Popolpollo
di
Cristina bove
le
chiocce fanno uova per i ladri
i polli in batteria
non
sanno che saranno macellati
e che il mangime
è solo
il passaporto per la pentola
nei ricettari han foto di
famiglia
i loro morti
uccisi e rosolati
il
popolo non sa
d’essere foraggiato a
distrazioni
becchettiamo per vivere
le briciole di tutti
gli epuloni
dalle catene di montaggio ai danzatori
_i
cantastorie ninnano i dormienti_
l’arte ci narcotizza
la
bellezza è un richiamo per gli insonni
distrazione dai
fatti:
i mari immortalati sulle tele
sono splendide lastre
sepolcrali
agli annegati
il coperchio del vaso degli abissi
sottile
è il gioco (giogo)
la manovra che ottunde e ci
prepara
alla comune sorte
le
strategie di premi e di vittorie
ci fanno
consenzienti
divoratori onnivori seriali
dei centri
commerciali
dove
non è la gloria a lusingare
il culto dei vincenti
assidui
spettatori degli eroi
sportivi in canottiera sui divani
tutto
fa brodo
popoli e galline
la
ricerca scientifica
la promessa salvifica dell’eden
ogni
mezzo efficace e soporifero
per mantenerci sani e produttori
di
vita e morte (anche miracoli)
pensando mal comune mezzo gaudio
a
beneficio dei dominatori
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