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  Editoriali  »  Inseguendo un'utopia, di Salvo Zappulla 07/07/2011
 

Inseguendo un'utopia

di Salvo Zappulla

 

 

Mi capita spesso, nel mio peregrinare in questa terra meravigliosa e dannata che è la Sicilia, di soffermarmi a visitare luoghi di rara bellezza, luoghi che l'Unesco ha dichiarato patrimonio dell'umanità. E mi capita anche di conoscere persone di ogni genere: strambe, innocue, spavalde, col cilindro, con la coppola, sicure di sé e delle loro convinzioni (come quel tizio che a  Riesi  mi disse: “Qui, i libri sulla mafia non ci interessano perché la mafia è solo un'invenzione dei giornali per screditarci” e se ne andò sistemandosi la lupara in spalla). Omini, sott'omini, ominicchi, piglia ‘n culo e quaquaraquà, come soleva dire il buon Sciascia.  Viandante alla ricerca della mia anima perduta. O forse soltanto di un pezzo di pane da stringere tra i denti. Mestiere gramo quello del giornalista, gli editori sono taccagni all'inverosimile. Ci si accontenta della gloria e di una mela pescata nel bidone dei rifiuti. Nei casi estremi anche di una confezione di patatine lasciata incustodita da un bambino sulla panchina della piazza. Mi ritrovo nel centro di Caltanissetta, in Viale Sicilia,  una delle vie più eleganti della città: negozi di abbigliamento, bar, sala giochi, una libreria. Una libreria? Strabuzzo gli occhi. Non pensavo esistessero ancora le librerie. Rileggo l'insegna per timore di essermi sbagliato:  Utopia, piccola libreria indipendente. Mi accosto alla vetrina. Entro. Un'oasi. Il randagio ha trovato un'oasi nella quale placare la sua sete di conoscenza. Questa libreria è un incanto: musica in sottofondo, libri ordinati negli scaffali per argomenti con ordine meticoloso. Non un filo di polvere. Non un oggetto sistemato a caso. E infine, meraviglia delle meraviglie, al centro i divanetti con un tavolino strapieno di paste di mandorla, dolciumi vari e bottiglie di vino delle migliori qualità. Un richiamo irresistibile per il viandante. Ne approfitto mentre la titolare è impegnata con i clienti. Già che ci sono, conservo qualche dolcetto in tasca per il giorno dopo. Sono tempi duri, meglio essere previdenti. Finalmente la signora mi rivolge la sua attenzione. Un'altra piacevole scoperta, un altro tocco di classe in perfetta sintonia con il locale: mi ritrovo davanti una donna elegantissima, curata nell'aspetto, con un sorriso affabile e l'eloquio forbito. Mi presento come un giornalista il quale essendo rimasto colpito piacevolmente dalla singolarità del posto, desidera realizzare un servizio. Mi viene d'istinto (un po' anche per farmi perdonare le paste di mandorla che tengo colpevolmente in mano). Lei acconsente. Si presenta: Simona Scaringi, una laurea in Scienze dell'Educazione e uno spirito libero. “Ho lasciato il posto fisso perché non amo lavorare alle dipendenze di altre persone”, mi confida.  Parliamo a lungo, di letteratura, di economia, di quanto sia dura gestire una piccola libreria indipendente nell'entroterra della Sicilia dove i turisti scarseggiano. Della concorrenza sleale che i grossi gruppi editoriali attuano nei confronti dei piccoli, del momento  difficile che sta attraversando l'Italia in generale. Simona è decisamente una donna che sa il fatto suo, ha le idee chiare ed è estremamente determinata a raggiungere gli obiettivi prefissi. Aprire una libreria è stato sempre il suo sogno, la sua utopia. E guai a imbrigliare i propri sogni, si rischia l'inedia, la morte dell'anima. Mi racconta delle innumerevoli iniziative di cui si fa promotrice all'interno della libreria. Mostre artistiche, presentazioni di libri, incontri con i ragazzi, giochi per coinvolgerli alla lettura. E mentre racconta s'illumina d'immenso. Sembra un prestigiatore che tira fuori dal cilindro tante piccole magie. Tempo addietro ha avuto ospite Bruno Contigiani, personaggio simpaticissimo; Gioacchino Genchi e tanti altri. Un caleidoscopio di emozioni. Ascoltarla è un piacere, la sua positività mi contagia, davvero una gran bella persona. Questa terra rivela risorse insospettabili. Diventiamo amici. Me ne vado arricchito di una nuova esperienza, con la promessa di tornare a trovarla quanto prima. Lei osserva il tavolino che conteneva i dolci, le bottiglie di vino che hanno subìto un vero salasso e abbozza un sorriso laconico. Non mi pare che la prospettiva la entusiasmi più di tanto.

 

 

 

 
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