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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Locanda quadragesima, di Andrea Biondi 29/07/2018
 

Locanda quadragesima

di Andrea Biondi



Sono scesi dal podere Cantagallo

anche loro per raggiungere la collina,

sono venuti alla Valcerasa, alla casa vecchia

dove penzola dal legno una scritta:

locanda quadragesima.


Luciano ed io abbiamo approfittato

per sparane e caccialepri,

li ha messi nel piatto come una ricca pietanza

con pane abbrustolito e un pezzo di formaggio.


La notte gli spiriti battono alla porta,

noi stiamo dietro e non sappiamo cosa dire.

Chi ha il violino lo prende,

chi ha il tamburo lo batte.


Arriva l’agnello con una fascia azzurra sugli

occhi,

batte le zampe sulla tavola e scrolla il capo.

Noi mettiamo le mani sopra, in fila.

I piatti non si sono raffreddati.


La Valcerasa diventa buia

e quelli del podere non possono tornare.

Luciano fa una canzone all’organetto

ma non ascoltiamo, abbiamo gli occhi gonfi.


L’agnello, il mite, ci culla e ci allatta,

ci fa addormentare in lunghe stoffe dorate:

«dormire, risorgere, dormire».


Da Le campagne hanno bocche (Fara, 2017)


 
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