Alda
Merini
di Renzo Montagnoli
Non avrei voluto scrivere questo articolo, ma purtroppo in genere
si parla più di un poeta quando non c'è più piuttosto di quando è fra noi.
Tuttavia, questo non è il caso di Alda Merini, scomparsa il 1° di novembre;
infatti, soprattutto nell'ultimo decennio, il suo nome ha conosciuto una
diffusione non solo fra gli appassionati di poesia e questo riconoscimento ha costituito
un doveroso omaggio a un personaggio che, forse più di altri, ha saputo
conquistare con i suoi versi, al di fuori di ogni schema, l'immaginario
collettivo che attribuisce al poeta la figura di un essere sopra le parti
e sopra tutto.
Morto Luzi, era rimasta lei a tenere alta la voce, ultima
rappresentante di una poesia che è prima specchio
dell'anima e poi catalizzatore dei sentimenti altrui, affioranti durante la
lettura, in un'unione ideale di spiriti che è poi la vera essenza di
quest'arte. Non me ne vogliano gli altri autori, ma
ora c'è il vuoto che mi sembra, almeno al momento, incolmabile. Non vedo come
avvitamenti logorroici possano essere assimilabili o confrontabili all'estro
figurativo di Alda, a quelle emozioni limpide, cristalline che prorompono dai
suoi versi.
Era una donna particolare, morta e rinata più volte, tormentata da
quel male oscuro che quando si acuiva doveva essere curato, rinchiudendola in
una casa di morti, da cui poi usciva come a nuova vita, con entusiasmo, con il
piacere di ritrovarsi in una dimensione senza limiti, in uno spazio infinito in
cui poter volare.
Nella sua poesia non c'è mai banalità, ma solo un fluire
incessante di sensazioni in una naturalezza tale da far pensare che la sua vita
stessa fosse poesia, dall'alba al tramonto, dai giorni luminosi a quelli più
bui, come se Alda Merini non fosse stata una donna, ma la poesia stessa.
Tutti le dobbiamo molto, anche chi non ha conosciuto le sue opere,
perché un essere umano che vive la poesia è un sole radioso nella realtà, quasi
sempre spietata, di un mondo che non sa mai guardare verso il cielo.
Nessuna commemorazione potrà mai essere all'altezza di versi che
sublimano in noi il desiderio di toccare con mano l'anima, nessun commento
critico potrà mai descrivere compiutamente le emozioni che sbocciano da parole
armonicamente accostate, nessun uomo potrà comprendere che cos'è la poesia se
non la vivrà.
Se n'è andata, in silenzio, con quell'umiltà che è solo dei
migliori.