Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia  Poesie di Natale  Racconti di Natale 

  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Quella data dell'11 marzo 2020, di Danila Oppio 10/04/2020
 
Quella data dell’11 marzo 2020

di Danila Oppio



Era l’11 marzo del 2020,

 le strade vuote, i negozi chiusi.

La gente si barricava come col coprifuoco

in tempo di guerra.

E quel giorno mia madre compiva 100 anni

ma non potevo recarmi ad abbracciarla.

Alla Casa per Anziani proibirono l’entrata.
La primavera di tutto questo non sapeva nulla.
I fiori iniziavano a sbocciare,

il sole a splendere, e tornarono le rondini.
Era l’11 marzo 2020.

Furono chiuse le scuole, le Università

I giovani studiavano a casa
Fu l’anno in cui si usciva solo per fare la spesa.
Dopo poco chiusero tutto,

 anche gli uffici e le aziende.
L’esercito iniziava a presidiare

 le uscite e i confini.

Non c’era spazio per tutti negli ospedali

e la gente continuava ad ammalarsi.
Era l’11 marzo del 2020.

Tutti furono messi in quarantena obbligatoria.

Dai nonni ai nipoti, senza scampo.
Allora la paura diventò reale,

i giorni scorrevano tutti uguali.
Ma la primavera non lo sapeva 

e le rose tornarono a fiorire.
Fu l’anno in cui si capì l’importanza di star bene,

e degli affetti veri, l’anno in cui il mondo

sembrò fermarsi, e l’economia andare a picco.
Ma la primavera non lo sapeva

 e i fiori lasciarono il posto ai frutti.
E poi arrivò il giorno della liberazione.
Eravamo davanti alla tv e il Primo Ministro

a reti unificate, informò che l’emergenza era finita.

Che il virus aveva perso. 
Che gli italiani tutti uniti avevano vinto.
E allora uscimmo per strada piangendo di gioia.
Senza mascherine e guanti, abbracciando

chi s’incontrava, come fosse un fratello.
E fu così che l’estate arrivò.

Perché la primavera non lo sapeva
e aveva continuato a esserci...
Nonostante tutto, nonostante il virus,
nonostante la paura.
Nonostante la morte.
La primavera non lo sapeva

Eppure… riuscì a insegnarci la forza della vita.


 
©2006 ArteInsieme, « 014051919 »