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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Quel che siamo oggi, di Danila Oppio 01/12/2017
 

Quel che siamo oggi

(lettera a cuore aperto, ad una cara amica)

di Danila Oppio



Non siamo più quelle

o quel che eravamo.

Le nostre cellule

in sette anni si disgregano

e nuove si rifanno.

E ciò che fummo

s’è disperso nella nebbia

del passato, andato in fumo.

Sepolto dagli anni,

che con noi sono cresciuti.


Così la nostra mente

non è più uguale a quella

del tempo che fu,

in quel tempo che tu

ed io, eravamo inesperte.

La traccia sporca

S’è trasformata

In una scia di luce.


Se prima affogavamo

nelle tenebre dell’incoscienza

o nella fuggevole gioventù

ora, credici, di quell’ombra

niente è rimasto più.

E quel che pensi sia

una triste traccia nera,

non è che una passeggera scia.


Come le macchie d’olio nere

scaricate dalle petroliere

sulla superficie dell’oceano

di tanto in tanto emergono.

Ma poi si disperdono.

Così le insicurezze, e i piccoli

o grandi errori di gioventù.

è ora di cacciarli giù.


Chi sei tu ora?

Chi siamo noi, se non

quelle giovani ragazze

un poco o molto pazze

così poco esperte

di questa nostra vita.

Ora siamo consapevoli,

che i passi  fatti nel cammino

hanno preso la giusta strada.


Nulla da rimpiangere,

nessun rimorso, e bada

Che è l’oggi la vita vera

Costruita mattone su mattone

Da scelte errate, e da quelle buone.

Guarda al risultato…è ciò che conta.

Se qualcosa non è stata compiuta

È perché così doveva andare

Ma non per questo ci dobbiamo fermare

o starci su a rimuginare.


Rimpiangere quel che non si è raggiunto

Non ha senso alcuno. Se davvero

ci avessimo con tanta grinta provato,

se solo lo avessimo voluto

con ferrea volontà, l’avremmo avuto.

O forse altri ce l’hanno impedito.

Destino è che siamo quel che siamo.

E quell'ombra di cui parli, cacciala via.

Non serve, è deleteria.


Il passato l'hai lasciato alle spalle,

il futuro non lo conosci, è il presente che vale.

E gli operai che finalmente

hanno finito i loro lavori,

 e i biscotti al cioccolato, consolatori.

Ed io che sono qui, lontana fisicamente,

ma vicinissima a te e sai che vorrei abbracciarti

e con te parlare su tanti argomenti.

Di questo tuo descrivere con arte

con dovizia di particolari le tue giornate,

soprattutto quella di ieri.


Ti ho letto volentieri,

e avrei voluto che tutto questo

avessi potuto raccontarmelo di persona,

sedute davanti ad una tazza di tè

(pardon, di cioccolata con la panna)

sgranocchiando un paio di biscotti.

Ha un potere forte, il cioccolato,

aumenta la serotonina, tonifica

e come il suo nome, serafica! 


Per il cammino fatto lungo la vita

di questo dobbiamo solo dire grazie

Come cantò Violeta Parra,

gracias a la vida” 

Grazie alla vita, che, malgrado tutto

È sempre meravigliosa.

L’esperienza è un raro privilegio

E se pur fosse stata negativa

non va mai considerata

un male, o di cattivo presagio.


 
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