Il bombardamento mediatico
Fra i tipi di bombardamento aereo quello a tappeto
appare il più terribile, considerato che un'area prefissata viene di fatto
saturata di bombe. I pochi sopravvissuti ne escono normalmente con profonde
ferite morali e psicologiche.
Ci sono altri tipi di bombardamento
assai più subdoli e che provocano pure danni incalcolabili; mi riferisco, in
particolare, al bombardamento mediatico, a quel
sistema che impone la notizia allo spettatore assiso davanti al televisore.
Una volta, e non si tratta di molti
anni fa, c'era la notizia, in genere breve e succinta, lasciando un suo
eventuale approfondimento a trasmissioni specifiche inserite successivamente
nel palinsesto.
Oggi, invece, la notizia viene ripetuta ossessivamente e non è più la comunicazione
del semplice evento, ma una sorta di bombardamento a tappeto da cui si esce
frastornati e, spesso, del tutto indifferenti.
Si scava dentro la notizia, si passa
al setaccio la vita dei protagonisti, si proclamano vere e proprie illazioni
come verità sacrosanta. Mai, da come è entrata in vigore la legge sulla
riservatezza, la cosiddetta privacy, questa è stata violata deliberatamente e
senza alcun limite.
E' di questi giorni la notizia del
tentato suicidio di un ex giocatore della Juventus,
una vicenda triste gettata in pasto al pubblico, ripetuta ossessivamente, con
contorni frequentemente in contrasto fra di loro.
Poi, una volta che questa vittima – perché
di vittima si tratta con la sua vita alla mercé di tutti – riuscirà, come gli
auguro, a superare i gravi traumi dell'evento, ritornerà nell'oblio, in quella
normalità in cui era sempre vissuta.
Ci sono casi ancora più eclatanti, soprattutto quando coinvolgono minori, fatti in cui la
morbosità prende il sopravvento. Allora la notizia assume tinte torbide, anche
se magari l'evento in se stesso non lo è, ma è evidente che quanto più si può
rimestare, spesso inventando di sana pianta, tanto meglio riesce il servizio.
Mi sono chiesto più volte il perché di
un simile comportamento e alla fine ho formulato due ipotesi, che possono
benissimo coesistere.
La prima è la scarsa professionalità
di quasi tutti i giornalisti, lottizzati dai partiti, asserviti volontariamente
agli stessi; in questo quadro viene privilegiato non
il più capace, ma il più servizievole, il più disponibile.
L'altra rientra in un generale
programma, voluto o meno, di sradicamento culturale dei telespettatori, ormai
avvezzi a vedere spettacoli che , a definirli
spazzatura, è già l'essere magnanimi. Imperano le fiction dove vengono mostrati aspetti della vita che assai difficilmente
trovano riscontro con la realtà, in una sorta di girone infernale dove i più
comuni sentimenti vengono annichiliti da piattezze di pessimo gusto.
Del resto è in atto una tendenza a
trasformare tutto in fiction, a far vivere la gente lontana dalla realtà,
intorpidendone le coscienze.
E mentre sono ormai sparite da tempo
le commedie di grandi autori del teatro e perfino i concerti, assai rari, vengono relegati a ore impossibili, veniamo bombardati da reality show, programmi che di reale non hanno nulla e che
invece sono un vero e proprio monumento all'imbecillità.