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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Tracce, di Salvatore Armando Santoro 03/05/2020
 
Tracce

di Salvatore Armando Santoro




Spesso ritorno al mio tratturo antico
alle albe antiche bagnate di salino
seduto sopra tavole sconnesse
di quella spiaggia vuota del reggino.

E ascolto ancora l’onda sopra i sassi
viscidi, scivolare pigramente,
con la sirena delle navi in porto
e l’urlo d’un gabbiano intermittente.

Lo scintillio dell’acqua ancor ricordo,
le case addormentate di Messina
ed i riflessi tremuli sul mare;
triste studiare Augusto e Messalina.

Ma a scuola ero sempre esuberante
poco incline ad ascoltare le lezioni
fantasticavo, ad altro anche pensavo,
e poi costretto alle ripetizioni.

A settembre però recuperavo
ma quel mare sereno e luccicante
mi trasportava in giro coi miei sogni,
di strade nuove poi ne ho fatte tante.

Dalla marina sono andato all’Alpe
in mezzo allo splendore dei ghiacciai
un panorama senz’altro differente
ma oggi fo’ l’elenco dei miei guai.

Sono guai che il cuore ha generato
figli di tanta antica esuberanza
li curo con un paio di pastigliette
ma il tempo passa ed anche la speranza.

La speranza che tanto fa sognare
Che l’uomo poi sospinge alle avventure
ma dopo il tempo ti presenta il conto
ti elenca tante stupide bravure.
Quando infine dal sonno ci svegliamo
anche l’amore perso ricerchiamo.

 
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