di contenuti.

 
©2006 ArteInsieme, « 014052050 »