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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Finagliosu, di Gavino Puggioni 28/05/2020
 
Finagliosu

di Gavino Puggioni



Volevo rivedere quel pezzo di terra,

l’avevo sempre nel cuore,

anche se in un angolo ben nascosto..

Lo volevo..perché speravo che qualcuno

avesse messo in piedi quel degrado,

incivile e inumano.

Inumano anche per gli animali

e la natura, offesa.

Lo volevo.. perché li affondavo

i miei ricordi d’infanzia.

Mio padre, soprattutto e sopra tutti,

pieno di forza, di volontà, di amore

per tutto quello che lo circondava,

che avrebbe saputo far crescere,

ogni giorno;

mia madre che era la sua ombra;

noi figli, quasi protetti da quello

che la natura ci regalava;

il lavoro di tutti quelli che

collaboravano,più che sufficiente

a mantenere noi e ben altri.



Una speranza, la mia, vana.

Vana come quando un fulmine

si abbatte sull’albero più vecchio

della foresta e lo brucia e lo scortica

per sempre e il boscaiolo non ci crede.



Quella speranza, quel qualcuno

che non è mai esistito,

nemmeno nelle intenzioni,

oggi, mi han ferito di nuovo

ma l’ho voluto io, in fondo,

questo dolore.



Ci ho girato intorno,

ho fatto finta di fare il turista

ma ho guardato, ho visto,

ho toccato il Nulla, il Tutto..

Ho portato con me, quasi

testimoni di quest’amore, altri,

ma pochi, che non nomino,

ma che sanno.



Volevo fare anche una fotografia,

ma perché?

Quel posto è scolpito nella mia memoria,

da sempre.

Lo ricostruisco pietra su pietra,

pianta su pianta, se voglio;

non so staccarmene, seppure decenni

su decenni sono già  scivolati.

Coi personaggi che l’han popolato,

il servo pastore, il pastore marchese

di nobili origini, decaduto anche lui;

la serva, il mandriano, i cacciatori,

i notabili di Sassari e di Porto-Torres,

gli amici e i falsi amici,

gli sconosciuti e i nuovi arrivati.

E tutto questo non è fotografia?



E la casa, con un sole che ora

non meritava, un cumulo di pietre

disordinate e ancora buone, dove

ho trovato puntualmente

quel che pensavo, ombre, fatuità,

fantasmi, con alcune pareti in bilico,

in piedi non so per chi e per cosa.



Un uragano, presto, dovrebbe

portarsela via, non lasciare segno

alcuno se non quello di una terra pulita,

ubertosa, curata e amata come una volta,

come in una favola.



Da Pensieri in volo (edito in proprio, 2019)


 
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