Nostalgie
di paese
di
Vincenzo D’Alessio
Quando
s’ammala l’aria di settembre
e
porta via il fumo dall’aratro
l’uomo
si curva a gettare il seme,
tra
i monti spenti e soleggiati.
Sento,
nell’aria, il sogno di tornare
accogliendo
il vento del mattino:
mio
padre, mia madre, chi mi è vicino
oggi,
sono lontani oltre le mura.
Fumo
con filtro e vivo meglio,
lontano
è il chiaro focolare
gli
arbusti ormai sono già viti,
il
sarmento scoppia e si lamenta.
Case
con pietre vive, vicoli stretti,
piazze
e fossi, in questo mese:
fumo
dai tetti e caldo macerare
del
pestato mosto nei vecchi tini.
Erbe
sul muro, elici impietrite,
scale
di pietra, ancora pietre:
col
tempo si ammaleranno di tristezza
e
l’uomo curvo poserà la zappa.
Mio
nonno amava il grande cielo,
di
questi monti i boschi senza fine
poi
è morto senza aver pretese
e
mio zio ha comprato il sogno.
Da
La valigia del meridionale e altri viaggi
(Fara Editore, 2012)
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