Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia  Poesie di Natale  Racconti di Natale 

  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  La Grande Guerra (secondo Vera Brittain), di Danila Oppio 02/07/2019
 
La Grande Guerra (secondo Vera Brittain)

di Danila Oppio



Cent’anni fa, quella disumana guerra ebbe termine.

Fu un massacro avvenuto con cannoni, baionette e mine.

Non solo perirono giovani soldati italiani tedeschi francesi

ma anche ungheresi russi austriaci greci belgi e inglesi.


Tutto il mondo costituì alleanze contro fazioni avversarie.

Diciotto! E finisce la guerra ma a quali condizioni?

Tra morti e feriti se ne contarono oltre diciotto milioni,

o furon molti di più i caduti, forse furono stime arbitrarie.


Però, quando si parla della Prima Guerra Mondiale

è tendenza trattar solo della partecipazione nazionale

come se a morire fossero stati solo giovani italiani

e tutti gli altri? Erano forse soltanto degli scalzacani?


Scrisse l’inglese Vera Brittain in Generazione perduta

la storia dei suoi amici e fratello, e come sia avvenuta,

di ciò che accadde durante quei tremendi anni di guerra:

partiron verso fronti lontani, distanti dalla loro terra.


Nel vivo delle tragiche vicende che han fatto la storia

di Edward Brittain, la sorella le ricorda a memoria:

venne inviato di nuovo al fronte, questa volta italiano

per combattere nei pressi di Asiago in quell’Altipiano.


Al seguito di un contingente della Forza Britannica,

concesso in aiuto all’Italia dopo la disfatta di Caporetto

per combattere durante la Grande Guerra tirannica,

a pesante offensiva dell’esercito nemico, non aveva retto.


Gli austroungarici costrinsero gli inglesi ad arretrare.

Edward condusse i suoi uomini in una controffensiva

che permise  così ai britannici il controllo riguadagnare

di alcune postazioni, e ai nemici non lasciò alternativa.


Durante i combattimenti venne colpito a morte in testa

da un cecchino, e fu per i Brittain comunicazione funesta.

Vera quella volta era da lui lontana, non lo poté curare

come l’accudì a Camberwell, non restava che sperare.


Con altri quattro ufficiali il suo corpo venne sepolto

nel cimitero britannico di Granezza, tra Lusiana e Asiago.

Vera pianse, depressa e affranta, il suo fratello morto.

Decise poi di raccontar la storia, e non fu certo vano.


Scrisse: Per quasi cinquant’anni il mio cuore per intero

è rimasto a vagare in quel lontano italiano cimitero

Oh, Edward, sei così solo qui, che desidero restare

a te vicina e sulla tua tomba per sempre riposare.


Su questo altipiano dove vi è solo pace e dignità

lontano dal mondo e dagli inutili e aleatori tentativi

di ricostruire la perduta civiltà, considero i conflitti

veri inaccettabili crimini contro l’intera umanità.


Compresi realmente cosa fosse la maledetta guerra

non quella enfaticamente sostenuta dalla propaganda

ma quella vera che a morire tanti giovani uomini manda

come fossero bestie, oh, quanto dolore su questa terra!


La figlia di Vera la richiesta della madre onorò

E nel mese di settembre del 1970 la sua cenere

sulla tomba dell’amato fratello Edward disseminò.


Nota: Vera Brittain è stata una scrittrice, giornalista e pacifista inglese conosciuta soprattutto per la sua opera letteraria Testament of Youth scritta nel 1933 sulla sua esperienza durante la Grande Guerra e sulla conseguente vocazione per il pacifismo.






 
©2006 ArteInsieme, « 013949498 »