Pensieri
spazzati dal vento
di
Danila Oppio
La
tristezza della giornata si spense,
e
mentre l’oscurità illuminava le stelle,
accesi
una sigaretta, e buttai fuori
i
miei strampalati pensieri
con
la nuvola azzurrognola di fumo
che
mi aleggiava intorno svanendo.
E
ogni parte di me m’attraversò la vita,
nella
quale scavavo cunicoli per non morire
pensando
che la luce più vivida
spesso
appare in fondo alle tenebre.
Fino
a che non nacque Leon,
che
divenne la mia molletta da bucato
per
appendere il cielo, come fosse
un
lenzuolo color cobalto
a
sventolare allegro nel vento.
La
tristezza della giornata si riaccese
immersa
nella lettura dei giornali
che
piantavano menzogne nello stupido intento
di
far germogliare una nuova falsa Storia.
Ci
sono verità che ne sostituiscono altre
e
spingono il tempo ad avvolgersi
su
se stesso per poi venire spazzato
via,
molto lontano, da un vento smemorato.
Vivo
così in questo mio mondo interiore
che
sfugge al tempo e alla morte.
In
questi giorni d’oscurità
chiudo
le palpebre pesanti come piombo
e
mi avvolgo in un bozzolo
come
fosse una trapunta invernale.
Leggo
le verità più profonde
dell’animo
umano, oppure scopro ipocrisie.
So
che domani mi sveglierò
portando
con me lo spavento
dei
miei frequenti incubi notturni
ma
il sole sorgerà nuovamente
gettando
ombre che staccherò
dai
marciapiedi, per farne abiti nuovi.
E
arrederò la mente, come una vuota stanza,
coi
miei ricordi un po’ nostalgici.
Mahmud
Darwish scrisse un pensiero
che
mi risuona dentro:
“Ho
camminato abbastanza a lungo
per
sapere dove comincia l’autunno”.
Credo
di aver percorso anch’io
tutto
quel camminare senza soste
nei
sentieri a volte impervi
della
mia lunga esistenza.
Vita
e morte si appartengono
E
non devono spaventarci,
entrambe
fanno parte dell’eternità
che
rassomiglia un poco
al
fondersi del colore tra cielo e mare.
Accendo
un’altra sigaretta
e
riprendo con pazienza a districare
quei
fili ingarbugliati nella mente.
Possibile
che gli esseri umani
Siano
solo un gomitolo di menzogne?
Ma
ne trovo uno, che primeggia sugli altri
lo
afferro e porta inciso un nome:
Speranza.
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