Riflessioni sull'anno 2007
di Renzo Montagnoli
Manca poco ancora e poi quest'anno si
chiuderà. Non ho nessuna intenzione di fare dei bilanci, soprattutto di
carattere personale, né di parlarvi degli eventi più salienti,
anche perché tutti questi sono ahimè di tipo negativo.
Qualcuno potrebbe dire che proprio
questo mese all'ONU si è giunti a una risoluzione storica, con la moratoria
delle esecuzioni capitali, ma mi spiace replicare che è tutto fumo negli occhi,
perché non è vincolante per gli stati membri, ennesima dimostrazione
dell'inutilità di tale organismo, un vero e proprio specchietto per le
allodole.
No, non c'è di che
essere soddisfatti, visto che stiamo sempre più distruggendo il pianeta
con produzioni inutili se non a portar soldi ai soliti noti, che le guerre
dilagano e si riattizzano anche là dove i focolai parevano spenti, che
l'umanità nel suo insieme è il ritratto dell'infelicità. In particolare i
poveri sono sempre più poveri e i ricchi lo sono sempre di più; in mezzo ci
stanno gli altri, troppo abbienti per essere miseri, ma non abbastanza da
essere opulenti. E se per i ricchi il problema è quello di arraffare il più
possibile, per gli indigenti invece è quello di far quadrare il pranzo con la
cena. Gli altri si impegnano, inconsciamente, affinché la miseria continui a
esistere e al fine di soddisfare gli appetiti capitalistici. Hanno problemi
diversi, ma non di sussistenza, bensì di status quo, onde non sfuggire alla
generale omologazione di un mondo spersonalizzante. E così regna sovrana
ovunque l'indifferenza, un atteggiamento che progressivamente abbiamo esteso
anche nei confronti di noi stessi, alimentando una vita priva di ideali e senza
fiducia nel futuro. Si potrebbe dire che si vive alla giornata, ma tutto sommato
si vegeta alla giornata, senza entusiasmi, magari pronti a rifugiarci in un
bicchierino, se non addirittura in un paradiso artificiale. Per condurre una
vita così si accetta tutto, come i morti sul lavoro, per i quali mi sarebbe
sembrata più logica non dico una moratoria, ma un'effettiva attività di
controllo su imprese spesso condotte da veri e propri pirati.
Lo so, lo sono che ci sono altri
problemi, come il rincaro dei carburanti, dell'energia, del cibo, ma sono
sempre problemi che ci toccano, che ci rendono più difficoltosa quella vita del
cavolo che già conduciamo.
Mi direte, allora: certo che tu, più
pessimista di così…
E invece una flebile speranza che non
tutto è perduto si ha da concreti atti di solidarietà che, fra mille
difficoltà, esseri umani di diversa estrazione portano avanti, gente che non
conosce l'indifferenza, ma riesce ancora ad amare.
Non parlo solo dei medici senza
frontiere, dei missionari, di persone che insomma hanno fatto della solidarietà
la loro vita, ma anche di casi più semplici tanto da sembrare banali.
La vicenda di Gramos,
portata alla ribalta da Morgan Palmas, un ragazzo
(per me lo è, come spirito ancora puro) che già dedica parte del suo tempo ad
alleviare le sofferenze dei senza tetto, ne è un
esempio lampante.
Tramite Internet molti sono venuti a
conoscenza del problema, non pochi hanno cercato le soluzioni (solo quelle di
carattere economico ovviamente), per poi approdare, grazie alla disponibilità e
sensibilità di Sabrina Campolongo a un'idea geniale,
quella di pubblicare un libro di fiabe con il cui ricavato contribuire alle
spese di cura e mantenimento di Gramos.
Qualcuno potrà dire: non è una
novità.
E' vero che non è una novità, ma la
disponibilità di tanti nella circostanza, che di certo non hanno avuto un
tornaconto di immagine, come accade invece in altre iniziative benefiche, è
stata una piacevole scoperta che dentro di noi ancora batte un cuore, che amare
significa anche aiutare i più deboli, che aiutando i più sfortunati aiutiamo
noi stessi a non diventare esseri inanimati. E che dire poi di quelli che hanno
acquistato il libro, se non che hanno compreso che con pochi Euro potevano
ritornare a essere se stessi, come erano ancora nella culla, non traviati da un
mondo spietato con i deboli e sottomesso con i forti.
Chiudo, per non farla troppo lunga e
con l'augurio che il 2008 confermi queste speranze. In tal senso invito ancora
chi non l'avesse fatto ad acquistare Le fiabe di Gramos,
cliccando qui, perché
potrete leggere dei racconti simpatici, potrete dare una mano a questo
sfortunato bambino kosovaro, ma, soprattutto, dimostrerete a voi stessi che la
vita può e deve essere diversa.
Buon anno a tutti.