Tele
di
Aurelio Zucchi
Balsami,
profumi e balocchi
devono avere adesso nuovi siti
per
celebrare al meglio i fasti
d’una bellezza che non va
dispersa.
La città dove tutto si confonde
dia
spazio ai metri quadri dell’amore,
al fascino dei suoi
miglior segreti,
ai prati incolti dei bambini d’oggi.
In
questo tempo che massacra le ore
e malandrino sfiora i seducenti
cuori,
in questo tempo di presuntuoso millennio
rischiamo
di morire vivi, di dimenticarci.
I colori, ammuffiti
nell’indifferenza.
Le beatitudini, cancellate dalle
agende.
Scolorano, le macchie dei pittori preferiti,
eppure
continuano a mostrarmi visi di Vergini.
Il mare, il cielo
e l’albero di ciliegio
sono ancora splendidi, immobili
primati.
I veli di infinite Madonne vorrebbero aliti
e non
gli occhi della morte o dei gettoni d’oro.
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