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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Gradini di silenzio, di Gavino Puggioni 16/08/2014
 

Gradini di silenzio

di Gavino Puggioni

 

 

Ho gettato gli occhi nell'abisso

dove farfalle d'arcobaleno migravano

su semi assiderati dal freddo

quando l'amica luna tentava

di avvolgerle per amore

 

Un vulcano vicino intonava

la sua vita e lo stillicidio

delle sue lacrime purpuree

sapeva di genesi, di ricostruzione

in una vita dimenticata

 

I gabbiani erano indifferenti

come i merli infreddoliti

privati del loro canto

invito alla meditazione

come girasoli senza la luce

 

E il cielo s'adombrava

dei suoi grigiori e la pioggia

nenia strappata ad un'arpa violata

bagnava ormai quelle anime in fuga

come terra squarciata nel suo ventre

 

E la terra, l'amara terra

rigurgitava ondate di solchi

puzzolenti di civiltà avanzata

mai pentita delle sue lordure

fatui monumenti al non senso

 

E i lunghi silenzi dell'anima

e i rumori dei corpi ingannati dal tempo

m'accarezzavano come batuffoli di nuvole

avvolte da filamenti d'infinito

come vento gentile di primavera

 

Ed ora passeggiando in questi gradini silenti

ho ritrovato spirito ed essenza

mentre un treno alato di pensieri

ingoiava gallerie d'assurdo

dove l'umanità intera leniva i suoi dolori

 

Da Nelle Falesie dell'anima (edito in proprio, 2013)

 

 
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