La
nota a Cervo
di
Piero Colonna Romano
Impervi
caruggi
e
lampi di luce.
Nel
mare lontano,
un
disco d’argento,
annega
i suoi raggi.
Si
cercan tra gli archi
le
mani affamate
è
un lieve ansimare,
fugaci
carezze,
e
baci sfiorati.
Allor
come un sogno,
silenzio
irreale,
c’è
un suono che avvolge,
che
penetra dentro,
che
l’anima scava.
E
sale s’espande
raggiunge
la luna,
ne
copre il chiarore.
E
vibran le note,
or
gravi ora acute
e
pizzica e trilla,
il
dolce violino.
Il
canto si spegne
con
dolce ondeggiare.
Nell’aria
rimane,
azzurra
una nota,
per
poi ricordare.
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