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  Editoriali  »  Panem et circenses 15/06/2006
 

Panem et circenses

 

In epoca imperiale erano abbastanza frequenti feste di varia natura tenute al Colosseo, durante le quali venivano generosamente distribuiti cibi e vivande.

Il volgo si divertiva e chiudeva volentieri un occhio, se non addirittura tutti e due, sugli intrallazzi a suo danno perpetrati dal Senato e dall'imperatore stesso.

Se la storia insegna, occorre anche dire che la quasi totalità dei suoi scolari è disattenta, perché continua ricadere, inesorabilmente, nello stesso errore.

Il miglioramento delle condizioni economiche non rende più necessaria la distribuzione dei cibi, ma i circenses sono insostituibili, tanto che con il tempo si è riusciti a radicare nel popolo italiano il convincimento che il gioco del calcio è lo sport nazionale. Si comincia a giocare a calcio fin dalla più tenera età, inseguendo il miraggio di successi smisurati, si diventa i patiti di una squadra, si parla di foot ball in televisione, nei bar, nei posti di lavoro, si azzardano strategie da Von Clausevitz, ci si rode il fegato nel guardare una partita e se i propri beniamini vengono sconfitti la colpa è solo degli allenatori o degli arbitri.

E' da un po' che non vado allo stadio, ma ricordo i volti dei tifosi: tesi, spasmodici, per dilatarsi nel momento della rete segnata dalla squadra del cuore. Persone insospettabili nella vita comune diventano improvvisamente dei leoni, oppure degli animi straziati, demandando il loro equilibrio interno alle pedate a una sfera di cuoio.

Non deve essere stato facile per costoro digerire l'ultimo degli scandali del calcio, con partite dai risultati pilotati e interferenze di ben noti personaggi. Dal boom della notizia iniziale ( un fuoco pirotecnico di intercettazioni, di smentite, di accusati che diventano accusatori) si è passati poco a poco a una fase di stanca che non lascia presagire nulla di buono in ordine a condanne severe e indispensabili per moralizzare un ambiente che ha sempre difettato del più elementare senso etico.

Ma i tifosi buggerati, che hanno gioito allo spasmo per la vittoria della propria squadra, convinti che fosse maturata nel contesto di un'autentica competizione sportiva, che faranno?

Chiuderanno un occhio, perché quel che conta è il successo della propria squadra a prescindere dal mezzo per ottenerlo?

Oppure faranno il gesto tipico di chi è stato truffato, vale a dire non autoalimenteranno questa incredibile frode, disertando in massa gli stadi?

Difficile a dirsi, anche perché quando le malefatte sono così diffuse diventano parte normale di una società, con il risultato che ai rei si finirà con lo strizzare l'occhiolino.

In tal caso, il mio fondato timore è che i tifosi buggerati, di fronte alla chiusura di un occhio di chi dovrebbe sanzionare questi misfatti finiranno con il chiuderli tutti e due (come è sempre stato, del resto…).        

 

 

 
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