Monte
Grappa
29
Maggio 2016
di
Gianluca Ferrari
Monte
di sangue (rosso)
di
fumo acre (bianco)
di
prati che sbocciavano
voragini
e granate (verde):
io
vidi, la domenica
d’un
maggio di cent’anni
dopo,
come ti spianasti
in
Tricolore per le strade
di
Bassano.
Un
fiume in tela
di
millesettecentottanta metri
(la
tua altitudine assassina
spiegata
in bandiera)
scorreva
sulle spalle
della
processione.
Ma
in grembo, sul fondale,
nei
cuori aveva elmetti
memorie
acuminate
come
baionette.
Monte
di Morte.
Io
piango tutti i caduti
perché
la causa del mio pianto
è
l’Uomo, e sogno monti
dove
fiori stabiliscono i colori.
Da Acquerelli
gotici (edito in proprio, 2020)
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