La
Democrazia va meritata
di
Lorenzo Russo
Quando
è la volontà del popolo che regge un sistema politico,
vuol dire che la democrazia ha fatto il suo ingresso trionfale.
Questo
non significa che tale sistema riesca a creare sviluppo sociale.
A
confermarlo è il continuo confronto, quasi giornaliero e non
proprio gioviale, tra le forze politiche che sono al potere e quelle
che sono all'opposizione.
Fare
politica dovrebbe sempre comportare l'agire per il bene del paese.
Con
questo voglio segnalare che sia le forze governative sia quelle
dell'opposizione dovrebbero sì accanirsi dialetticamente a
dimostrare di essere migliori, ma sempre in un clima di cooperazione
consultativa, di modo che le delibere fatte giovino a tutta la
popolazione che li ha eletti.
Ciò
che si nota oggigiorno non è altro che un sostenere scopi di
partito, vale a dire la conservazione del potere e con essa delle
poltrone.
All'origine
di tale distorta situazione sta generalmente l'ignoranza del popolo,
anche lui tendente a ottenere migliori guadagni personali.
Ed
è per questo che ogni formazione politica ha i suoi elettori,
per cui la vittoria di un partito è la vittoria dei suoi
elettori, così che, alla fine, è il paese intero a
pagare il prezzo della sua ignoranza civile e intellettuale.
L'opportunismo
dilagante è un male capace di distruggere la democrazia.
In
esso agisce l'ignoranza, sfociante in menefreghismo, uguale a
noncuranza di tutto ciò che terrebbe il popolo unito.
Alla
fine è la violenza che detta il comportamento del singolo, del
gruppo, e che rende il paese un campo di battaglia, dove tutto è
lecito, fino al saccheggio dei beni culturali che sono il gioiello
del paese, dimostrazione di elevato intelletto creativo acquisito.
La
lotta, sostenuta per instaurare la democrazia, risulta così
vana a causa dell'immaturità dei suoi attori.
Il
tutto è dimostrazione della mancanza dell'identità
nazionale, proprio oggi, quando si viene accusati di razzismo solo a
farne un cenno.
Noto
come sia più facile cambiare il nome di un gruppo di individui
con caratteristiche particolarmente differenti, che istruire i
cittadini a comprendere e intendere il suo vero significato.
È
come dire che, cambiando il nome, vengano eliminati i falsi
preconcetti interpretativi che hanno creato il problema.
La
fine delle nazioni, libere e pacifiche, è sinonimo della fine
del benessere che è stato creato con il superamento degli
eventi tragici del passato.
Unire
tutti i popoli in un lasso di tempo fin troppo breve e senza curare
le loro particolari caratteristiche, tutte formatesi con il
superamento di tantissime disgrazie, porta al livellamento delle
caratteristiche individuali, che ogni persona porta con sè e
tramanda di generazione in generazione.
Esse
sono le uniche che lo rendono un essere creativo e propenso a
svilupparsi ulteriormente, mentre il livellameno sociale e
intellettuale rende l'uomo un mezzo d'uso e consumo per l'elite del
potere.
La
globalizzazione porterà a questo risultato, in quanto è
una mossa inventata dall'elite per governare tutto il mondo.
Mi
stupisce che gli studenti non vengano istruiti adeguatamente, perchè
solo così si potrebbe formare un fronte contro questa
ideologia masochistica, innestata nella vita odierna da quei pochi
individui che sono tanto ingegnosi a diffondere il male facendolo
apparire il bene assoluto.
Il
Bene e il male sono dimostrazione dell'incapacità dell'uomo di
comprendere le forze che regolano la sua vita in terra.
L'uomo
è condannato a vivere questa vita, la volontà di
viverla è incisa nella sua forza della sopravvivenza, per cui
sarebbe per lui consigliabile servirsi della ragione per evitare il
peggio del peggio.
Quello
che mi auguro è una istruzione civile e sociale più
elevata e determinata, di modo che i popoli trovino l'unione nel
concorrere cognitivamente con l'elite, perchè è da
questa discrepanza che essa trae i suoi vantaggi di dominio.
Unità
dei popoli, quindi, nel procedere per il proprio bene, ma non fusione
che crea solo dittatura.
L'influsso
della Elite si fonda sulla creazione di una fitta rete di vantaggi e
dipendenze per i propri adepti. E da qui è comprensibile che
sia più facile entrarne che uscirne.
Al
suo servizio stanno i poteri dell'alta finanza, della politica e
della religione.
Il
loro Dio è il potere, forza fondamentale dimensionale, il
mezzo per ottenerlo è il denaro, che possiedono in enorme
quantità. A questo si aggiunge la diffusione mediatica al loro
servizio.
I
loro adepti sono intelligenti e istruiti. Lo si riconosce nel
concedere benevolmente la democrazia ai popoli in subbuglio per i
loro diritti, ben sapendo che i loro capi, prima o poi, saliranno sul
loro carro vincente.
Per
loro è chiaro che, concedendo una parvenza di libertà,
ottengono la legittimazione a procedere.
I
popoli diventono, così, il mezzo per raggiungere il loro fine
(Macchiavelli docet).
E
qui, mi viene di aggiungere, che chi è pronto a sacrificarsi
per i propri ideali dà alla sua vita un senso tangibile di
volontà e coraggio.
Il
motto meglio vivere un giorno da leone che cento da pecora
svela il senso di un vivere ripagante per sè stesso e per gli
altri che lo mantengono in memoria.
Mi
sembra che attualmente tutto ciò sia andato perso nei vizi del
consumo senza senso e nel voler vivere una vita lunga e
insignificante.
Su
questa scia ogni civiltà scompare per l'incapacità di
reggersi e un'altra sorge con forti energie iniziali di diffusione.
Ma
tutto ciò dimostra, col suo ripetersi periodicamente, che
l'uomo è prigioniero di una volontà superiore
incontrollabile.
Rimaniamo
prudenti, quindi, ma soprattutto non lasciamoci imbrogliare da chi si
presenta come il salvatore inviato da un Dio buono e supremo.
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