Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Editoriali  »  Il vacanziere osservante, di Lorenzo Russo 16/10/2010
 

Il vacanziere osservante

di Lorenzo Russo


Sdraiato sul mio lettino, osservavo con diletto l'andirivieni sulla spiaggia antistante.
A prima vista fui attirato da un gruppetto di bambini intenti a
costruire castelli e vie sotterranee, come si faceva ai miei tempi.
Con atteggiamenti seri e concentrati, che mi fanno ricordare quelli di certi adulti, li vidi creare imprese degne di ammirazione, da suscitare l'impressione di doverle conservare.
Immaginavo in quei giovani, secondo le attitudini che dimostravano, gli architetti, i manovali, gli amministratori, i dirigenti, i predicatori del domani.
Tutto questo affermato in senso positivo, senza illudermi della presenza dei futuri malfattori, opportunisti e truffatori, che sempre emergono quando la prestazione viene valutata in denaro.
Guardando con soddisfazione il crescere dell'impresa dei giovanissimi artisti, non perdevo lo sguardo sulle belle e attraenti signorine, e signore, che con la loro apparenza graziosa me le fecero paragonare all'apparizione delle ninfe nell'emergere dalle onde azzurre e quiete del mare.
Passeggiando lietamente e con un fare indifferente, ma senza perdere d'occhio nulla di ciò che le circondava, offrivano una dimostrazione più che efficace dei doni di cui la natura le aveva provviste, e non solo per il proprio diletto, ma e soprattutto per attirare l'attenzione dei maschi presenti nel luogo, alcuni, di certo, unicamente alla ricerca della fortuna del piacere.
Nel notare quest'atmosfera di voluttà apparentemente innocente, ma non più quando fosse dominata dal senso di voler conquistare sempre di nuovo le dolci soddisfazioni che gli accostamenti sensuali offrono, pensavo, a quanti di loro sarebbero riusciti a regolarsi nella loro vita, onde non
soccombere al vizio che ne sarebbe sorto.
Non parlo delle sconfitte e delle tragedie che sono compiute in nome dell'amore.
Esse non sono poi tanto importanti, essendo oggigiorno quasi una norma, il donare e ricevere per breve tempo e in pari misura.
Le onde marine, lievi e docili, avanzavano su questa spiaggia degli svaghi e piaceri, per poi ritirarsi e ritornare con un ritmo sempre uguale.
Oggi è giornata di pace e armonia, pensai, niente deve turbare questo posto prediletto degli dei, e dei loro sostenitori che sempre li invocano per riottenerne i favori.
Volgendo lo sguardo verso i lati della spiaggia, prendo infine atto della presenza di una donnina, di giovane ma matura età, seduta sul suo seggiolino e intenta a osservare il mare con sguardo costante e fisso, come aspettando un segnale al quale poi reagire immediatamente.
Sebbene il suo viso avesse lineamenti graziosi e dolci, notai nella sua espressione segni di tristezza. Ciò mi comunicava il mio animo, sempre attento e acuto alle sfumature delle apparizioni.
Mi alzai dal mio lettino per avvicinarmi a lei, pensando sul come poter incominciare la comunicazione.
“Mi scusi signora, che funzione hanno quei galleggianti variopinti, posti a diverse distanze sull'acqua?”
La signora mi guardò con uno sguardo dolce e gentile, come se fosse felice di interrompere la monotonia del suo lavoro.
In effetti, la vidi contenta della mia presenza, come se mi avesse già aspettato da qualche tempo.
Dio mio, riflettei, quasi sembra che la gente di questa spiaggia benedetta, aspetti l'arrivo di qualcuno, con cui intrattenersi per rompere la monotonia del tempo.
Ad ogni modo, la donnina, dal visetto dolce ma triste, mi spiegò con precisione professionale il significato dei galleggianti, prima, bianchi, poi, arancioni, e infine, rossi.
Le chiesi, che cosa avrebbe fatto, qualora io mi fossi azzardato a superare il confine di sicurezza esterno, contrassegnato dai galleggianti rossi.
Mi rispose, che mi avrebbe richiamato con un fischio, emesso dal suo fischietto, e invitato energicamente a ritornare entro i limiti di sicurezza con i gesti delle sue mani, così snelle e carine.
Una volta incominciato il discorso, è difficile per me smettere, e così avviai l'argomento su altri temi. Parlammo, in tono sollevato e gioioso, della vita, della professione, della famiglia.
Le prestai un libro da leggere per rompere la monotonia del suo lavoro e così ebbi l'occasione di farle un po' di compagnia anche durante il giorno seguente.
Rimanemmo seduti e continuammo il nostro discorso con crescente interesse e partecipazione, quando, e come d'improvviso, lei volse i suoi occhi, dolci ma tristi, sui miei. Solo per un attimo ne provai soddisfazione, perché ben presto vidi sgorgare alcune lacrime sul quel viso che ben altro avrebbe meritato.
Il fatto mi colpì stranamente, una mescolanza di sgomento e meraviglia s'impresse in me.
Cercai di tranquillizzarla, assicurandola di potersi fidare di me e  quindi di poter confidarmi tutto ciò che la tormentava.
Alle successive parole, illustranti la sua a sua vista infelice
situazione coniugale e di famiglia, seguirono altre lacrime, che scorsero senza voler cessare.
Quanta tristezza, pensai, accumulata nel tempo addietro, voleva ora trovare l'uscita.
Mamma mia, pensavo ancora, come aiutare, quell'essere grazioso e sincero che, stante davanti a me, implorava compassione e sfogo.
Non pianto e dolore, si sarebbe meritato, ma gioia e serenità.
La consolai, mettendo in atto tutte le mie esperienze fatte, tutto il mio carisma di uomo di fiducia.
Le parlai continuamente per darle la forza di reagire contro le sue tribolazioni e prendere infine la decisione più giusta.
Alla fine la vidi più tranquillizzata e serena, ma anche imbarazzata per avermi procurato sgomento e suscitato compassione per la sua sorte.
Le risposi che lo farei sempre e ovunque.
Chiamai infine mia moglie, che, poco distante da noi, leggeva uno dei suoi tanti libri che aveva preso con sé.
Dopo averglielo presentato, ci congedammo con abbracci affettuosi e qualche bacetto sul suo visetto dolce, ma non più triste.
L'avrei abbracciata ancora, tanto il mio animo fu colpito dalla sua sincerità e fiducia mostrata verso di me.
Un ricordo di una vacanza consumata in apparenza come tutte le altre, ma che questa volta fu arricchita di una successiva esperienza umana, saggia e commovente, il cui ricordo rimarrà sempre impresso nel mio animo.

 
©2006 ArteInsieme, « 014066575 »