Finagliosu
di
Gavino Puggioni
Volevo
rivedere quel pezzo di terra,
l’avevo
sempre nel cuore,
anche
se in un angolo ben nascosto..
Lo
volevo..perché speravo che qualcuno
avesse
messo in piedi quel degrado,
incivile
e inumano.
Inumano
anche per gli animali
e
la natura, offesa.
Lo
volevo.. perché li affondavo
i
miei ricordi d’infanzia.
Mio
padre, soprattutto e sopra tutti,
pieno
di forza, di volontà, di amore
per
tutto quello che lo circondava,
che
avrebbe saputo far crescere,
ogni
giorno;
mia
madre che era la sua ombra;
noi
figli, quasi protetti da quello
che
la natura ci regalava;
il
lavoro di tutti quelli che
collaboravano,più
che sufficiente
a
mantenere noi e ben altri.
Una
speranza, la mia, vana.
Vana
come quando un fulmine
si
abbatte sull’albero più vecchio
della
foresta e lo brucia e lo scortica
per
sempre e il boscaiolo non ci crede.
Quella
speranza, quel qualcuno
che
non è mai esistito,
nemmeno
nelle intenzioni,
oggi,
mi han ferito di nuovo
ma
l’ho voluto io, in fondo,
questo
dolore.
Ci
ho girato intorno,
ho
fatto finta di fare il turista
ma
ho guardato, ho visto,
ho
toccato il Nulla, il Tutto..
Ho
portato con me, quasi
testimoni
di quest’amore, altri,
ma
pochi, che non nomino,
ma
che sanno.
Volevo
fare anche una fotografia,
ma
perché?
Quel
posto è scolpito nella mia memoria,
da
sempre.
Lo
ricostruisco pietra su pietra,
pianta
su pianta, se voglio;
non
so staccarmene, seppure decenni
su
decenni sono già scivolati.
Coi
personaggi che l’han popolato,
il
servo pastore, il pastore marchese
di
nobili origini, decaduto anche lui;
la
serva, il mandriano, i cacciatori,
i
notabili di Sassari e di Porto-Torres,
gli
amici e i falsi amici,
gli
sconosciuti e i nuovi arrivati.
E
tutto questo non è fotografia?
E
la casa, con un sole che ora
non
meritava, un cumulo di pietre
disordinate
e ancora buone, dove
ho
trovato puntualmente
quel
che pensavo, ombre, fatuità,
fantasmi,
con alcune pareti in bilico,
in
piedi non so per chi e per cosa.
Un
uragano, presto, dovrebbe
portarsela
via, non lasciare segno
alcuno
se non quello di una terra pulita,
ubertosa,
curata e amata come una volta,
come
in una favola.
Da
Pensieri in volo (edito in proprio,
2019)
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