Egisto
di
Gianluca Ferrari
L’oste
Egisto col nome
da
tragedia greca
nei
pomeriggi uggiosi
lo
vedevamo inoltrarsi
nei
sentieri; il naso adunco,
il
falcetto rugginoso, gli occhi vivaci.
Tra
gli echi lontani
del
torrente di Tagliole
ed
i rintocchi iridescenti
delle
spiovute, a quali
sussurri
di folletti andava dietro?
Brevi
e infallibili quelle sue gite.
Tornava
dopo un tre quarti d’ora
col
canestro colmo di porcini.
Inutili
le nostre cantilene:
ci
tenne sempre fuori
dal
geloso cerchio magico
ed
i trifogli e le farfalle
non
bastavano a convincerci
a
seguirlo nell’ombra
enorme
del bosco.
Da Il
posto del fragole (edito in proprio, 2018)
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