Due voci verso sera
di Renzo Montagnoli
Immaginatevi due persone, come tante,
non più giovani, anzi un po' anziane, che trovano all'improvviso realizzato
quello che è il desiderio di molti: la pubblicazione di un libro.
Oggi ci sono tanti giovani che
scalpitano, che sognano di entrare nell'olimpo letterario e che fantasticano di
riuscire a scrivere un best seller. E magari non sono ancora riusciti ad avere
una pubblicazione, mentre due persone, avanti con gli anni, e che in tutta una
vita forse nemmeno pensavano di riuscire a vedere edito un loro lavoro ce l'hanno fatta.
Non voglio tuttavia che questa mia
riflessione sia intesa come una rivincita di una generazione su un'altra,
perché lo scopo è ben diverso, anzi io e Cristina auguriamo a chi cerca di
emergere che ciò avvenga alla svelta, ma con un'opera in cui ha messo tutto il
suo cuore e tutto il suo ingegno, tale da aver coscienza di aver onorato il
proprio nome con un prodotto dignitoso.
Ho conosciuto Cristina quasi per
caso, quando ha cominciato a pubblicare sul sito “poetare” e sono rimasto subito sorpreso dalla
qualità e dalla forte personalità delle sue poesie. L'ho seguita con interesse
e lei che mi stimava (e sono certo che è ancora così) avrebbe gradito un
mio commento critico. Ho glissato, perché sarebbe stato assai meglio parlare
della sua ars poetica e per far questo avevo bisogno di leggere molti suoi
lavori. Quando mi è stato chiesto di scrivere la prefazione di Fiori e fulmini,
questa era già stampata nella mia mente, pronta per riversare su carta
l'ammirazione che nutro per un'autentica artista, non diversa
però dalla Cristina Bove donna, due figure che si fondono in un'immagine
radiosa di esemplare umanità.
Il caso ha voluto che il nostro
battesimo letterario avvenisse lo stesso giorno, con due lavori poetici, di
diversa natura. Fiori e fulmini di Cristina Bove è una silloge in cui lei ha
riversato l'esperienza, le emozioni, le gioie e i dolori di tutta una vita, e
l'ha fatto con soavità, tanto che vincono tranquillamente i fiori sui fulmini.
Chi la conosce sa che sto dicendo il vero e questa raccolta
poetica è il messaggio di un essere umano che, pur nella malinconia,
spesso velata, nasconde una incredibile forza di vivere.
Sono poesie, le sue, semplicemente
stupende e non aggiungo altro, per non rischiare di essere tacciato di
favoritismo.
Tranquillizzo tutti, perché dei Canti
celtici non dirò nulla e ciò per un puro motivo deontologico.
Perché abbiamo scritto e perché
abbiamo pubblicato?
Non solo per mostrare il nostro animo
agli altri, ma anche per lasciare una traccia di noi, un ricordo che almeno sia
collegabile a un oggetto e al suo contenuto da conservare per i nostri posteri.
Siamo ad un età
dove si vive del passato e del presente, mentre il futuro ci sfugge e ci
impedisce di fare programmi per l'avvenire. Se qualcuno di voi comprerà i
nostri due libri e li leggerà, e ne parlerà ai figli, sarà come proiettarci
idealmente in quel futuro che noi non vediamo. E così, se questi giovani, leggendo i nostri
versi, riusciranno a sognare, lo faranno anche per noi.
Mi sembra giusto che Cristina e io vi
proponiamo di seguito un assaggio, piccolo, ma
significativo, dei nostri due libri.
Grazie per l'attenzione.
ERA DI
MAGGIO ( ai miei figli)
di Cristina Bove
Era di maggio e tra le rose in fiore
l'inattesa brinata sparpagliava
di petali e di foglie il davanzale
la ventata li colse impreparati
scompigliandone gli abiti e i pensieri
Avrei voluto custodirli ancora
nasconderli al destino ed al dolore
tenerli stretti nella mia premura
proteggerli da oltraggi e delusioni
fermare il tempo mio per non lasciarli
e il tempo loro per vederli eterni
Invece posso solo consolarli
per una tregua che
non basta mai…
Posso soltanto starmene in disparte
per cercarmi nel cuore ancora un poco
di quella fiaba che gli raccontavo
quando la vita era soltanto gioco.
Ma
nel soffiar del vento anche l'estate
passerà per far posto
al loro autunno
e nell'inverno soli affronteranno
la crudeltà del tempo
senza me
(da Fiori e fulmini- Il
Foglio, 2007)
Guerrieri
sull'acqua
di Renzo Montagnoli
Sorge presto questa sera la luna,
sembra emergere dall'acqua del canneto,
in quell'immobilità
del tempo
che è il passaggio dal giorno alla
notte.
Ai richiami degli acquatici si sostituisce
il canto triste e melodioso delle ninfe
imprigionate dall'oblio.
E nella bruma che si corica sulla superficie
di poco increspata dalla brezza
par di vedere scivolare le lunghe barche
dei guerrieri
che riprendono possesso di un mondo
tutto loro.
Le armature scintillanti,
i volti tesi,
lo sciabordio dei remi,
avanzano a riconquistare il ricordo di
un'epoca passata,
che solo il sogno sa vedere e capire.
Un altro mondo, che è profondo in noi,
e che scompare nel volger di un attimo
ai primi bagliori di luce che si
accendono a oriente.
(da Canti
celtici – Il Foglio, 2007)
Consiglio di chiudere questa pagina
ascoltando questo brano veramente sublime.
http://www.youtube.com/watch?v=ww8wqEgFIA8