La
voce dell’inverno
di
Tiziana Monari
Ora
che piove con la voce dell’inverno
ed
è sfiorito anche l’ultimo sambuco
ricompongo
il tuo viso
le
movenze lente e ieratiche di un amore
che
si spogliava leggiadro in folgore lucida d’oro
senza
misura e senza tempo
un
amore che viaggiava nell’azzurro dei sogni
si
svegliava negli occhi stretti del mattino
seminava
dolore nel grembo della primavera
si
riappacificava , si distendeva nelle sere lunghe di un perfido marzo
quando
la luna faceva capolino da oscure boscaglie
ed
il sole illuminava i lillà di un aprile crudele.
Mi
hai concesso solo un germoglio di quell’amore
che
succhiava linfa da labbra socchiuse
attraversava
guadi, rimuoveva gioghi
tutto
il resto è sempre appartenuto al respiro dei fiori
al
bianco della magnolia
poi
mi hai lasciato sola con una supplica
a
rotolarmi nel buio
in
un cielo malato di neve
a
vegliare notti
custode
del tuo lungo sonno.
C’era
attorno un’assonanza d’autunno
ed
il rumore fermo delle cose che urlavano una mancanza
poi
ci fu solo la pioggia
ed
un filo reciso
su
un crepuscolo rosso di luce riflessa
sulla
mia ombra dietro la finestra.
Ad
invocare il tuo nome che non aveva più sillabe.
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