Poetesse
arrabbiate
(Dedicata
a tutte le donne offese nel corpo e nell’anima)
di
Danila Oppio
Fulgide
essenze le donne
A
lievi e decisi passi sortite
Da
un’assemblea di fate
In
combattenti trasformate
Mascherate
da miti sorrisi
Quelle
sofferenze appese
Su
nodosi rami contorti
Da
gravi impietose offese
Cantano
di donne violate
Uccise
da amori falsati
Bruciate
da quei fidanzati
Calpestate,
poi annientate.
Cantano,
come usignoli
Rinchiusi
in dorata gabbia
Invocando
libertà e giustizia
Con
grida furiose di rabbia.
Cancellato
ormai il tempo
Sdolcinato,
tra rose e viole
Gli
amari versi gridati
Squarciano
le loro gole.
Vergognati,
lurido verme
Deciso
a strappare alla vita
Distrutta,
lasciata inerme
Lei,
che hai detto d’amare.
Armate
di penna e di versi
Agguerrite
da energico piglio
A
lottare per difender la vita
Donne
non più allo sbaraglio.
Basta
con violenze e soprusi
Siate
uomini e non animali
Non
più assoggettate ad abusi
Onoratele
come fossero altari.
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