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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  L'astroterra, di Corrado Calabṛ 10/11/2017
 

L’astroterra

di Corrado Calabrò




La mia cabina è col letto a due piazze
ed ha la zona pranzo ed un soggiorno.
Ce ne sono di tutte le misure:
a forma di torretta, a cassettone,
altre addossate fitte fitte a schiera
e poche recintate con piscina.

Eh! a bordo siamo veramente in molti
e, per quanto sia grande l'astronave,
incominciamo a stare un po' strettini;
si spiega che la ciurma sia irrequieta.
E poi ci sono quelli morti in viaggio;
deposti nella stiva nei tanti anni
di questo nostro andare senza tappe,
ce li portiamo appresso, insieme al resto,
come ogni passeggero il suo passaggio.

Levo in alto le braccia dalla tolda
e le protendo nella notte al cielo
lattiginoso, dove si tramanda
che una volta ci fossero le stelle 
della galassia a segnare la rotta
dando un senso-non senso all’oltreterra.

Col capo rovesciato e gli occhi chiusi
riesco ancora a vederle virtualmente.
Se Ulisse navigò a forza di remi
già Telemaco fece un televiaggio:
l’odissea è circoscritta nella mente.

A cielo aperto, forse io solo veglio.
Non si sente corrente né rumore:
solca la nostra nave spazio e tempo
e spazio e tempo sono il suo motore.



da Una vita per il suo verso (Mondadori, Milano, 2002)


 
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