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  Editoriali  »  Riflessioni sull'anno 2007 28/12/2007
 

Riflessioni sull'anno 2007

                            di Renzo Montagnoli

 

Manca poco ancora e poi quest'anno si chiuderà. Non ho nessuna intenzione di fare dei bilanci, soprattutto di carattere personale, né di parlarvi degli eventi più salienti, anche perché tutti questi sono ahimè di tipo negativo.

Qualcuno potrebbe dire che proprio questo mese all'ONU si è giunti a una risoluzione storica, con la moratoria delle esecuzioni capitali, ma mi spiace replicare che è tutto fumo negli occhi, perché non è vincolante per gli stati membri, ennesima dimostrazione dell'inutilità di tale organismo, un vero e proprio specchietto per le allodole.

No, non c'è di che essere soddisfatti, visto che stiamo sempre più distruggendo il pianeta con produzioni inutili se non a portar soldi ai soliti noti, che le guerre dilagano e si riattizzano anche là dove i focolai parevano spenti, che l'umanità nel suo insieme è il ritratto dell'infelicità. In particolare i poveri sono sempre più poveri e i ricchi lo sono sempre di più; in mezzo ci stanno gli altri, troppo abbienti per essere miseri, ma non abbastanza da essere opulenti. E se per i ricchi il problema è quello di arraffare il più possibile, per gli indigenti invece è quello di far quadrare il pranzo con la cena. Gli altri si impegnano, inconsciamente, affinché la miseria continui a esistere e al fine di soddisfare gli appetiti capitalistici. Hanno problemi diversi, ma non di sussistenza, bensì di status quo, onde non sfuggire alla generale omologazione di un mondo spersonalizzante. E così regna sovrana ovunque l'indifferenza, un atteggiamento che progressivamente abbiamo esteso anche nei confronti di noi stessi, alimentando una vita priva di ideali e senza fiducia nel futuro. Si potrebbe dire che si vive alla giornata, ma tutto sommato si vegeta alla giornata, senza entusiasmi, magari pronti a rifugiarci in un bicchierino, se non addirittura in un paradiso artificiale. Per condurre una vita così si accetta tutto, come i morti sul lavoro, per i quali mi sarebbe sembrata più logica non dico una moratoria, ma un'effettiva attività di controllo su imprese spesso condotte da veri e propri pirati.

Lo so, lo sono che ci sono altri problemi, come il rincaro dei carburanti, dell'energia, del cibo, ma sono sempre problemi che ci toccano, che ci rendono più difficoltosa quella vita del cavolo che già conduciamo.

Mi direte, allora: certo che tu, più pessimista di così…

E invece una flebile speranza che non tutto è perduto si ha da concreti atti di solidarietà che, fra mille difficoltà, esseri umani di diversa estrazione portano avanti, gente che non conosce l'indifferenza, ma riesce ancora ad amare.

Non parlo solo dei medici senza frontiere, dei missionari, di persone che insomma hanno fatto della solidarietà la loro vita, ma anche di casi più semplici tanto da sembrare banali.

La vicenda di Gramos, portata alla ribalta da Morgan Palmas, un ragazzo (per me lo è, come spirito ancora puro) che già dedica parte del suo tempo ad alleviare le sofferenze dei senza tetto, ne è un esempio lampante.

Tramite Internet molti sono venuti a conoscenza del problema, non pochi hanno cercato le soluzioni (solo quelle di carattere economico ovviamente), per poi approdare, grazie alla disponibilità e sensibilità di Sabrina Campolongo a un'idea geniale, quella di pubblicare un libro di fiabe con il cui ricavato contribuire alle spese di cura e mantenimento di Gramos.

Qualcuno potrà dire: non è una novità.

E' vero che non è una novità, ma la disponibilità di tanti nella circostanza, che di certo non hanno avuto un tornaconto di immagine, come accade invece in altre iniziative benefiche, è stata una piacevole scoperta che dentro di noi ancora batte un cuore, che amare significa anche aiutare i più deboli, che aiutando i più sfortunati aiutiamo noi stessi a non diventare esseri inanimati. E che dire poi di quelli che hanno acquistato il libro, se non che hanno compreso che con pochi Euro potevano ritornare a essere se stessi, come erano ancora nella culla, non traviati da un mondo spietato con i deboli e sottomesso con i forti.

Chiudo, per non farla troppo lunga e con l'augurio che il 2008 confermi queste speranze. In tal senso invito ancora chi non l'avesse fatto ad acquistare Le fiabe di Gramos, cliccando qui, perché potrete leggere dei racconti simpatici, potrete dare una mano a questo sfortunato bambino kosovaro, ma, soprattutto, dimostrerete a voi stessi che la vita può e deve essere diversa.

Buon anno a tutti.  

 

 

 
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