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  Editoriali  »  Comunismo-Capitalismo, è possibile una scelta, e fino a quando il nostro rapporto con Dio possa influenzarla, di Lorenzo Russo 09/10/2009
 

*Comunismo-Capitalismo, è possibile una scelta, e fino a quando il  nostro rapporto con un Dio possa influenzarla?*

di Lorenzo Russo

 

Sono due modi di governare la società moderna. L'uno, mira, almeno nel suo sorgere, a conservare l'unità della società, eliminando quei privilegi che favoriscono l'emergere eccessivo dell'individuo sugli altri, mentre l'altro, mira al successo individuale come motore dello sviluppo generale sociale.

 

A priori, deve essere detto, che l'individuo propenso alla solidarietà dovrebbe prima addentrarsi nel labirinto del suo inconscio, onde riconoscere se stesso e la natura dell'uomo in ogni sua caratteristica, per poter, dopo e forse, identificarsi coscientemente nella pluralità della massa.

 

È impossibile fare a priori una scelta definitiva, anche perché il momento delle rivelazioni personali non coincide quasi mai con quelle degli altri membri di un gruppo e ancor meno di un popolo intero.

 

Decisioni unitarie popolari sorgono di solito nei momenti di sconvolgimento generato dal sistema precedente, nel quale i loro membri non erano considerati e valorizzati dovutamente.

 

Da questo riscontro, ne risulta, che i due sistemi si alternano e si alimentano reciprocamente, sia nel riceverne la giustificazione, o il rifiuto e infine la condanna.

 

L'uomo fa fatica a progredire, questo è certo, altrimenti avrebbe già creato il suo paradiso in terra in concordanza con tutti i suoi simili.

 

È giusto, citare qui la Bibbia, quando definisce la nostra condizione, una condanna?

 

Analizzando lo svolgimento della storia umana, non si percepisce, fino a oggi, un gran progresso, al più un alternarsi di manifestazioni seguenti il principio delle cause ed effetti, come se un qualcuno abbia creato un gioco la cui regola principale sia quella di non finire mai, perlomeno fino al momento deciso da lui stesso.

 

Noto, quindi, in ogni reazione dell'uomo, una logica conseguenza generata da una situazione precedente nel momento che sia diventata eccessiva o infruttuosa; una forza dinamica che si rigenera continuamente dalla precedente quando essa non riesca a realizzare i suoi fini, ma anche la continuazione di un gioco messo in atto da forze superiori allo scopo di addestrarci a diventare maestri della vita, o anche una condanna per colpe compiute e non riconosciute.

 

La volontà, unita con l'intelligenza, ci rende esseri già migliori e capaci di migliorare ancora, come se questo qualcuno lo abbia voluto e aspetti con pazienza che lo raggiungiamo.

 

Che questo qualcuno si sia addirittura personificato in noi per provare diletto al suo gioco, non immaginando di aver creato un gran pasticcio a scapito di miliardi di esseri che stupidamente si ricreano e lo servono senza pretendere una ricompensa?

 

La ricompensa ci sarà, racconta il vangelo: i buoni saranno premiati e i cattivi puniti, ma solo quando lui stesso avrà deciso di finire il suo gioco; da qui deduco che con il premiare o punire le sue creature provi diletto e rivendicazione.

 

Il qualcuno e noi tutti potremmo essere allora identici, viviamo allora questa vita non realmente ma solo per gioco, nonostante le sofferenze e le ingiustizie che sopportiamo; ma nel gioco non sta a noi di decidere, all'infuori che capissimo che la sua intelligenza è un po' anche la nostra e lo ripagassimo di ogni male che ci ha inflitto, boicottandolo e ignorandolo.

 

Allora sì, che ci eleveremmo a esseri superiori e capaci di inventare un altro gioco nel quale lasciare tribolare e soffrire altri esseri, così come fa questo qualcuno con noi.

 

Non sarebbe, però, giusto, perché, operando alla stessa maniera, non miglioreremmo la nostra situazione e rimarremmo ancora nelle costrizioni del gioco perverso deciso da questo qualcuno, con il risultato di identificarci tutti in lui e provare di seguito sempre e maggiormente lo stimolo della rivendicazione e distruzione. Temo, anche, che l'ignorarlo o boicottarlo comporti un riversamento su noi stessi, qualora seguissimo il ragionamento di essere un suo sdoppiamento di personalità, situazione che ancora oggi è definita e considerata come malattia di schizofrenia mentale.

 

Essa ci aiuta, a sopportare situazioni personali di grande disagio nella stessa maniera come il pregare un dio benigno, sebbene sconosciuto, ma proprio per questo capace di sollevarci e tranquillizzarci nella devozione e riverenza verso di lui, nel sentirci colpevoli e implorare infine la sua assoluzione.

 

Quanti metodi abbiamo per ristabilire un equilibrio mentale? Tanti, tantissimi, ma non tutti sono efficaci e così li alterniamo e ci riproviamo di nuovo.

 

Il capitalismo genera così il comunismo, ridando valore agli ideali che creano una nuova speranza di giustizia ed equità, di modo che il giochetto continua, con il diletto dei furboni dell'una o dell'altra casta, sempre abili a formarsi ed agire efficacemente.

 

La massa rimane sempre tradita, fino a formarsi nuovamente compatta in un movimento che tutto travolge e spesso distrugge.

 

Che cosa farci? È la regola del gioco, che qualcuno ha voluto introdurre e che noi, giocatori per sua volontà, non abbiamo ancora imparato a giocarlo per il nostro bene comune.

 
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