Pane
e castagne
di
Tiziana Monari
Risuonava
il verso goloso dell'invito sulla tavola apparecchiata a pane e
castagne
in
quella casa tra le ginestre e la ferrovia
dove
filtrava il sole per gli indifesi
e
l'odore del fuoco ci inondava in un abbraccio muto
nell'oasi
scabra del cortile il castagno aveva smarrito le sue radici
abbandonato
i suoi ricci,il senso e la misura di un nuovo inizio
ci
aveva regalato dolci frutti, tondi e succosi marroni
scorta
preziosa di cibo per l'inverno.
Fuori
cadevano fiocchi di neve, soffici madreperle
il
silenzio della montagna incombeva a lato
il
respiro come affanno si faceva quieto
ed
accanto al focolare, con alla finestra i gelsi e la luna
Margherita
raccontava una favola bella
ospiti
i suoni della notte, un canarino ed una bimba che a labbra socchiuse
di
soppiatto assaporava un'altra castagna
quella
più dolce, che sapeva d'amore, di solitudine buona
ed
era un granello di cuore
una
goccia di vita degustata in silenzio.
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